Nozze gay: già in arrivo la legge

Nozze gay, già in arrivo la legge. Primo strappo Ds-Margherita


Proposta di legge numero 33. Proponente, il diessino Franco Grillini. Oggetto: “Disciplina del patto civile di solidarietà”. Detto, fatto. Nel dibattito politico e, soprattutto, nel dibattito interno al futuro governo e alla maggioranza di centrosinistra, il tema dei Pacs irrompe senza esitazioni. Come annunciato nei giorni scorsi, infatti, il leader storico dell’Arcigay ha subito depositato a Montecitorio la proposta di legge che ha l’obiettivo di introdurre nell’ordinamento italiano una serie di diritti e di garanzie per le coppie di fatto. Proposta sottoscritta da 161 parlamentari dell’Unione. Analoga proposta è stata presentata al senato dalla diessina Vittoria Franco.

Pacs? Subito. Anche se ai cattolici la Margherita aveva promesso il contrario.
Gli omosessuali chiedono al centrosinistra di mantenere gli impegni presi in materia di riconoscimento dei loro diritti civili come coppie conviventi. E Franco Grillini, ex presidente dell’Arcigay, mantiene. Come primo atto dopo la sua elezione nelle file dei diessini presenta alla Camera una proposta di legge sui Patti civili di solidarietà, ovvero i Pacs. Proposta sottoscritta da 161 parlamentari dell’Unione.
Al Senato analogo provvedimento è stato già presentato dalla senatrice Vittoria Franco, sempre della Quercia. Peccato che a Palazzo Madama sieda, sempre tra le file del centrosinistra, la senatrice Paola Binetti eletta con la Margherita. E l’ex presidentessa del comitato Scienza e Vita (nato per difendere la legge 40 sulla fecondazione assistita) prima del 9 aprile aveva promesso ai suoi potenziali elettori cattolici esattamente il contrario: ovvero che si sarebbe battuta per frenare l’approvazione dei Pacs. Anzi. La Binetti insieme all’ex presidente delle Acli, Luigi Bobba, aveva indirizzato una lettera aperta ai cittadini proprio per rassicurarli sui temi più caldi, invitando i cattolici a votare per l’Unione senza timori. «L’attuazione dei Pacs non è urgente – aveva detto la Binetti – infatti il programma dell’Ulivo ne parla solo nel paragrafo dedicato ai nuovi diritti». E la senatrice della Margherita si era spesa in difesa della famiglia intesa in senso tradizionale. «Solo attraverso il matrimonio c’è un’assunzione di responsabilità verso la società – aveva insistito -. Al centro del programma dell’Unione c’è la famiglia». Alla Rosa nel Pugno che l’aveva attaccata per le sue posizioni troppo ossequienti verso la Chiesa, la Binetti aveva replicato con asprezza. «La mia non è una posizione oscurantista ma che tiene conto del punto di vista di quella maggioranza di italiani che chiede di tutelare prima di tutto la famiglia – aveva detto la Binetti -. La Rosa nel Pugno cavalca solo il tema delle coppie di fatto ma sono ben altri i problemi più urgenti».
Ora che il centrosinistra si prepara a governare dunque tutti i nodi vengono al pettine. Il pdl presentato da Grillini specifica che «non si può imporre alle persone una drastica scelta fra due sole opzioni: il matrimonio tradizionale da una parte, l’assenza assoluta di qualsiasi riconoscimento giuridico di tutela in caso di eventi imprevisti dall’altra» aggiungendo che tale principio vale soprattutto per chi come gli omosessuali «non può nemmeno scegliere di sposarsi».
Il patto si stipula di fronte all’ufficiale di stato civile che poi lo iscrive in un apposito registro. Ciascun contraente è tenuto a «provvedere alle esigenze economiche della coppia in ragione delle proprie sostanze e della propria capacità lavorativa». I contraenti dei Pacs possono scegliere tra comunione legale e convenzionale.
In caso di grave malattia invalidante tutte le decisioni di carattere sanitario potranno essere prese dal convivente sentiti anche i familiari. Nella successione il convivente ha gli stessi diritti del coniuge. Dal punto di vista fiscale (agevolazioni, sovvenzioni, assegni di sostegno) dopo due anni di convivenza si acquisiscono gli stessi diritti dei coniugi compresa la pensione di reversibilità.
Tra le novità la concessione del permesso di soggiorno per motivi familiari anche per chi contrae un Pacs dopo due anni e la cittadinanza italiana dopo 5 anni.


Di Francesca Angeli
da “il Giornale.it” del 3 Maggio 2006