Ancora una volta un ministro prende superficialmente posizione contro i diritti della persona umana. Pericolose ambiguità tra libertà religiosa e mutilazioni alle bambine. Nonostante giuste osservazioni di altri esponenti governativi, sembra utile un rimpasto di governo orientato al perseguimento di una politica dei valori.
ROMA – La legge sulla fecondazione assistita, all’esame del Parlamento, è di «dubbia costituzionalità».
Lo dice il ministro per Ie pari opportunita Stefania Prestigiacomo [Forza Italia, NdR], pur rilevando come sia «condivisibile sui piano dei principi» e come abbia il merito di «colmare un lungo vuoto legislativo».
«Se si fossero ascoltati con più attenzione – chiarisce la Prestigiacomo – i suggerimenti dei molti medici sentiti in sede di preparazione del provvedimento, probabilmente molte delle incongruenze presenti nella legge sarebbero state evitate. Io resto dell’idea che agli errori fatti si dovrà porre rimedio con un nuovo, più attento, intervento normativo».
Per quanto riguarda l’infibulazione, «è evidente – chiarisce la Prestigiacomo – che non ci sono margini di tolleranza possibile, la chiusura deve essere netta perchè non vi sono dosi minime di violazioni sull’integrità femminile che siano accettabili. Ma il caso infibulazione deve farci riflettere su tutte quelle realtà diverse dalle nostre che oggi la classe medica e la società nel suo complesso si trovano a dover affrontare».
Immediata la risposta del senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per la famiglia:
«La legge sul1a procreazione medicalmente assistita non si tocca: c’e una maggioranza in Parlamento che l’ha votata e approvata per ben due volte e che, è il nostro auspicio, la varerà definitivamente in terza lettura tra breve.
La Prestigiacomo la rispetti ed accetti di essere in minoranza: nel governo, nel centrodestra e nel Paese, come dimostrano alcuni sondaggi. E’ questa la democrazia».
(C) Il Messaggero, 28-1-2004, p. 12