Battaglia decisiva. L’Irlanda si prepara al referendum
I cattolici irlandesi e i gruppi pro-life si stanno mobilitando per cercare di lanciare l’allerta sulle inevitabili conseguenze che provocherà il Trattato di Lisbona, se verrà approvato il prossimo 12 giugno. Una di queste è che l’Irlanda sarà costretta ad introdurre l’aborto nel paese. Sebbene la maggioranza dei mezzi di comunicazione Irlandesi, accompagnati da quelli europeisti degli altri stati, stiano facendo una massiccia campagna mediatica per ribadire che i timori dei cattolici sono infondati, la verità è che se il Trattato sarà approvato prevarrà sulla Costituzione Irlandese e certo il "diritto all’aborto" sarà uno dei primi ad essere garantiti…
La legislazione irlandese pro-vita potrebbe essere messa in discussione se fosse ratificato il Trattato di Lisbona
DUBLINO, 5 giugno 2008 (Lifesitenews.com). La Commissione referendaria irlandese ha dichiarato che la rati***** della nuova Costituzione Europea, ora chiamata Trattato di Lisbona, non comporterà per il paese l’obbligo di legalizzare l’aborto. La Commissione era stata accusata di aver presentato i fatti in maniera distorta dai gruppi favorevoli a una maggiore democrazia nell’Unione Europea.
Il presidente della Commissione, il giudice Iarfhlaith O’Neill ha dichiarato che se il Trattato verrà approvato l’Irlanda non sarà costretta a mettere fine alla proibizione dell’aborto, dato che l’articolo 40.3.3 della Costituzione Irlandese è protetto dalla legge dell’UE. Ma altri capi di governo dell’Unione non hanno espresso fiducia che la rati***** del Trattato di Lisbona non condurrà a cambiamenti radicali nella legislazione riguardante altre simili questioni etiche. Il presidente della Polonia, uno dei tre paesi che ancora mantengono la protezione legale per i non nati, ha avvertito lo scorso marzo che la rati***** potrebbe significare che la Polonia sarebbe costretta ad adottare il "matrimonio" omosessuale o altre simili concessioni alla potente lobby omosessualista della UE.
Jens-Peter Bonde, presidente dei Democratici Europei, e membro danese delle due convenzioni costituenti dell’UE, ha avvertito la settimana scorsa che la Commissione referendaria non aveva detto tutta la verità e che il Trattato di Lisbona potrebbe ben prevalere sulla Costituzione irlandese. "La Commissione referendaria non spiega quali differenze ci sono tra il Trattato di Lisbona e la costituzione che è stata rifiutata. Non spiega che il Trattato di Lisbona darà alla Costituzione dell’UE la prevalenza sulla Costituzione Irlandese, come indicato dalla Dichiarazione n. 17 – che è stata spostata dall’articolo I-6 della Costituzione", ha scritto Bonde.
Mentre i vescovi cattolici irlandesi non hanno appoggiato nessuna delle parti, alcune organizzazioni di laici cattolici e alcune personalità hanno messo in guardia che il Trattato di Lisbona aprirà le porte a un nuovo stato laicista che metterebbe sotto sorveglianza l’Irlanda, che è cattolica a maggioranza assoluta. Un’inserzione pubblicata da un’associazione su un giornale cattolico questo mese ha esortato i fedeli a respingere il Trattato, scrivendo che esso propone "una nuova identità europea basata sul laicismo radicale e sulle filosofie dell’ateismo".
Alcune personalità pro-life in Irlanda sostengono che la rati***** del Trattato avrà come risultato che l’Irlanda sarà costretta ad abbandonare la protezione dei non nati garantita dalla sua costituzione. Il 16 aprile scorso, l’organizzazione Pro-Life Campaign ha rilasciato un comunicato che condannava le pressioni del Consiglio d’Europa affinché l’Irlanda renda meno rigida la sua legge sull’aborto. Il Consiglio d’Europa, anche se non possiede potere legislativo sopra l’Unione, è il più vecchio e il più influente degli organismi pan-europei.
Ai primi di maggio, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha richiesto che i suoi 47 stati membri "rendano legale l’aborto se non lo hanno ancora fatto". L’aborto resta illegale nella Repubblica d’Irlanda, uno dei pochi paesi nell’Unione Europea a mantenere restrizioni significative. Sebbene la risoluzione dell’Assemblea non sia vincolante per gli stati membri, esercita una pressione sul Consiglio d’Europa per rendere l’aborto un "diritto" incondizionato. Una risoluzione del genere ha una certa forza morale, e può essere usata per fare pressione sui paesi come l’Irlanda, la Polonia e Malta per istituire un "diritto all’aborto".
Come in Inghilterra, il Trattato di Lisbona fu ratificato dal governo polacco senza un referendum dopo che il governo si era assicurato una clausola di esenzione dalla Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Il Trattato prende il posto della defunta Costituzione Europea rifiutata dagli elettori francesi e olandesi nel 2005. In Inghilterra, dove il governo ha più volte rassicurato l’opinione pubblica che vi erano sostanziali differenze tra il documento originale e il Trattato di Lisbona, i membri del parlamento non sono stati in grado di indicare differenze che non fossero soltanto marginali. Nonostante una considerevole richiesta di chiarimenti da parte dell’opinione pubblica e la pressione dei conservatori all’opposizione, il governo laburista ha usato questa spiegazione per giustificare il suo rifiuto di far votare gli inglesi, nonostante le promesse di indire un referendum fatte durante la campagna elettorale.
Il referendum irlandese è in programma per il 12 giugno e la campagna elettorale è intensa da ambo le parti, con tutti i maggiori partiti politici a favore del "SÌ". Tuttavia il consenso dell’opinione pubblica non è forte come i promotori del "SÌ" desidererebbero. Sebbene un sondaggio recente mostrasse la percentuale dei "SÌ" al 41% e i "NO" al 33%, il vantaggio è andato progressivamente scemando e può essere ingannevole. Come ha messo in evidenza Gordon Raynor del Daily Telegraph, all’epoca del referendum del 2001 sul Trattato di Nizza i sondaggi mostravano che la campagna per il "SÌ" riscuoteva ben oltre il 50% dei consensi. Il giorno dopo gli elettori irlandesi bocciarono sonoramente il Trattato.
Quasi tutti gli stati membri dell’Unione Europea, Inghilterra compresa, hanno approvato la Costituzione europea modificata attraverso il voto del parlamento, senza un referendum. Ma l’Irlanda sola ha l’obbligo costituzionale di sottoporre la questione al voto popolare. Secondo le regole della stessa UE, questa costituzione di 287 pagine dev’essere approvata all’unanimità da tutti gli stati membri.
Il Trattato di Lisbona include provvedimenti per la creazione di un superstato europeo, compresa la creazione dell’Ufficio del Presidente Europeo e le forze armate pan-europee.
di Harry White
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