Israele: cavie umane in esperimenti medici

In Israele (ri)scoppia il caso degli esperimenti illegali sui malati


Secondo Haaretz, medici e dirigenti arrestati in due ospedali. Tra le vittime ci sarebbe una sopravvissuta all’inferno di Mengele…


 

Roma. Quattro fra medici e dirigenti israeliani del Kaplan Hospital di Rehovot e del reparto di geriatria dell’Hartzfeld di Gedera sono stati arrestati per aver eseguito esperimenti illegali su “migliaia di pazienti” nel corso di tre anni. La notizia è uscita sul quotidiano israeliano Haaretz e sull’inglese Sunday Telegraph, dopo che il secondo canale televisivo di Israele aveva rivelato i dettagli dell’inchiesta ancora in corso. Una delle vittime di questi esperimenti è una sopravvissuta ucraina all’inferno del dottor Josef Mengele. Berta Wiesel, selezionata dal medico nazista insieme con la sorella gemella, fu sottoposta ad atroci esperimenti nel lager di Birkenau. Fino a ora sappiamo di operazioni compiute su pazienti ottuagenari, dodici dei quali deceduti; numerosi interventi sperimentali allo stomaco, test per verificare l’appetito e anche operazioni al cervello. Il Kaplan Hospital nega ogni coinvolgimento da parte della direzione e – per bocca di Joseph Barel – fa sapere che “i pazienti hanno dato il loro consenso”. La magistratura risponde che la maggior parte dei malati coinvolti versa in stato di demenza, dunque nessuno sarebbe capace di assecondare coscientemente qualsiasi richiesta. Il ministero della Sanità israeliano dichiara che alcune delle vittime sono state lasciate per settimane in uno stato di malnutrizione e che le loro morti non sarebbero state comunicate alle autorità competenti. “Ci abbiamo lavorato per un anno”, dice a Haaretz Jacques Michel, che porta avanti l’inchiesta della magistratura. I dettagli che emergono di giorno in giorno stanno soffocando lo stato ebraico nella vergogna e nell’incredulità. Il pensiero è subito corso al marzo del 2005, quando un’inchiesta molto simile fu portata avanti per una serie di esperimenti illegali condotti sui bambini. E’ partita intanto l’iniziativa politica alla Knesset per arrivare alla definitiva messa al bando di qualsiasi esperimento sugli esseri umani. A guidarla ci sono Shlomo Breznitz di Kadima e il laburista ex ministro della Sanità, Ephraim Sneh, un celebre medico della guerra del Kippur. Il 10 maggio del 2005 il Daily Telegraph aveva rivelato che “i pazienti negli ospedali israeliani, fra malati, bambini e mentalmente infermi, sono stati usati come cavie umane in esperimenti medici”. L’allora ministro della Sanità, Dan Naveh, rimase per giorni sull’orlo delle dimissioni, mentre cresceva il movimento civile che chiede il rispetto del protocollo medico di Helsinki del 1964 sulla dignità inviolabile del paziente. Un anno fa gli ospedali incriminati furono lo Sheba e il Wolfson, secondo la magistratura israeliana colpevoli di aver testato clandestinamente alcuni farmaci sull’udito dei bambini ricoverati. Allo Sheba, in particolare, alcuni test genetici sono stati condotti sui nuovi nati e senza l’autorizzazione dei genitori. La medicina israeliana è da tempo sotto scacco: si va dalle denunce degli animalisti sui metodi crudeli cui verrebbero sottoposte le cavie, alle numerose richieste di aprire ai pagamenti per le donazioni di reni, fino alla decisione di un anno e mezzo fa di autorizzare la selezione degli embrioni sulla base del sesso. Jacques Michel, già direttore dell’ospedale Hadassah, ha chiesto l’incriminazione di tutti i medici coinvolti nello scandalo: “Devono essere puniti severamente, sono veri criminali. Se non diamo un esempio alla professione medica, il fenomeno andrà avanti. Non è isolato, si diffonde attraverso differenti istituzioni”.


Il Foglio (24/10/2006)