Mons. Luigi Negri, Vescovo d’assalto

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Due interviste molto interessanti del Vescovo di San Marino


1) “Nessuna mediazione sui Pacs o si azzera tutto o è scontro” intervista di Luigi Accattoli
2) “In Emilia-Romagna trionfa l’ideologia

1)


“Nessuna mediazione sui Pacs o si azzera tutto o è scontro”


Mons. LUIGI NEGRI
Vescovo di San Marino e Montefeltro 


“Non vedo la possibilità di una “sintesi” tra il progetto di una legge sulle coppie di fatto che si sta portando avanti e le preoccupazioni dei cattolici. Secondo me o si azzera tutto e si riparte dando priorità ai bisogni della famiglia tradizionale e poi ci si occupa del caso particolare delle unioni senza matrimonio, oppure si va a uno scontro molto pesante tra due concezioni antropologicamente non assimilabili»: è questo il commento del Vescovo di San Marino e Montefeltro, Luigi Negri, al dibattito di questi giorni.
Eccellenza, non è proprio dei politici cercare l’incontro a metà?
“Sarà che io non sono un politico, ma da come si sono messe le cose i margini per un incontro stento a vederli. Ha sentito il papa a mezzogiorno, che ha parlato di “unicità irripetibile” della famiglia? Avendo questa convinzione come possiamo metterle accanto un’altra aggregazione sociale che le fa concorrenza e la oscura?»
Ma le altre aggregazioni ci sono già e si tratta solo di riconoscere i diritti delle persone coinvolte…
«Questa è la visione minimalista che si vorrebbe accreditare, ma ben più decisa è la rivendicazione di un pieno riconoscimento da parte delle componenti radicali e continuando sulla strada imboccata non si potrà non arrivare al riconoscimento di un’entità concorrenziale alla famiglia, aperta anche alle unioni omosessuali. Ha visto che cosa è successo a Padova con il registro delle coppie non sposate aperto presso l’anagrafe? La seconda coppia che si è presentata, giusto ieri, era una coppia omosessuale!»
Esistono anche le coppie gay…
«E perciò dobbiamo adoperarci per introdurre nell’ordinamento il matrimonio omosessuale? Mi pare che si stia andando a un riconoscimento comunque mascherato delle coppie di fatto che implicherà un riconoscimento, magari non dichiarato, di quelle omosessuali. È accettabile che si costruisca sull’equivoco, sul non detto? Era necessaria questa legge? Risponde al vero interesse della collettività?»
Secondo lei che si doveva fare?
«Riconoscere la sostanziale inerzia di tutti i governi precedenti nell’aiuto alla famiglia tradizionale e impostare una vera politica di sostegno. Quella sì che sarebbe stata una priorità nazionale riconoscibile da tutti. Nell’ambito poi di una tale strategia si poteva prestare attenzione anche alle esigenze delle situazioni marginali, che forse interessano il 2% della popolazione».
Per queste situazioni che cosa ritiene si possa fare?
«Alcuni dei bisogni delle coppie di fatto sono già soddisfatti dalle leggi in vigore, specie per quanto riguarda la presenza di figli. Per altri bisogni forse si può prevedere un ampliamento di attenzione, magari con modifiche del Codice civile. Ma trovo del tutto inopportuno aver dato centralità ed esclusività di attenzione ai casi marginali invece che all’intero popolo delle famiglie fondate sul matrimonio».


intervista di Luigi Accattoli
Corriere della Sera 05.02.2007 



2)


EMILIA-ROMAGNA PRIMO PIANO ‘NICHILISMO’, IL DIBATTITO DEL CARLINO 
“In questa regione ci si preoccupa solo del proprio tornaconto. Così i giovani sono allo sbando” un altro vescovo Luigi Negri si leva accanto al Cardinale Caffarra 


Si può battere il nichilismo, si può vincere la volontà del nulla. Nelle sacrestie delle chiese di mezza Emilia Romagna continua a circolare l’intervista che il cardinale di Bologna Carlo Caffarra ha rilasciato mercoledì scorso al nostro direttore, Giancarlo Mazzuca. Molti sacerdoti, da Piacenza a Rimini — passando per Ferrara e Forlì — hanno citato domenica nelle loro omelie le parole di Caffarra al Carlino. Il tam-tam negli ambienti cattolici è forte: “L’Emilia Romagna sazia e nichilista, che pensa di poter vivere bene senza Dio e trasforma la chiesa in una sorta di crocerossa da chiamare quando c’è bisogno” (parole del cardinale) è diventata oggetto di dibattito e discussione, non solo sul nostro giornale, ma anche nelle parrocchie, nelle associazioni, in certi casi nelle famiglie e con un po’di imbarazzo pure negli ambienti politici. Nessun “pezzo grosso” del Palazzo, ad esempio, se pur sollecitato, è voluto intervenire; magari ha appositamente evitato per non entrare in contrasto con il cardinale, ma forse è proprio questa forma del “lasciamo perdere” di stampo buonista che preoccupa più di ogni altra cosa l’arcivescovo di Bologna, alla ricerca di valori forti. Le parole di Caffarra nella vita istituzionale dì tutti i giorni si intrecciano inevitabilmente con quei famosi principi non negoziabili da tempo segnalati dal Papa (vita, morte, bioetica e famiglia); e proprio su questi temi si stanno accendendo focolai di polemiche. Un esempio: in Regione è saltata la riunione della commissione bilancio che doveva discutere su un ulteriore allargamento dei diritti delle coppie di fatto in Emilia Romagna. La Margherita — bastava leggere le perplessità espresse domenica da Tiziano Tagliani ad Avvenire — non è affatto convinta e allora si è rinviato il tutto, in attesa di tempi migliori. 


