Oil for food, ecco i pagamenti al figlio di Annan

Inchiesta il sole 24 ore – financial times



Il denaro su un conto svizzero della Coutts nel 2002 2003. I soldi ricevuti da società di trading sotto inchiesta nell’«affare»

di Claudio Gatti

Kojo Annan, figlio del segretario generale dell’Onu Kofi Annan, ha ricevuto oltre 750mila dollari da varie società di trading petrolifero oggi sotto inchiesta per il loro ruolo nello scandalo Oil for food.

Da un’indagine condotta dal Sole 24 Ore in collaborazione con il Financial Times, risulta che quei pagamenti sono stati fatti nel corso del 2002 e del 2003 su un conto personale aperto da Kojo Annan nella filiale svizzera della banca britannica Coutts. Il nome in codice del conto è Adeyemo, secondo nome del figlio del segretario generale dell’Onu.

Kojo Annan è già stato accusato di aver tratto beneficio dall’Oil for food Program, il programma con cui l’Onu ha per anni regolato l’import export dell’Irak di Saddam Hussein. È successo attraverso la Cotecna, società di ispezione di beni con base a Ginevra che nel 1998 ottenne un contratto dall’Onu di un valore totale superiore ai 60 milioni di dollari.
Nonostante si fosse dimesso dalla Cotecna alla vigilia dell’assegnazione di quel contratto, Annan continuò per anni a essere pagato grazie a un discusso contratto in cui si impegnava a non lavorare per la concorrenza.
Adesso però è emerso che Kojo Annan ha ricevuto soldi da società di trading petrolifero coinvolte nello scandalo. Contattato dal Sole 24 Ore e dal Financial Times, l’avvocato di Annan ha tenuto a chiarire che i pagamenti non erano legati a transazioni nell’ambito del programma Onu per l’Irak: « Il nostro cliente non ha mai personalmente ricevuto alcun denaro da attività di trading petrolifero regolate dal programma Oil for food ».

Effettivamente non ci sono prove che ciò sia accaduto. Ma la rivelazione che Kojo Annan ha ricevuto ingenti somme di denaro da società sotto inchiesta per aver violato le sanzioni dell’Onu non può che costituire una nuova fonte di imbarazzo per il Segretario generale delle Nazioni Unite. E arriva proprio alla vigilia di un nuovo rapporto della speciale commissione di inchiesta diretta dall’ex governatore della Banca centrale Usa Paul Volcker.
Particolarmente imbarazzante per il Segretario generale e per suo figlio è il fatto che una delle società che hanno trasferito denaro sul conto svizzero della Coutts è Trafigura Beheer BV, società con base in Olanda fondata da un gruppo di traders che avevano lavorato con Marc Rich, il controverso trader americano per anni inseguito dalla giustizia Usa ( fin quando non ha ricevuto la grazia presidenziale nell’ultimo giorno trascorso da Bill Clinton alla Casa Bianca).

Trafigura ha inviato oltre 250mila dollari a Kojo Annan tra luglio e settembre 2003, e cioè quando era già noto a tutti nel mondo del trading petrolifero che la società olandese era stata coinvolta in due episodi di contrabbando di petrolio dall’Irak in violazione delle sanzioni Onu. Gli episodi risalgono alla primavera del 2001 quando la petroliera Essex, noleggiata da Trafigura, per ben due volte lasciò un porto iracheno dopo aver caricato un quantitativo di greggio superiore a quello dichiarato agli ispettori dell’Onu.
Contattata dal Sole 24 Ore e dal Ft, la società olandese non solo ha continuato a negare di aver alcuna responsabilità nelle vicende della Essex, ma ha inizialmente negato di aver mai pagato Kojo Annan. Su nostra insistenza, la società si è corretta, spiegando di aver trovato traccia documentale di pagamenti fatti sul conto in questione relativi a transazioni condotte da Trafigura con Petroleum Projects International, un trader nigeriano di cui Kojo Annan è direttore. « La fattura da Ppi ci è arrivata via fax e pensavamo che il conto indicato fosse quello di Ppi » ci è stato spiegato.
L’avvocato del figlio del Segretario generale dell’Onu ha confermato che nel 2003 il suo cliente era direttore di Ppi e che in quel periodo « Ppi ha fatto affari con Trafigura » . L’avvocato ha tenuto a chiarire che le transazioni in questione riguardavano gas e benzina anziché petrolio ma non ha spiegato come mai i pagamenti siano stati richiesti su un conto personale di Kojo Annan anziché su quello aziendale di Ppi. Vale la pena inoltre notare che a rappresentare Ppi a Ginevra è Michael Wilson, un gahaniano amico di famiglia degli Annan che, in quanto ex vicepresidente della società di ispezione di beni svizzera di Cotecna, è ora uno dei personaggi centrali dello scandalo Oil for food.

Tra la primavera del 2002 e quella del 2003, Kojo Annan ha inoltre ricevuto 200mila dollari da altri due trader di petrolio internazionali i cui nomi appaiono in un elenco di società che hanno pagato tangenti al regime di Saddam Hussein. L’elenco, stilato da funzionari iracheni all’indomani della caduta di Saddam, è oggi nelle mani degli investigatori di una commissione di inchiesta del Senato Usa. In aggiunta, sempre nella primavera del 2002, Kojo Annan ha avuto 205mila dollari da Fosdyke Finance Corp, società del gruppo Fosdyke, all’epoca direttamente coinvolto nel programma Oil for food.

Nel corso del 2000, Fosdyke si è occupata del marketing sul mercato internazionale di milioni di barili di petrolio iracheno ottenuti dalla società russa Tafneft. Il destinatario di tutto quel petrolio fu David Chalmers, il proprietario della società texana Bayoil che nell’aprile scorso è stato accusato dalle autorità americane di aver violato le sanzioni Onu.
Contattato dal Sole 24 Ore e dal Financial Times, Stephan Brunner, direttore della sussidiaria inglese di Fosdyke, ha negato che il gruppo abbia mai pagato Kojo o abbia mai operato in Africa. Ma lo stesso avvocato di Kojo Annan ha invece ammesso che, « attraverso Ppi » , Kojo Annan ha fatto affari con Fosdyke.

Da Il Sole 24 Ore del 20 settembre 2005