Regalo di Obama: piu’ aborto per tutti

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LA NUOVA CASA BIANCA
L’Amministrazione entrante ripristinerà i fondi alle Ong che usano l’interruzione di gravidanza come un metodo per la pianificazione familiare nel mondo

Obama, affondo sull’aborto
Barack pronto a cancellare le restrizioni di Bush

di ALBERTO SIMONI, Avvenire 19/12/2008

Obama presenta altre tessere del suo mosaico. La sua squadra di governo ormai è quasi comple­ta. Ieri è toccato a Ken Salazar (segretario dell’Interno) e Tom Vilsack (respon­sabile dell’Agricoltura) guadagnarsi le luci della ribalta accanto al prossimo in­quilino della Casa Bianca.

Lontano dai riflettori però lo staff di O­bama lavora sui dossier che il presiden­te eletto riceverà in eredità da George W. Bush. È qui che si combatte una pic­cola ma tutt’altro che insignificante «guerra» fra chi lascerà la Casa Bianca e chi vi entrerà il 20 gennaio. Gli uomini di Obama studiano ogni virgola dei provvedimenti di Bush cercando di ca­pire come, se e quando smontarli. Dal­l’altra parte l’Amministrazione uscente lotta contro il tempo per mettere altri mattoni al suo edificio politico.

Entro sabato l’Amministrazione pub­blicherà la normativa sull’obiezione di coscienza per i medici e il personale sa­nitario che consentirà loro di sottrarsi, senza subire richiami, a qualsiasi prati­ca abbia implicazioni morali, come l’a­borto, il controllo delle nascite e la fe­condazione in vitro. Sarà tecnicamente più difficile e lungo per l’Amministra­zione Obama cambiare questo provve­dimento.
Basteranno invece degli ordini esecuti­vi per riscrivere altre norme procedura­li relative all’aborto e alla salute ripro­duttiva. Secondo il Wall Street Journal

Obama ha una lista di iniziative su ogni fronte, esecutivo, regolamentare, finan­ziario e legislativo, per demolire alcuni delle decisioni di Bush. Alcune fonti hanno riferito che lo staff della transi­zione sta valutando se tagliare i pro­grammi di astinenza sessuale; se au­mentare i fondi per l’educazione ses­suale che includono lezioni sui metodi per il controllo delle nascite; se consen­tire alla sanità federale di pagare gli a­borti; se rovesciare il provvedimento che rende i feti idonei alla copertura del Children’s Health Insurance Program (una sorta di mutua per i minori). Temi sui quali l’Amministrazione Bush negli an­ni ha investito molto e che Obama vor­rebbe rivedere drasticamente.

Il terreno di scontro dei prossimi mesi sarà il Freedom of Choice Act (Foca), u­na norma che trasformerebbe la Roe v. Wade (la sentenza che nel 197 legalizzò l’aborto negli Usa) in legge federale. Questo avrebbe conseguenze notevoli poiché potrebbe persino rovesciare le leggi statali e i limiti posti in materia di interruzione di gravidanza. Obama du­rante la campagna elettorale ha detto che sarebbe disposto a firmare il Foca. Ed è proprio su questo terreno che i conservatori affilano le armi. Tuttavia il so­stegno al Foca al Congresso non è così solido e secondo alcuni analisti non sa­rebbe saggio per Obama gettare da su­bito il suo capitale politico su un tema lacerante per la società e la politica Usa come l’aborto.

Di sicuro fra le prime azioni di Obama ci sarà un ordine esecutivo che cancel­lerà il divieto posto da Bush al finanzia­mento con fondi federali della creazio­ne di embrioni per la ricerca scientifica. Una delle questioni più controverse ri­guarda inoltre la cosiddetta «global gag rule», che proibisce che i soldi dei contribuenti Usa siano dati a organizzazio­ni internazionali per la pianificazione familiare che pratichino l’aborto. Oba­ma dovrebbe autorizzare il ripristino dei fondi federali per l’Unfpa (Fondo Onu per la popolazione) che Bush cancellò nel gennaio del 2001.

Il presidente eletto vuole abrogare le norme in vigore. Nel mirino il taglio dei programmi sull’astinenza sessuale e più soldi ai progetti per il controllo delle nascite.