“Trionfa l’ideologia” accusa Luigi Negri, Vescovo della diocesi di San Marino  Mons.
Luigi Negri, Vescovo di San Marino e Montefeltro, primo allievo italiano di don Luigi Giussani (fondatore di CI) nell’intervista che riportiamo qui sotto, usa parole forti, stimolanti, a tratti anche scomode. Va letta. 


L’ultima domanda viene promossa a prima. Volevamo chiudere chiedendo al Mons. Luigi Negri che differenza c’è fra la gestione della cosa pubblica nella sua Lombardia e l’Emilia Romagna, dove vive da neanche due anni. Lui risponde con una “cannonata”. “In Lombardia ho sentito vibrare un cuore preoccupato del popolo. In Emilia Romagna mi sembrano che ci siano più cuori preoccupati della propria tasca, del proprio tornaconto, della propria ideologia”.
Luigi Negri è un vescovo scomodo, lo avrete capito. Prosegue.
“Io credo che le istituzioni non debbano essere soggetti portatori di una ideologia, imposta perchè hanno una maggioranza. Un assessore comunale è il servitore delle varietà delle culture del suo paese e deve lasciare spazio al pluralismo. Poche volte succede”
Eravamo partiti da Caffarra. E in fondo le parole del cardinale toccano tutto, anche la vita pubblica e politica. Le condivide?
“Sì, in maniera totale”.
Cosa vuol dire in concreto che l’Emilia Romagna è nichilista?
“Vuol dire che si cerca la soddisfazione materiale ad ogni costo. Il nulla è il fondamento delle cose. Il caso Erba, oppure la donna di Riccione uccisa perchè il suo ne abbaiava troppo sono i principi che regnano oggi, portati ovviamente alle estreme conseguenze: il mio benessere viene prima di tutto, elimino chi lo ostacola”.
E’ una visione catastrofica.
“E invece sono ottimista. Il Papa ha detto a Verona: l’Italia ha bisogno di evangelizzazione, sì, ma trova una terra fertile. E’ così. La gente quando si avvicina alla Chiesa, a Dio, capisce che lì c’è la sua vera vita. Va aiutata a passare dal ‘culto’ alla ‘cultura’ e il nostro compito è proprio questo. Ridare dinamismo alla Chiesa con la missione l’educazione. L’uomo è interessato solo a ciò che è totalizzante: e la totalizzazione o è sul nulla — e quindi viaggia sul filo della morte — oppure è sulla fede. Il cristianesimo è un sì positivo alla vita, non mette in evidenza le cose che non si possono fare. Se non combattiamo questa battaglia, la Chiesa si spegne”.
La prima emergenza?
“L’educazione. Lo ha ammesso il 62% delle famiglie italiane, eppure noi stiamo qui a parlare di Pacs e coppie di fatto che interessano il 2% della popolazione e non il 62. Aiutiamo la famiglia. E la famiglia non ha una versione cattolica. E’ la famiglia naturale su cui la società è vissuta per millenni!”.
Il Cardinale Caffarra si è detto preoccupatissimo per i giovani, per l’alcol e la droga.
“E nella mia diocesi questo problema è ancora più accentuato che altrove.”
Che fare?
“L’alcol, e la droga sono un rifugio dei ragazzi che non sanno perchè vivono e non hanno nulla da fare. Noi chiediamo ai genitori e agli adulti di creare dei luoghi dove i loro figli, nel tempo libero, possano fare esperienze positive. Non ha senso dire solo ai nostri figli non fare questo e non fare quello. Serve una proposta, che non è affatto detto sia solo cattolica. Vieni in gita per noi, ad esempio. Molti giovani, mi creda, non aspettano altro”.
L’Emilia Romagna era sazia e disperata per Biffi, è sazia e nichilista per Caffarra. Dov’è finita la disperazione?
“E’ dimenticata nel culto del benessere. Ma riappare appena il benessere non si realizza, e se riappare è peggio di prima. Non a caso ci sono tanti, troppi suicidi in questa regione. Anche suicidi mascherati”.
Mascherati in che senso?
“Quei ragazzi che corrono ai 200 all’ora in auto, magari drogati fino al collo, e si schiantano e muoiono, secondo lei volevano vivere ?” RAGAZZI “Certi incidenti a folle velocità sono autentici suicidi mascherati”


intervista di Massimo Pandolfi
MARTEDÌ 6 FEBBRAIO 2007 il Resto del Carlino