LIGURIA Carenza di fondi per i servizi sanitari, ma non per l’aborto

In un paesino della Liguria, stanziati soldi per un reparto ospedaliero destinato agli aborti

Decisione di trasferire all’ospedale di Cairo Montenotte (SV), il reparto di day surgery ginecologico, dove vengono praticate, in modo particolare, le interruzioni di gravidanza. Ma nell’ospedale manca persino un reparto maternità…

CAIRO MONTENOTTE, domenica, 28 novembre 2004 (ZENIT.org).- Sta destando un certo scalpore la decisione del Direttore Generale dell’Asl 2 di Savona, di trasferire all’ospedale di Cairo Montenotte, il reparto di day surgery ginecologico, dove vengono praticate, in modo particolare, le interruzioni di gravidanza. Alcune associazioni cattoliche insieme al sindaco di Cairo Montenotte e ai rappresentanti del comitato sanitario della Val Bormida, infatti, hanno da subito unito le proprio voci per opporsi alla decisione, chiedendo di utilizzare i fondi sanitari destinati al reparto per le interruzioni di gravidanza, per potenziare invece una serie servizi sanitari di cui oggi è carente l’ospedale della cittadina ligure.
Per capire cosa sta accadendo a Cairo Montenotte ZENIT ha intervistato Davide Pigollo, coordinatore della Comunità “Gesù Luce del Mondo”, del Rinnovamento Carismatico Cattolico, e aderente all’ Iniziativa di Comunione nel RCC.
Davide Pigollo ha sollevato la vicenda in alcuni forum telematici di associazioni che si battono per il diritto alla vita, ottenendo l’inizio di una campagna di proteste via e-mail nei confronti del direttore della Asl 2 di Savona.
Quali sono le sue reazioni a quanto sta accadendo?
Davide Pigollo: Come cittadino cairese e come cattolico, non posso che essere addolorato per questa notizia. Trovo semplicemente assurdo che venga speso del denaro per realizzare un progetto finalizzato alle interruzioni di gravidanza, mentre sarebbero ben altre le priorità sanitarie della Val Bormida (regione di cui Cairo è capoluogo), come hanno chiaramente espresso il Sindaco di Cairo Montenotte, Osvaldo Chebello, e il portavoce del Comitato Sanitario Val Bormida, Alvaro Leoni, nettamente contrari alla suddetta iniziativa.
Ci può spiegare più dettagliatamente?
Davide Pigollo: L’ospedale cairese ha bisogno di potenziamenti e miglioramenti quantitativi in svariati settori, dal Pronto Soccorso alle apparecchiature diagnostiche, alle prestazioni specialistiche… Basterebbe domandare ai responsabili della sanità valbormidese per avere un lungo elenco dettagliato delle urgenze da affrontare.
Per esempio, nel nostro ospedale c’è una TAC vecchia e malandata che non funziona quasi più. Non c’è una adeguata struttura per la diagnosi e la terapia del tumore alla mammella, di cui purtroppo nel nostro territorio c’è un’incidenza quasi doppia rispetto alla media nazionale.
Non esiste un reparto maternità e vogliono fare un centro aborti! Assurdo degli assurdi! Si preferisce costruire un reparto per uccidere i bambini anziché farli nascere!
Secondo la legge italiana esiste un diritto all’interruzione di gravidanza.
Davide Pigollo: L’aborto è un infanticidio. La nuova strage degli innocenti, assai peggiore di quella fatta dal re Erode! Non c’è bisogno di essere credenti per affermarlo, perché ce lo dice la scienza: l’embrione è già un essere umano, finito e completo. Figurarsi un feto! Le ho viste, le ho viste le foto di bambini abortiti: corpicini fatti a pezzi, braccia, gambe, testoline maciullate… vere e proprie marmellate umane.
E la prima vittima dell’aborto è la madre! Il bambino abortito se ne va nelle braccia della misericordia di Dio, ma la madre resta lì, col cuore impietrito, lo spirito addormentato e col cuore spezzato.
Come si fa ad essere contro la pena di morte e poi sopprimere un bambino, di quale diritto parlano? Mi domando chi può arrogarsi il diritto di negare ad un suo simile di venire al mondo, di togliergli ogni chance in questa vita, chi può arrogarsi il diritto di negare l’esistenza? Chi può dire che in questo mondo non c’è posto per i bambini?
Mi chiedo come si possa parlare di pace fra i popoli, di fratellanza fra le nazioni, di mondo unito, di fermare le guerre, quando ci si arroga il diritto di negare la vita a degli esseri umani. Quale schiaffo alla vita! Quale insulto alla creatività di Dio, il Dio della vita, che ci crea unici e irripetibili, e pensava con infinito amore a ciascuno di quei feti abortiti, e aveva preparato per loro un progetto meraviglioso, un futuro glorioso da uomini e donne, da figli di Dio.
Anime che la furia umana non riuscirà però a strappare alla vita eterna. Ora sono con Dio, ne sono sicuro, e intercedono per noi, perché questa povera umanità si ravveda.
Come pensa di organizzare la protesta?
Davide Pigollo: Ho organizzato una campagna via Internet per tentare di sensibilizzare al problema le autorità competenti, per cercare di impedire la realizzazione di questo reparto per aborti all’ospedale di Cairo. Mi rallegra il fatto che molte persone, da tutta Italia, abbiano già risposto: e Dio ci aiuta, forse riusciremo ad evitare questa scempiaggine e a fare sì che quel denaro venga speso assai meglio.
Per questo mi appello a tutte le persone di buona volontà: salviamo vite innocenti. Ciascuna persona che si dica civile, credente o non, dovrebbe fare qualcosa per arginare il più possibile questa piaga dell’aborto


Zenit