In Spagna avanza la statolatria

 UN INTERVISTA A MONS. AMATO SULLE INGERENZE STATALI NELL\’EDUCAZIONE

«In Spagna avanza la statolatria» Monsignor Amato : intrusioni su educazione ed etica

DI MICHELA CORICELLI

 

In Spagna – ma anche nel resto d’Europa – «avanza la statolatria che, apparentemente eliminata, rientra dalla finestra». A lanciare l’avvertimento è monsignor Angelo Amato , prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, che in un’intervista al mensile Il Consulente RE affida le preoccupazioni per le tendenze anticristiane del Vecchio Continente e per le persecuzioni denunciate in altre parti del mondo.
Dopo l’approvazione di alcune delle più radicali riforme del governo di José Luis Rodriguez Zapatero (dal matrimonio omosessuale alla ricerca con gli embrioni), il dialogo con la Chiesa e l’elettorato cattolico ha vissuto note difficoltà.
Ma monsignor Amato si sofferma su un altro tema spinoso: la Educación para la ciudadania (Educazione alla cittadinanza), una sorta di “educazione civica” (in teoria), condita con elementi che stanno suscitando un aspro dibattito in Spagna.

Il timore è che attraverso questa disciplina si introducano insegnamenti ideologici laicisti e si impongano punti di vista contrari alle convinzioni delle famiglie (come il matrimonio fra persone dello stesso sesso). «In tutta l’Europa si sta introducendo la categoria della cosiddetta biopolitica – spiega monsignor Amato nell’intervista –. Lo Stato cioè entra sempre più nella vita personale di ognuno: obbliga le famiglie a scegliere determinate scuole con determinate materie, non di istruzione ma di indottrinamento Ma nel Paese iberico, assicura, la voce cattolica si fa sentire. «Ovviamente qui a Roma noi sappiamo bene di questo grave problema. Fortunatamente possiamo contare su una Chiesa spagnola che ha approfondito seriamente il problema e ha dato una risposta pubblica e chiara, in base al principio cattolico della difesa della libertà religiosa e dei principi della dignità della vita e di ogni persona». Nonostante il fenomeno della «statolatria» – che è in avanzata – «la Chiesa in Spagna è molto reattiva, sta reagendo molto bene con grande dignità e grande fermezza ad un’intrusione statale assolutamente illegittima sul tema dell’educazione dei propri giovani». Sono già migliaia i genitori che hanno optato per l’obiezione di coscienza contro la Educación para la ciudadania: un problema che riguarda soprattutto le scuole pubbliche. In attesa della prossima riforma della legge sulla libertà religiosa – annunciata dal governo spagnolo – a pochi giorni dal Natale si sono riaccese le polemiche. Un paio di giorni fa è finito nell’occhio del ciclone un piccolo presepe allestito nell’atrio della Procura Generale dello Stato: una giudice ha reclamato la rimozione delle statuine in nome della libertà religiosa. Alla fine di novembre una sentenza di un magistrato di Valladolid aveva obbligato un istituto pubblico ad eliminare i crocifissi dalle aule. Oltre all’educazione dei giovani spagnoli, nell’intervista il prefetto della Congregazione delle cause dei Santi tocca altri temi caldi come la persecuzione anticristiana in alcuni stati dell’India e in alcuni Paesi arabi. Quanto all’Italia, monsignor Amato ritiene che non sia esente da un processo di persecuzione, «attraverso norme di legge, sentenze della magistratura, comportamenti irridenti». Eppure i Dieci Comandamenti «sono dieci parole di amore, come ha rilevato il Santo Padre».


© Copyright Avvenire, 19 dicembre 2008