In Parlamento l’iniziativa promossa dal Forum e sottoscritta da un milione di persone
«Fisco a misura di famiglia»: la petizione alla Camera
DA ROMA
PIER LUIGI FORNARI
L a petizione per «un fisco a misura di famiglia » promossa dal Forum delle Associazioni familiari arriva in aula della Camera. La sottoscrizione di più di un milione di firme consegnata al Quirinale, è stata trasmessa il 20 maggio dal Presidente della Repubblica al Parlamento. Su questo erano state presentate due mozioni una dell’Udc, e una della Lega. E successivamente si sono aggiunti i documenti di Idv, del Pd e del Pdl.
Savino Pezzotta, che è intervenuto in aula a illustrare il documento dell’Udc, ha affermato che la petizione «è il seguito del Family day del maggio dello scorso anno ». L’ex portavoce di quell’evento ha lamentato che «è cambiato il governo ma di politiche audaci per la famiglia ne abbiamo viste poche ». Ha comunque auspicato «la più ampia convergenza » sui contenuti della mozione sottolineando che è « inutile parlare di declino », quando si è fatto troppo poco « per rendere giustizia alla famiglia».
La mozione dell’Udc, che ha come primo firmatario Michele Vietti, chiede quale primo passo «un sistema di deduzioni dal reddito pari al reale costo di mantenimento di ogni soggetto a carico sulla base di scale di equivalenza indipendenti dal reddito». E nell’ambito di una futura riforma del sistema fiscale l’introduzione del quoziente familiare.
La leghista Laura Molteni ha affermato che «la valorizzazione e lo sviluppo della famiglia », così come concepita dalla Costituzione, è uno dei cardini del suo partito. Il documento presentato dal suo gruppo sostiene che il sistema di tassazione deve essere riformulato sulla base del quoziente familiare ( non sostitutivo ma alternativo al sistema in vigore). Secondo la mozione che ha come prima firmataria Carolina Lussana è necessario, inoltre, « introdurre nuove deduzioni » per le famiglie numerose».
Un aumento significativo delle detrazioni è richiesto dalla mozione di Idv, insieme ad « un piano pluriennale per l’apertura di migliaia di asili nido». Nel presentare la mozione Fabio Evangelisti, ha sostenuto che è « decisamente irragionevole » introdurre il quoziente familare.
Contro questo modello di riforma fiscale si è pronunciata anche Rosy Bindi, prima firmataria della mozione del Pd. L’ex ministro della Famiglia ha messo in guardia dal ««rischio di fare accademia » nel dibattito senza poter sperare in una inversione di tendenza postiva.
La mozione del Pd sostiene che «la dote» fiscale che dovrebbe unificare gli assegni e le attuali detrazioni per i figli, «è in grado di rispondere alle attese delle associazioni familiari, e dei cittadini che hanno sottoscritto la petizione » . E su questo la Bindi ha sollecitato «un sereno confronto».
Marcello Tagliatela, illustrando la mozione del Pdl, ha aupicato «una discussione sgombra da pregiudizi» che consenta di approvare un trattamento fiscale che «sia adeguato ai contenuti della campagna elettorale» e alla petizione del Forum. Ha assicurato che l’intenzione di realizzare il quoziente familiare non è stata affatto smentita. La mozione che lo vede come primo firmatario, ricorda i primi provvedimenti del governo, tra i quali l’abolizione dell’Ici, e impegna l’esecutivo a confermare quanto previsto dalla risoluzione di maggioranza sul Dpef, cioè, in attesa della riforma della tassazione della famiglia, a destinare l’aumento di gettito, non assorbito da eventuali maggiori spese, alla riduzione del loro carico fiscale.
Intervenendo in conclusione della discussione il sottosegretario con delega per le politiche familiari, Carlo Giovanardi ha confermato «l’indirizzo del governo favorevole » ai contenuti della petizione per l’adozione delle deduzioni e «all’introduzione del quoziente familiare », per il quale c’è «un problema di tempi» per andare a regime.
Pezzotta: è il seguito del «Family day» Anche la Lega favorevole all’introduzione del quoziente familiare