La pillola abortiva RU-486 uccide ancora: altre due vittime negli USA
ROMA, domenica, 19 marzo 2006 (ZENIT.org).- La Food and Drug Administration, l’ente statunitense di controllo pubblico dei farmaci, ha reso noto il 17 marzo mediante un avviso pubblico che altre due donne americane sono decedute dopo avere assunto la pillola abortiva RU-486 (http://www.fda.gov/cder/drug/advisory/mifeprex200603.htm).
Negli Stati Uniti sono in corso indagini per cercare di stabilire le cause delle morti, una delle quali, secondo una portavoce dell’agenzia governativa, sarebbe avvenuta alcuni giorno dopo l’aborto farmacologico, mentre per l’altra donna il decesso si sarebbe verificato a distanza di qualche settimana.
Inoltre da una relazione presentata al Senato australiano risulta che una terza donna è deceduta in Gran Bretagna dopo avere assunto la pillola abortiva RU-486.
Intervistato da ZENIT il dottor Renzo Puccetti, Specialista in Medicina Interna e membro del Comitato “Scienza & Vita” di Pisa e Livorno, ha commentato: “C’è da rimanere increduli. Già nel dicembre scorso il professor Greene aveva pubblicato un editoriale sulla prestigiosissima rivista scientifica New England Journal of Medicine, in cui, dati alla mano, veniva mostrato che la mortalità delle donne sottoposte ad aborto farmacologico è dieci volte più elevata rispetto a quella delle donne che, a parità di età gestazionale, si sottopongono ad aborto con tecnica chirurgica tradizionale (Greene MF. N Engl J Med. 2005; 353(22): 2317-2318).
“Ma si continua a somministrare la RU-486, e nel frattempo le donne muoiono”, ha commentato.
“E pensare – ha esclamato Puccetti – che in Italia ci sono assessori alla sanità che hanno fatto dell’introduzione della pillola abortiva una bandiera, giustificandola con l’obbligo al rispetto dell’articolo 15 della legge 194/78, quello che parla di tecniche più rispettose della donna e più sicure”.
“Ma è più sicura una tecnica che ha una mortalità oltre dieci volte maggiore?”, si è chiesto in modo stupito il dottor Puccetti.
“La RU-486 è pericolosa e non riesco a capacitarmi delle affermazioni quali quelle del dottor Baulieu, ritenuto il padre della pillola abortiva, secondo cui la RU-486 sarebbe ‘un prodotto miracoloso’”.
“Conservo ancora il ritaglio di giornale in cui il medico francese ha dichiarato testualmente che il farmaco abortivo: ‘E’ stato usato da oltre un milione di donne e non ci sono mai stati incidenti, non si è mai scoperto un effetto collaterale negativo’ (La Nazione, 17-11-05 pag. 2-3)”, ha poi aggiunto.
“Purtroppo – ha concluso il dottor Puccetti – queste affermazioni sono tragicamente smentite dai fatti. Credo che, giunti a questo punto, la massima autorità sanitaria del nostro paese, il ministro della salute, abbia il dovere di imporre una sospensione cautelativa della pratica abortiva farmacologia, di cui i fatti mostrano l’intrinseca pericolosità, su tutto il territorio nazionale”.
“Fino ad ora alle donne italiane è stato risparmiato un tale pericolo, ma temo che l’ideologia rischi di avere ben presto il sopravvento sulla prudenza e la ragione”, ha quindi concluso.