Mons. Maggiolini risponde ad Amato…

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Intervista a Mons. Maggiolini
in risposta alle affermazioni del neo-ministro Amato


Includere nell’Europa qualche cosa che non è cristiano sta provocando e provocherà problemi…




Monsignor Maggiolini, vescovo di Como, il ministro Amato ha detto che lo «spaventa chi rivendica le radici cristiane dell’Europa, per escludere e non per includere chi chiede di farne parte; quando proprio l’inclusione è il messaggio universale del Cristianesimo».
Che cosa ne pensa?
«La cosa è abbastanza singolare. Se il cristianesimo è inclusione, il demonio è incluso?»
E’ presente, ma penso di no…
«Certamente. Quindi il cristianesimo include ed esclude. Prenda tutti i comandamenti: il cristianesimo include tutto? No ovviamente. Allora che senso può avere dire che il cristianesimo include, e non esclude nulla? Il cristianesimo include ciò che è includibile, ciò che è buono, ed esclude anche. Il cristianesimo è un giudizio di misericordia, perché perdona tutto. Però un conto è perdonare, e un conto è fingere che non sia capitato niente. Il fatto di perdonare è un includere, dopo che uno ha chiesto perdono e ha ricevuto la misericordia di Dio. Allora sì».
Si riferisce a quella che è stata storicamente l’aggressione dell’Islam nei confronti dell’Europa, mi sembra di capire.
«Certamente, basta ricordare l’assedio di Vienna. Ma io mi chiedo anche perché questi cosiddetti intellettuali non parlano di “analisi 2”».
Analisi 2, cioè?
«E’ il secondo esame di matematica nella facoltà universitaria. Quello che voglio esprimere è questo: perché se si intendono di urbanistica vogliono a tutti costi parlare di critica dantesca o di critica manzoniana»?
Vuole dire: perché tirano in ballo il cristianesimo sapendone poco?
«Esattamente. Il cristianesimo non è uno starnuto, ha delle sue norme che sono rigidissime, che sono rigidissime insieme al perdono. Però ci vuole il perdono. Sator ne ultra crepidam… Calzolaio, non oltre la scarpa. Se da vescovo parlo di floricultura, corro il rischio di dire delle sciocchezze, a meno che non mi sia informato bene, abbia studiato. Ma mi guardo bene dal parlare di floricultura».
Quindi cristianesimo ed Europa per Lei sono strettamente collegati?
«Certamente! però bisogna che uno sia davvero informato da letture che non si improvvisano. Per esempio, Spengler, quella gente lì, l’ha letto? Gli storici cristiani di Sant’Agostino, li hanno letti? Perché quando si parla di cristianesimo tutti devono sentirsi informati e delegati a dire la loro, anche se non sanno assolutamente nulla»?
Le leggo anche la seconda frase: «includere, dunque, non escludere, come del resto il messaggio cristiano nella sua universalità dovrebbe essere inteso da chiunque non ne faccia un uso personale e lo prenda per quello che dice da oltre duemila anni».
«Che cosa vuol dire, questo? Tenga presente che Gesù Cristo è fuori dai duemila anni. Lo escludiamo. Ma che scemenze sono, queste! Sono delle frasi ad effetto che lasciano tramortito chi non pensa. Chi sta attento a ciò che si dice si rende conto che è una sciocchezza, sono delle banalità dette da uomini che si lasciano dire illustri. Non hanno senso».
Che cosa si può rispondere?
Credo che sia inutile battibeccare. Dietrich Bonhoeffer (teologo protestante tedesco del secolo scorso, n.d.r.) diceva che con gli intelligenti e informati che sono critici si può discutere, ma con gli ignoranti nulla possono nemmeno gli dei».
Quindi includere qualche cosa che non è cristiano nell’Europa provocherebbe problemi?
«E’quello che sta capitando, e che capiterà».


di Marco Tosatti
La Stampa 22 Maggio 2006