I poveri, i pacifisti, la sinistra e le promesse non mantenute…

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FIGURACCIA MONDIALE.
Togliamo i soldi anche ai Paesi poveri


Dalla finanziaria sono sparite le risorse da destinare alla lotta contro l’Aids, ma aumentano gli stanziamenti per le armi…


di ANTONIO SOCCI

Che figuraccia quella del governo italiano a Davos! “Il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa”, c’informava ieri la Repubblica (in un remoto articoletto nelle pagine economiche) “confessa tutto il suo ‘imbarazzo’ per i pochi fondi che il Paese assegna al Sud del pianeta in percentuale del pil: appena lo 0,12 %…”. Già questo svela un’altra bugia elettorale (dopo quella sull’aumento delle tasse). Infatti nel voluminoso programma dell’Unione, con cui hanno vinto le elezioni di aprile, si attaccava il centrodestra perché dedicava alla Cooperazione allo sviluppo solo lo 0,1 % del Pil. E il centrosinistra arrivato al potere cosa fa? Resta inchiodato a quel deprecato 0,1 %. Ben lungi dall’utopistico 0,7 % del pil che sta scritto nel loro programma (“dobbiamo dunque armonizzare le nostre risorse… per raggiungere progressivamente l’obiettivo dello 0,7% del Pil”). E lontano anche dallo 0,3 % prescritto dalla direttiva europea. «Ma soprattutto» scrive Repubblica «Padoa Schioppa (a Davos) rende pubblica la sua personale “sofferenza” perché dalla Finanziaria sono sparite le risorse da destinare al Global Fund contro l’Aids, col risultato che l’Italia è l’unico moroso all’interno del G8, i Paesi più industrializzati».
UN PAESE PITOCCO
Questa figuraccia da Paese pitocco, che non rispetta gli impegni (su materie gravi), è uno scandalo politico. Oltretutto il governo italiano, negando l’aiuto ai più disperati del mondo tramite il Global Fund (non sono stati versati i 130 milioni di euro dovuti per il 2006 e non saranno versati i 130 del 2007) provoca un disastroso effetto a catena perché – secondo le clausole – adesso anche gli Stati Uniti potrebbero ritirarsi. Pare che 3 milioni di malati così perdano la possibilità di curarsi. Il governo dei “buoni” si è mostrato sordo agli appelli. E se ne infischia pure dell’appello del Papa che proprio all’Angelus di domenica scorsa ha incitato a un’azione più incisiva per fermare l’Aids (milioni di ammalati, 8 mila morti al giorno, 1 nuovo contagiato ogni 8 secondi). C’è un curioso paradosso. Questo Fondo mondiale fu istituito al famoso G8 di Genova del 2001. Ricordate quel turbinoso vertice? Fu guidato dal premier italiano Berlusconi. Il nostro governo fu quello che spinse di più per istituire questo Fondo per combattere Aids, malaria e tubercolosi, anche per dimostrare ai no global che si tentava di governare i problemi del pianeta aiutando il Sud del mondo. Infatti Genova in quelle ore era messa a fuoco dai no global che accusavano gli statisti del G8 di ogni nefandezza. Il vertice – secondo la vulgata di allora – riuniva i “Cattivi”, mentre fuori protestavano i “Buoni”, quelli che avevano a cuore i dannati della Terra. Ebbene, dall’aprile 2006 la Sinistra “buona” e no global è tornata al potere in Italia e cosa è accaduto? È accaduto che da due anni il nostro Paese non manda più un euro per curare quei disperati. E dire che il 21 dicembre il governo aveva accettato un Ordine del giorno della Camera in cui si riconfermava di voler rispettare l’impegno internazionale sul Fondo globale contro l’Aids. Parole al vento, allegramente snobbate. Valdo Spini, pur essendo dell’Ulivo, riconosce che è “scandaloso”. E aggiunge: «Da un governo di centrosinistra, mantenere gli impegni umanitari è il minimo che ci si possa aspettare». Invece nulla. Era il governo di centrodestra che prendeva quegli impegni e li rispettava. Il viceministro degli Esteri Patrizia Settimelli, di Rifondazione comunista, involontariamente fa un monumento al governo Berlusconi, proprio quello del G8 di Genova, perché invita il governo Prodi a ripensarci «garantendo all’Italia quel seggio che si è conquistata nel 2001 con il primo contributo per la lotta all’Aids». È un paradossale rovesciamento politico. I “Cattivi” si dimostrano buoni e i “Buoni” cinici. Con qualche lacrima di coccodrillo. Padoa Schioppa – come si è visto – a Davos ha dichiarato il suo “imbarazzo” e la sua “sofferenza”. Col cuore in mano gemeva: «Mi sono trovato in conflitto con le mie convinzioni», ma «dovevo fare delle scelte e quelle non erano delle priorità».
