Milano: proposta la creazione degli elenchi delle coppie di fatto

Ma sui pacs la sinistra non molla l’osso


Per la sinistra i pacs sono “principi non negoziabili”, e il neoeletto presidente della Camera Bertinotti afferma: «Se fossi in un governo monocolore della Prc li farei subito»…

Per la sinistra sono “principi non negoziabili”. Sì, i pacs. A soffiare sul fuoco è stata la neoministra alle Pari opportunità Barbara Pollastrini: «Il rispetto dei diritti di tutti, non solo dei singoli ma anche delle coppie di fatto, è un atto di serietà e di saggezza. Sono convinta che sul tema delle unioni civili si debba andare avanti con determinazione».
Non si spegne, dunque, l’incendio comunista ai danni della famiglia riconosciuta dalla Costituzione: «Se fossi in un governo monocolore – ha detto Fausto Bertinotti a Porta a Porta – li farei subito. Sono favorevole ai pacs, credo che siano una buona soluzione per il nostro Paese e se fossi in un governo monocolore della Prc li farei subito. Le mie prerogative personali sono le stesse che chiedono anche i movimenti gay».
La politica di sinistra, dunque, si prepara a fare carte false pur di riconoscere i pacs. Lo fa a livello nazionale così come a livello comunale. Fresca di giornata è la proposta di istituire a Milano, dopo le elezioni del 28 e 29 maggio, i registri delle coppie di fatto. Ad avanzarla sono stati Marco Volante, Donatella Capirchio e Luca Paladini, rispettivamente candidati al Consiglio di zona 4, candidata presidente della zona 1 e candidato al Consiglio di zona 8 nelle liste dell’Ulivo.
 «Come primo atto politico, se saremo eletti nei Consigli di zona in cui siamo candidati, depositeremo la proposta di delibera per l’istituzione degli elenchi delle coppie di fatto, strumento civico indispensabile per assicurare a tutte le coppie conviventi residenti in zona le pari opportunità soprattutto in relazione alla fruizione dei servizi sociosanitari alla persona, alle famiglie, all’infanzia e alla terza età». Si tratterebbe di un provvedimento «di estensione dei diritti. La delibera istitutiva dell’elenco delle coppie di fatto permetterà alle stesse, senza distinzioni di genere, di beneficiare delle agevolazioni e dei servizi offerti dalle nostre zone come l’assistenza alloggiativa o l’iscrizione dei bambini negli asili nido».
Semplice la procedura ideata dal centrosinistra per dribblare la Costituzione e riconoscere a Milano le unioni: «Basterà solo andare negli uffici dell’anagrafe di zona, dichiarare la convivenza e iscriversi. Nel momento in cui non esisteranno più le condizioni della convivenza, si verrà cancellati. Auspichiamo che anche le altre zone facciano questo passo concreto che significherà un miglioramento della qualità della vita e il riconoscimento della solidarietà per molte coppie finora invisibili alla pubblica amministrazione, ma attive nella società e nei quartieri in cui vivono».
L’iniziativa milanese è in buona compagna. Vale, ad esempio, per Roma: «È necessario che un’amministrazione come quella di Roma istituisca il registro delle unioni civili» spiega Sandro Medici, presidente del X municipio (Prc), in cui il registro delle unioni civili è già una realtà. «Il programma del sindaco – continua Medici – fa delle aperture in questo senso, ma si tratta di poca roba. Invece Veltroni questa cosa la deve fare. Siamo consapevoli che questa materia necessita di una copertura a livello nazionale, ma perché questo deve escludere che un’amministrazione locale possa spingere e dare indicazioni in tal senso? Roma è sempre stata una città un po’ provinciale. Ma serve un passo avanti. Occorre prendere atto della normale trasformazione del tessuto sociale». L’istituzione del registro delle unioni civili – fa coccodè Adriana Spera, consigliere comunale del Prc – «è una scelta politica, inerente ai diritti della persona».


La Padania [Data pubblicazione: 19/05/2006]