di Massimo Pandolfi
L\’altro giorno monsignor Rino Fisichella, uno dei supervescovi italiani, ha detto: \’Dall\’embrione nasce un uomo o una donna, non nasce un\’aquila o un maialino. L\’embrione non è un po\’ di muffa, non è un insieme di cellule amorfe: è una cellula umana che diventerà un feto e poi un bambino\’. Siamo arrivati a questo punto: è necessario (sì, è necessario) ricordare di che cosa si sta parlando quando si tratta l\’argomento aborto. Perchè nelle mille discussioni che si aprono a riguardo di pillola abortiva e dintorni, ci si ricorda di tutti tranne del soggetto più debole: quel bambino che non si vuole far nascere, quel bambino che non nascerà mai.
E bene ha fatto Fisichella a ripartire dall\’Abc che l\’uomo moderno vuole saltare, perchè così magari ha meno magoni. Si parla della libertà della donna, dell\’assistenza del marito, dell\’importanza del medico, ma quel bambino, o se volete quel feto, e comunque quel \’tu che eri anche tu\’ che fine ha fatto? Niente, è come se non esistesse.
L\’altro giorno, in Emilia Romagna, il dipietrista Nanni ha attaccato Varani (pdl) con questa lettera, intitolata \’Attaccano la pillola abortiva per attaccare la libertà della donna\’. Ha scritto Nanni: \’Dice il Cons.re Reg.le del Pdl, il ciellino Gianni Varani: “La Ru486 è la via con la quale si sta cercando di scaricare sulla donna le responsabilità e la gestione dell’aborto” come dire: la legge sull’aborto (la 194) e le linee guida della regione Emilia-Romagna attinenti l’interruzione volontaria di gravidanza tramite la pillola abortiva (la Ru486, appunto) sono “contro” e non “a favore della donna”. Con questo, fermo restando che l’uso di qualsiasi medicinale può avere effetti collaterali indesiderati, cosa vuole il forzista?….vuole forse ritornare alle “mammane” ed all’aborto “fai da te”? Sicuramente no, perché Varani è uomo di “coscienza”, è il concetto di libertà di scelta non condiviso dalle gerarchie ecclesiastiche che Egli attacca! Non si rende conto che nella coppia, ora e giustamente, la donna rivendica un ruolo decisionale che negli anni passati era riservato solo all’uomo e ci appare discriminatorio il fatto che, mentre per l’uomo, allora, non si invocasse un eccesso gravoso di responsabilità, ora, lo si faccia per la donna. Perchè non si ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome e non si cessa di giocare con le parole per ingannare chi con le parole non sa giocare? Chi deve prendersi la gravosa e dolorosa responsabilità di un’interruzione di gravidanza se non la donna che porta in grembo quella creatura e che, comunque, sarà sempre la responsabile della sua decisione? Chi deve gestire la gravosa e dolorosa gestione dell’aborto, se non la donna, che decide un intervento estraneo di tal genere, non solo sulla sua creatura, ma anche sul suo corpo! Perché si è tanto pietosi nei riguardi della donna che decide di abortire, tanto pietosi da volerle togliere questa libertà? Chi ha detto che la responsabilità sarà solo sua? Quando il rapporto di coppia sarà fruttuoso, la donna spartirà questo peso con il suo uomo e solo quando i pareri saranno discordi avrà il sopravvento. Bisogna avere il coraggio di riconoscere che la donna è sempre stata il pilastro dell’organizzazione sociale e familiare e non temere che sbagli, perché comunque pagherà sempre in prima persona!\’
Credo che Nanni rappresenti l\’esempio vivente del nichilismo di quest\’epoca. Parla di tutto, tranne che di quel feto. Da cui non nascerà un\’aquila o un maialino, ma un uomo o una donna. E anche il signor Nanni era un feto. Ed è diventato il signor Nanni, non un\’aquila. E neanche un maialino.
(14/09/09 – Massimo Pandolfi\’s Blog)