Sotto l’Ulivo indecente strumentalizzazione

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L’Ulivo si prende il Papa, Pisanu lo ferma

La lotta politica non si ferma mai. Neanche davanti alla morte del Papa. Ad appena un giorno dalla morte del Pontefice, Ds e Margherita ne hanno subito approfittato, con enormi manifesti con cui hanno tappezzato Roma più di tutte, ma anche altre città interessate al voto, con l’immagine di Wojtyla…

ROMA – Hanno strumentalizzato anche il Papa. Ad appena un giorno dalla morte del Pontefice, Ds e Margherita ne hanno subito approfittato per estrarre dal loro cilindro elettorale enormi manifesti con cui hanno tappezzato Roma più di tutte, ma anche altre città interessate al voto, con l’immagine di Wojtyla. I cartelloni ritraggono il volto di Giovanni Paolo II accanto alla scritta: “Un uomo buono” e fin qui siamo tutti d’accordo. Peccato, però, che sui medesimi campeggi in bella vista il simbolo politico: su un manifesto si vede chiaramente la quercia vicino alla scritta in rosso “Direzione dei Democratici di Sinistra”. Sull’altro, gli esponenti della Margherita si sono spinti ancora oltre per dimostrare « riconoscenza e affetto al Santo Padre » , dicono loro. Su uno sfondo bianco hanno riscritto una frase pronunciata dal Papa il 4 novembre 2000, in occasione del Giubileo dei governanti e dei parlamentari: « È lo spirito di solidarietà che deve crescere nel mondo, per vincere l’egoismo delle persone e delle nazioni ».
Sdegno nella Casa delle Libertà. Reazioni a catena, commenti, polemiche per la grave ingerenza della sinistra e, alla fine, il governo ha dovuto mettere uno stop: stracciati i manifesti che speculano sulla morte del Papa. Il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, d’accordo con le singole prefetture, ha disposto di oscurare i simboli di partito contenuti nei manifesti. Un modo, hanno fatto sapere dal Viminale, « per evitare rischi di configurazione di forme di propaganda elettorale indiretta, preservando naturalmente il contenuto di omaggio a Giovanni Paolo II » . Intanto, però, la bagarre si è scatenata. Raccontano che il primo ad adirarsi, ieri mattina, sia stato proprio il premier Berlusconi, durante il Consiglio dei ministri che ha deciso il lutto nazionale per tre giorni. « La sinistra non si smentisce mai » , ha sbottato il presidente del Consiglio parlando ai suoi, « per fare campagna elettorale si sono appropriati perfino del Papa » . Più o meno la stessa frase di Francesco Storace presidente della Regione Lazio, in corsa per la riconferma. « Almeno il Papa lasciatelo in pace il giorno delle elezioni » , ha dichiarato uscendo dal seggio in cui aveva appena votato. « Sarebbe stato molto più corretto, autentico e rispettoso, attendere la fine delle operazioni elettorali per manifestare i propri sentimenti sui muri delle città » , ha commentato secco il ministro delle Politiche Agricole e vicepresidente di An, Gianni Alemanno. « Siamo di fronte a una tristissima speculazione elettorale » , gli ha fatto eco il consigliere comunale di An, Marco Marsilio, « gli elettori e i rappresentanti di lista che hanno assistito alla scena dell’affissione sono rimasti letteralmente nauseati » . Pare, infatti, che nel Lazio l’affissione dei manifesti di ” cordoglio elettorale ? da parte del centrosinistra sia avvenuta anche davanti alle scuole che ospitano i seggi, nei luoghi dove maggiore sarebbe stato l’impatto tra la gente. Una carrellata interminabile di cartelloni, poi oscurati dal governo, a Roma ieri erano affissi sul lungotevere della Vittoria, a Ponte Sisto, a Trastevere, in pieno centro e perfino a due passi dal Vaticano. Le disposizioni del ministro dell’Interno non hanno riguardato solo la Capitale. Anche a Napoli e Catanzaro le amministrazioni comunali hanno dovuto annullare o fare rimuovere integralmente i manifesti che contenevano i simboli di partito. Nel capoluogo campano, secondo quanto ha riferito il presidente della Regione, il diessino Antonio Bassolino, sarebbe stata la stessa Alleanza Nazionale a fare affiggere i manifesti con il simbolo del partito e la foto del Papa. Mentre a Catanzaro, in Calabria, nell’occhio del ciclone è finita la Margherita e in particolare il deputato Agazio Loiero, candidato del centrosinistra alla presidenza della giunta regionale. « Incredibile caduta di stile » , hanno lamentato in coro gli esponenti calabresi del centrodestra. « Ma com’è possibile arrivare sino a tanto? » , si è chiesto il deputato di An, Roberto Caruso. « Addirittura i manifesti sono apparsi stanotte ( sabato notte, ndr). Dunque erano già pronti » . Prestampati ( nel senso che mentre il Papa era agonizzante qualcuno era già all’opera in tipografia), affissi senza autorizzazioni e spesso attaccati sopra a quelli regolari: la lotta politica non si ferma mai. Neanche davanti alla morte del Papa.


Brunella Bolloli  – Libero 4 Aprile 2005