Se Martini conta più di Benedetto XVI
Resta il fatto che le nomine in Italia e in Curia sembrano in questo ultimo periodo tener molto conto delle predilezioni del cardinal Carlo Maria Martini, vedi le scelte per l’importantissima diocesi di Brescia del suo pupillo monsignor Luciano Monari; e per la diocesi di Mantova, dove è stato eletto, il suo ex portavoce, monsignor Roberto Busti. Oggi ulteriori conferme: mons. Ravasi è stato nominato Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura e al contempo Presidente delle Pontificie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra, mentre mons. Francesco Giovanni Brugnaro è stato nominato Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche…
La nomina non è ancora stata firmata, manca solo il tratto di penna di Benedetto XVI. Il quale sta scrivendo la seconda parte del Gesù di Nazaret, e pare interessarsi molto poco delle nomine di Curia. Si occupa di Cristo, non dei capi dicastero. Peccato che in questo caso, se dovesse confermare con il suo autografo la pratica già conclusa dalla Segreteria di Stato, insedierebbe ai vertici del ministero della Cultura della Santa Sede il suo massimo avversario nel campo della lettura della Bibbia e della storicità dei Vangeli. La scelta di Gianfranco Ravasi, prefetto dell’Ambrosiana, non sarebbe affatto di ripiego. L’uomo parla innumerevoli lingue, ha un cervello capace di memorizzare migliaia di versetti alla prima lettura. Ha una capacità divulgativa straordinaria. Ma obbedisce a un’impostazione teologica che fa riferimento – dicono gli esperti – più a coloro che ritengono i testi del Vangelo qualcosa da demitizzare (vedi Bultmann) piuttosto che da valorizzare criticamente come fonti storiche assai prossime agli eventi. In passato ci furono dure polemiche che lo coinvolsero: arrivò a sostenere nervosamente, dinanzi alle ricerche archeologiche che confermavano la veridicità quasi giornalistica dei Vangeli, che «continua in modo scomposto e frenetico l’interesse per il Gesù della storia». In questo modo venendo a distinguere tra il Cristo della fede e quella della storia, visione contro cui duramente polemizza il Ratzinger autore del libro su Gesù. È vero – si sottolinea – che il Papa ha lasciato libero campo a chi lo contraddice. Ma elevare al rango di leader della cultura cristiana chi ha concetti sul Vangelo avversi a quelli del Pontefice sarebbe sfidare un po’ troppo i sentimenti dei fedeli, già parecchio confusi in questi anni. Bertone, che ha lavorato con Ratzinger alla Dottrina della fede, stima molto le qualità di Ravasi, che nessuno disconosce, ma sta esaminando la possibilità di proporre a Benedetto XVI un uomo più vicino alla visione della cultura come «generata dalla fede» propria del Papa bavarese: il cardinal Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. Resta il fatto che le nomine in Italia e in Curia sembrano in questo ultimo periodo tener molto conto delle predilezioni del cardinal Carlo Maria Martini, vedi le scelte per l’importantissima diocesi di Brescia del suo pupillo monsignor Luciano Monari; e per la diocesi di Mantova, dove è stato eletto, il suo ex portavoce, monsignor Roberto Busti.
di RENATO FARINA
Libero 31 agosto 2007