MALATI DI SERIE B
Che milioni e milioni di vite umane sull’orlo dell’abisso non siano “una priorità” già stupisce, ma la Sinistra dovrebbe spiegare ai suoi elettori (sempre fanaticamente pacifisti) perché mai – al contrario – il governo ritiene “una priorità” aumentare gli stanziamenti per le armi. Perché così ha deciso questa Finanziaria. Il capogruppo del Pdci alla commissione Difesa della Camera, Galante, ha testualmente dichiarato: «Nessuno sciagurato taglio è stato effettuato dal presente governo al bilancio per la Difesa, che è stato invece portato da 19,9 miliardi dell’anno precedente a 21,1 miliardi, pari ad un incremento del 5,69 per cento». Infatti il ministro della Difesa Parisi ha comunicato che «la percentuale del pil dedicata alla Funzione Difesa è passata dallo 0,84 per cento del 2006 allo 0,96 per cento del 2007». In tempi di tagli drastici, nei quali perfino milioni di morenti di Aids “non sono una priorità”, questa mi sembra davvero una scelta politicamente significativa: da governo pacifista. Anche perché nel famoso Programma dell’Unione si criticava proprio la tendenza dei Paesi sviluppati a spostare miliardi «sulla sicurezza e l’emergenza» togliendo alla Cooperazione allo sviluppo «quote enormi di risorse». E al popolo di Sinistra – sempre pronto a bere tutto – in quel Programma si giurava solennemente: «L’Unione si impegna, nell’ambito della cooperazione europea, a sostenere una politica che consenta la riduzione delle spese per armamenti». Hanno fatto subito l’esatto contrario. E alcune scelte particolari sono ancora più sconcertanti: il Fondo per lo sminamento umanitario è stato dimezzato rispetto ad alcuni anni fa, mentre per investimenti come il caccia Eurofighter sono stati stanziati 520 milioni di euro per il biennio 2007-2008 e 310 milioni per gli anni successivi. Ci sono altri progetti analoghi. Ma quello che più colpisce riguarda la produzione dei nuovi aerei caccia F35 che ha rivelato il ministro Parisi – sono in grado di portare testate nucleari. A quanto pare questi «bombardieri da guerra aerea costeranno ai cittadini italiani da 150 a 250 milioni di euro l’uno per un totale da 20 a 30 miliardi di euro: è prevista l’ordinazione di 131 velivoli!».
I PACIFISTI TACCIONO
È una follia far pagare le medicine ai cittadini e buttare i miliardi così. Dove sono i pacifisti? Il Pdci di Galante e Diliberto, Rifondazione comunista e i Verdi, protestano, ma non per questo, bensì contro l’allargamento della base americana di Vicenza che non minaccia la pace (sono appartamenti civili), non costa una lira a noi (paga il governo Usa) e porta lavoro e ricchezza. C’è un altro paradosso. Leggo sul Manifesto del 7 ottobre: «I tecnici del ministero della Difesa hanno spiegato che il governo Berlusconi aveva ridotto decisamente gli investimenti sulle milizie. Se l’ultima Finanziaria (2001) del governo di centrosinistra assegnava al bilancio del ministero l’ 1,45 per cento del pil, i tagli dell’implacabile Giulio Tremonti avevano ridotto questa spesa allo 0,85 per cento». Capito? Il governo più pacifista era quello di centrodestra. L’altroieri Berlusconi si è definito “un premier di sinistra” e scherzava. Ma di certo con Prodi (che sulla questione, secondo il Manifesto, si è impegnato personalmente) tornano, fra i tanti sprechi, pure le grandi spese militari, perfino per aerei da guerra nucleare. E al diavolo il Terzo Mondo e i malati di Aids. Gli italiani sono stati presi per il collo (dalle tasse), ma il “popolo di sinistra” è stato preso anche per il fondoschiena.
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LIBERO 28 gennaio 07