Sostenere la legge 40, per difendere la vita

Intervista al Segretario nazionale Giovani del Movimento per la Vita


ROMA, domenica, 6 febbraio 2005 (ZENIT.org).- Questa domenica si svolge in Italia la 27.ma Giornata Nazionale per la Vita, il cui tema, proposto dal Consiglio episcopale permanente della CEI, è “Fidarsi della vita”.


Un appuntamento importante per i cattolici che quest’anno si trovano ad affrontare anche una difficile competizione referendaria che intende modificare la legge 402004 sulla procreazione medicalmente assistita (pma).

Come si stanno organizzando i cattolici e in che modo cercheranno di vincere il confronto referendario? ZENIT lo ha chiesto a Giorgio Gibertini, Segretario nazionale Giovani del Movimento per la Vita.


Perché il Movimento per la Vita difende la legge 40?


Gibertini: Perché in questo momento storico difendere la vita passa anche attraverso la difesa della attuale legge 40! Bisogna essere molto chiari su questo punto. La fecondazione artificiale oggi utilizza pratiche gravate da una altissima percentuale di abortività, e per questo motivo sarebbe meglio evitare del tutto l’accesso a queste tecniche.


Va però anche detto che, di fronte ad un vuoto normativo che equivaleva al totale far-west procreatico, l’Italia, primo paese in Europa, ha legiferato in modo soddisfacente promuovendo la legge 40 che è un primo passo nella giusta direzione. Tornare indietro è impossibile, dobbiamo tenerci quello che c’è, e poi il riconoscimento giuridico dei diritti del concepito al primo articolo della legge 40, è già un bel difendere la vita.


Ci spiega perché vi opponete ai referendum abrogativi?


Gibertini: Bisogna capire che ognuno di questi 4 referendum va a colpire il cuore di una legge che, seppur imperfetta, è in questo momento il massimo ottenibile nel campo della fecondazione artificiale.


I radicali sostengono che con questa legge si nega alle coppie con problemi di fertilità di avere dei bambini. E’ vero?


Gibertini: I radicali non dicono il vero e diffondono false illusioni dicendo all’opinione pubblica che la fecondazione artificiale e la ricerca sulle cellule staminali sono la soluzione di ogni problema. 


La fecondazione artificiale non risolve i problemi di sterilità della coppia perché, dopo aver effettuato la pma, la coppia rimane sterile: quindi non è una cura per la sterilità. Ed inoltre, vista l’alta percentuale di insuccessi, la pma aggrava la situazione di una coppia sterile con un senso anche di frustrazione e di sfruttamento per la non riuscita della gravidanza.


Noi ci stiamo impegnando a promuovere una sana cultura dell’adozione per dare ad ogni bambino una famiglia, e non viceversa una cultura dell’egoismo per dare ad ogni famiglia un bambino?


I propositori dei referendum sostengono che la Chiesa cattolica ed il Movimento per la Vita sono oscurantisti perché si oppongono all’utilizzo delle staminali embrionali. Qual è il suo parere in proposito?


Gibertini: Rispedisco al mittente il termine oscurantista, talebano e tutti gli appellativi che i propositori dei referendum ci hanno appioppato in questi mesi e continueranno a farlo. Li rispedisco al mittente perché oggi, anno 2005 dopo Cristo, supportati dai mezzi che la scienza ha perfezionato in questi decenni, è veramente impossibile negare l’evidenza che l’uomo inizia dal concepimento.


La scienza è molto chiara: dal momento della fecondazione vi è una nuova vita autonoma ed indipendente. Sono quindi i radicali che sono oscurantisti, perché non sanno vedere col cuore quello che la scienza e la ragione hanno visto da tempo con chiarezza.


Il Movimento per la Vita è contrario alla creazione di embrioni da utilizzare per asportarne cellule staminali per due motivi: uno perché non si usa l’uomo come cavia, due perché, come dice il professor Angelo Vescovi, non abbiamo ancora risultati certi dei benefici dell’utilizzo delle staminali embrionali. La scienza studia, utilizza e sperimenta con le staminali adulte.


Mi sembra di capire che per i referendum abrogativi il Movimento per la Vita indichi la via dell’astensione. Che cosa farà il giorno del referendum?


Gibertini: So che alcuni esponenti della Chiesa Cattolica hanno invitato ad andare nei Santuari a pregare, il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini ha suggerito anche di visitare un campo di sterminio, simbolo della discriminazione umana e dell’eugenetica, due aberrazioni insite anche nella cultura che sottende alla fecondazione artificiale. Noi come giovani aderiremo senz’altro a queste proposte ma io vorrei orientarmi anche verso qualche Life Happening itinerante nelle piazze italiane. Vedremo.


L’astensione è la via nobile per dire ai radicali: in questo gioco io non ci entro, fatevelo voi il referendum anche perché, pochi lo sanno, se passa il quorum i propositori dei referendum prendono anche un sostanziale rimborso dallo Stato, quindi altri soldi sprecati.


Però da oggi al voto c’è ancora molto tempo e credo che sia rischioso spostare il dibattito su quello che faremo quel giorno: per ora concentriamoci nell’informare e nel formare la gente perché c’è ancora troppa confusione in materia.


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