Senato: approvata la risoluzione dell’Unione sulle staminali embrionali

– George Bush ha bloccato la legge che rendeva piu’ facile la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Irremovibile di fronte ad appelli di alcuni esponenti del suo partito,oltre che di fronte ai sondaggi d’opinione, Bush ha sbarrato la strada a un provvedimento varato dal Senato che prevedeva di rimuovere le restrizioni alla ricerca sulle staminali embrionali.
– Mentre ieri al nostro Senato è passata la mozione dell’Unione che apre alla possibilità di ricerca sugli embrioni.


L’UNIONE SI AGGRAPPA ALLE STAMINALI EMBRIONALI


Passa al Senato la mozione della maggioranza sulle staminali che apre alla possibilità di ricerca sugli embrioni. I cattolici dell’Unione calano le braghe. Decisive 5 assenze nella Cdl.
Una bella dimostrazione di ipocrisia per il senatore di Alleanza nazionale, Alfredo Mantovano: «I cattolici dell’Unione non se la sono sentita di votare esplicitamente “no” ad una mozione che chiede di tutelare l’embrione ed hanno scelto ipocritamente l’astensione».


 

I cattolici dell’Unione calano le braghe. Passa al Senato la mozione della maggioranza sulle staminali che apre alla possibilità di ricerca sugli embrioni. Il documento votato ieri, infatti, impegna il governo a «promuovere la ricerca scientifica avanzata tesa ad individuare la possibile produzione di cellule staminali totipotenti non derivate da embrioni». Ma anche «a verificare la possibilità di ricerca sugli embrioni crioconservati non impiantabili».
Un compromesso del tutto sbilanciato a favore di Rifondazione comunista, a scapito dei cattolici Ds e della Margherita che chiedevano invece al governo di privilegiare la ricerca sulle staminali adulte. È stato un accordo a perdere per Binetti & co, raggiunto nella notte con gli scherani del ministro diessino per la Ricerca Fabio Mussi, a determinare la vittoria dell’Ulivo. Ma ancora una volta, sono stati decisivi gli assenti della Cdl. E i non votanti in questo caso, per cui si può davvero parlare di “soccorso azzurro” a Romano Prodi.
Pur essendo presenti in aula, tre senatori di Fi (Alfredo Biondi, Giorgio Stracquadanio ed Egidio Sterpa) hanno scelto di non votare. Mentre il forzista Antonio Iannuzzi si è astenuto, mandando su tutte le furie Rocco Buttiglione, primo firmatario della mozione della Cdl. «L’astensione, che al Senato vale come voto contrario, non salva né l’anima né la coscienza», fa notare Buttiglione.
C’è chi era assente veramente, come Stefano Stefani e Albertino Gabana, della Lega. E chi ha proprio votato contro, come il repubblicano Antonio Del Pennino, di Fi. Risultato: la mozione Finocchiaro è passata per un voto. È stata approvata con 152 voti a favore, 150 contrari e un astenuto.

Sempre per un voto non è passata, invece, la mozione dell’opposizione, bocciata da 148 voti contrari (139 no più nove astenuti) a fronte di 147 a favore.
Ad affossarla hanno contributo anche le assenze “d’urna” di Biondi, Stracquadanio, Sterpa e Iannuzzi, che non hanno votato perché non condividono la mozione Buttiglione, Mantovano, Bianconi, Andreotti, Pallaro e Polledri. Si è astenuto Antonio Paravia di An.
Del Pennino ha votato contro. Sempre assenti Stefani e Gabana della Lega.
Altro “fantasma” di Palazzo Madama, Luigi Pallaro: il senatore indipendente eletto all’estero non ha votato né la mozione del Polo, né quella dell’Ulivo pur essendo presente.
A dare manforte a Mussi, ieri, anche il ministro degli Esteri Massimo D’Alema alla Camera. Per tutta la notte l‘Unione ha lavorato alla sua mozione per cercare una formula che accontentasse l‘ultrasinistra, senza scontentare troppo i cattolici. Che hanno dovuto rinunciare alla premessa originaria che indicava nel «rispetto della vita umana sin dal suo concepimento» uno dei limiti della ricerca. Passaggio giudicato troppo ideologico dal Prc. Rifondazione ha invece accolto il no dei cattolici alle ricerche «che implichino la distruzione di embrioni umani». Ma la frase è stata invertita: non si impegna il governo a votare in sede Ue contro il finanziamento a questo tipo di ricerca, bensì a «sostenere sotto il profilo finanziario ricerche che non implichino la distruzione di embrioni umani». «È passata la linea della ricerca per l’embrione, non sull’embrione». La senatrice dl Paola Binetti si consola così.


di Barbara Romano
LIBERO 20 luglio 2006