La Regione Emilia Romagna grande benefattrice dei musulmani

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Quanti soldi ai musulmani in Italia


Come siano trattati cristiani ed ebrei in molti Paesi islamici è noto.
In Italia, per fortuna, ai musulmani non è riservato lo stesso trattamento.
Ma l’Emilia «la rossa» è all’avanguardia: spende in un anno per i fedeli di Allah 1.677.545 euro. Circa 3 miliardi di lire.

L’Emilia Romagna, da questo punto, è all’avanguardia. Non solo prevede agevolazioni per la casa, assistenza sanitaria gratis per tutti, centinaia di programmi per agevolare il loro inserimento sociale, dalla scuola al lavoro. Con i soldi trasferiti dalla Regione alle singole province vengono finanziate iniziative di ogni genere. Dalle riviste alle feste per immigrati, dalle giornate di nuoto per donne musulmane ai corsi di arabo per arabi.
Con che soldi? Ogni anno la giunta approva un programma di finanziamento “a favore delle attività degli immigrati”. Si sponsorizzano progetti definiti di integrazione sociale, iniziative di comunicazione e di assistenza per gli immigrati.
L’ultimo programma stanziava in tutto 3 milioni e 444.652 euro. Visto che su 150.600 stranieri residenti in Emilia Romagna (secondo l’ultimo rapporto della Caritas), il 47% (cioè 73.300) sono musulmani, il calcolo è semplice: la Regione spende in un anno per i fedeli di Allah 1.677.545 euro. Circa 3 miliardi di lire.
Primi ad avere casa
Senza contare le agevolazioni per la casa, l’assistenza sanitaria e iniziative extra budget.
Esistono agenzie ad hoc, finanziate dalla Regione, che aiutano gli immigrati a trovare a casa. Si occupano di affitti e vendite, mutui e questioni legali (la legge è del 24 marzo scorso). La stessa normativa (“per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati”) prevede “garanzie e benefici fiscali” per chi cerca casa. Si stabilisce una corsia privilegiata nei contratti di affitto e nel “credito per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa”. Il tutto attraverso l’istituzione di “appositi fondi di rotazione e garanzia “. Per i più in difficoltà, ci sono le case popolari. Chiunque ha un permesso di soggiorno anche solo temporaneo può fare domanda per abitare in alloggi pubblici. Gli immigrati, anche in questo caso, sono agevolati. La storia è nota. Visto che il punteggio è dato sulla base del reddito e dei figli carico, 99 volte su 100 i primi in graduatoria sono gli immigrati.
Trasloco a spese nostre
Nei casi di ricongiungimento familiare la Regione concorre alle “spese di viaggio e di trasporto delle masserizie “. In pratica, paga il trasloco dal Paese di origine all’Italia.
Sanità e scuola gratis
Ovviamente sono garantite l’assistenza sanitaria gratuita, la scuola dell’obbligo, corsi di formazione professionale, assegni per il diritto allo studio, iniziative di inserimento nel mondo del lavoro. Non serve essere residenti, basta un permesso di soggiorno. E proprio ieri il dirigente del Centro servizi amministrativi della provincia di Bologna si è detto disponibile a istituire l’ora di religione islamica per i figli degli immigrati in tutte le scuole bolognesi (la proposta è del presidente del Centro islamico).
Giornali e tiggì in arabo
Dal 2001 a oggi la Regione, tramite l’Assessorato alle politiche sociali, ha stanziato 600mila euro per “iniziative di comunicazione interculturale”. Ha finanziato programmi radiofonici, televisivi, siti internet riviste per immigrati o che affrontano temi di loro interesse (spesso fatte da immigrati). Qualche esempio. A Parma, la Regione paga il quadrimestrale “Ponte di mezzo”, a Reggio Emilia una pagina gestita da stranieri sulla Gazzetta di Reggio. Nelle provincie di Bologna, Modena, Forlì e Cesena, il programma radiofonico “Italia per tutti”. Via radio, è il progetto “Meltin Pot”. Finanziate dalla Regione, per finire, sono anche: “El Ghibil” (rivista on-line), il progetto “Pipol”, agenzia di stampa e un portale Internet, il periodico “Città meticcia” e il giornale in sei lingue “Segni e sogni”.
Corso di arabo
Il Comune di Modena ha finanziato un corso di arabo per i figli dei magrebini. Il consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Leoni, ha presentato un’interrogazione alla giunta.
Una piscina per sole donne
Alle donne musulmane è vietato frequentare luoghi pubblici insieme agli uomini. Il comune di Modena (vedi altra interrogazione di Leoni) ha deciso di stabilire, all’interno del programma della piscina comunale, una giornata di nuoto riservata esclusivamente alle donne musulmane. Pagato dalla Regione.
Il gemellaggio con Janin
Altra iniziativa finanziata grazie ai programmi regionali è il gemellaggio del comune di Carpi con la città di Janin, culla dell’Intifada palestinese.
Una moschea a Correggio
Nel febbraio 2003 il comune di Correggio (Reggio Emilia) ha ceduto un terreno pubblico di 2mila metri quadri per la costruzione di una nuova moschea.
Una festa per gli immigrati
Il Comune di Reggio Emilia ha aperto un centro ricreativo per immigrati, “Mondo Insieme”. Per l’inaugurazione ha organizzato una festa di due giorni. Il costo complessivo (affitto dell’auditorium dove si è tenuto lo spettacolo musicale, regia, stampa e inviti) è stato di 1.611.000 lire.

di Elisa Calessi
Libero 2.9.2004