Il cardinale belga Gustaaf Joos: “Sono disposto a scrivere col mio stesso sangue che di tutti coloro che si definiscono lesbiche o gay, al massimo il 5 o il 10% sono effettivamente tali, tutto il resto sono solo pervertiti sessuali“.
Il cardinale belga Gustaaf Joos aveva rilasciato qualche giorno fa queste dichiarazioni al settimanale P-Magazine, così pesantemente “politicamente scorrette” che tutto un mondo si è sollevato per protestare.
Quel mondo cosiddetto laico, le sinistre, le associazioni dei diritti civili, esponenti del Parlamento Europeo, le associazioni di gay e lesbiche, naturalmente, intellettuali, e via dicendo. In Belgio, ma non solo, in Francia, in Italia, in mezza Europa.
Basta leggere qualche altra frase dell’alto prelato belga per capire che cosa possano aver provato quelli che storcono il naso davanti ad affermazioni tanto poco “in tendenza”.
“Vi chiedo di scriverlo”, ha detto Joos, nominato lo scorso anno cardinale dal Papa Giovanni Paolo II, e amico personale del Pontefice.
“Non m’importa se verranno tutti a protestare alla mia porta. Non la aprirò”.
Ancora. “I veri omosessuali non vanno in strada in abiti coloratissimi. Quelle sono persone che hanno un problema serio e devono conviverci. E se fanno un errore saranno perdonate. Dobbiamo aiutare queste persone e non giudicarle. La Chiesa — respinge l’omosessualità, non l’omosessuale”.
Tutto in nome della Chiesa, certo, con riferimento anche alle recenti affermazioni contro le unioni gay, ma nessuno ha notato questo dettaglio, naturalmente.
Sono fioccate le proteste, perfino le denunce.
La sua reazione?
Confermare tutto quello che ha detto, con orgoglio, anzi, di più.
In occasione di una intervista successiva, il cardinale si esibisce in dichiarazioni ancor più terribili, per quella mezza Europa già in subbuglio.
Rincara la dose parlando dell’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton come di un “maniaco sessuale” che ha ottenuto l’impunità grazie ai giudici di manica larga.
Descrive così l’uso del preservativo: “Un preservativo è pericoloso, perché permette relazioni sessuali come quelle che hanno i cani per la strada”.
Mica male, per la mentalità corrente.
Orrore ed abominio subito suscitato tra tutti i progressisti, i benpensanti, gli esponenti del pensiero liberal.
Ed ecco che Le Monde “sbatte il mostro in prima pagina” e parla del caso sostenendo che i più indulgenti, dinanzi a queste affermazioni, possono parlare di problemi di senilità.
Viene citata una dichiarazione arrivata dall’episcopato belga che sottolinea come queste dichiarazioni siano frutto di posizioni personali di Joos, che quindi non parla a nome di tutto l’episcopato, visto che “dipende direttamente dal Papa”.
E l’articolista conclude con una nota di (magra) consolazione: siccome il cardinale ha già 80 anni, è praticamente impossibile che possa diventare Papa.
Come se il futuro Papa possa obbedire alle regole del “politicamente corretto”.
Caterina Maniaci
(C) Libero del 28 gennaio 2004, pag. 14