ONU: patrona dei neototalitarismi?

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La Chiesa polacca contro l’Onu: “Sull’aborto stanno sbagliando”

Varsavia. È aspra polemica tra rappresentanti del clero polacco e l’Onu sulla questione dell’aborto e sulla condizione femminile in Polonia. All’Onu, che in un rapporto presentato dalla Commissione per i diritti umani ha denunciato che lo Stato polacco attualmente non garantisce alle donne il diritto di abortire legalmente, ha risposto il vescovo Tadeusz Pieronek. “Mi domando da chi l’Onu ha ricevuto l’incarico di indicare cosa sia il bene o il male”, ha detto monsignor Pieronek, 70 anni, rettore uscente della Accademia pontificia di teologia (Pat) a Cracovia.
Le Nazioni Unite hanno criticato la “mancata tutela dei diritti delle donne incinte di scegliere liberamente se avere o meno un bambino”. L’Onu ha espresso “una profonda preoccupazione” per la legge polacca sull’aborto in vigore dal 1993 secondo la quale la interruzione di gravidanza (fino alla 12ma settimana) è ammessa solo in caso di stupro, di grave malformazione del feto e di pericolo per vita o salute della donna. Provocare l’aborto oltre questi casi è secondo il codice penale polacco del 1997 un reato per quale si rischia una pena fino a tre anni di prigione.
Pieronek ha detto al quotidiano “Gazeta Wyborcza” che la posizione dell’Onu è sbagliata perché fra i principali diritti dell’uomo c’è la facoltà di scegliere in questa materia “secondo la propria coscienza”.


Avvenire, 11 novembre 2004