Fare un’opzione decisiva per la vita umana

Anche in America Latina cominciano a bussare alla porta le forze che esercitano pressione per legalizzare l’aborto.

di Silvio Dalla Valle


Anche in America Latina cominciano a bussare alla porta le forze che esercitano pressione per legalizzare l’aborto. I cattolici si mobilitano. Radici Cristiane ha intervistato il prof. Hermes Rodrigues Nery, Coordinatore Generale del 1° Congresso Internazionale di Difesa della Vita svoltosi agli inizi di febbraio nel santuario nazionale brasiliano della Madonna Aparecida.

http://www.radicicristiane.it/fondo.php/id/13/ref/2/Attualità,-politica-e-società/Fare-un-opzione-decisiva-per-la-vita-umana

Professore, Lei coordina la Commissione diocesana di difesa della Vita della diocesi di Taubaté, in Brasile, e ha diretto anche il lavoro di coordinamento del I° Congresso Internazionale di difesa della Vita. Da quando, grazie a questo impegno, è stato fondato il movimento Legislação e Vida, nel 2005, non è passato nessun disegno di legge contrario alla famiglia o alla vita umana nel parlamento brasiliano. Ciò sicuramente si deve all’efficace lavoro congiunto con alcuni organismi della conferenza episcopale e altri gruppi cattolici, come di recente abbiamo sentito dire nel Congresso di Aparecida. In che cosa è consistito questo lavoro di articolazione e di aggregazione delle forze pro-vita che finora ha evitato la legalizzazione dell’aborto in Brasile?

Abbiamo lavorato per promuovere l’unità degli innumerevoli gruppi che agiscono in difesa della vita nel Brasile, intensificando gli sforzi per far sì che il messaggio del magistero cattolico, chiaramente esposto da Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae, sia capito meglio da tutti, anche fra i religiosi e i laici della Chiesa. Quindi lavoriamo nella formazione del clero, degli agenti pastorali e dei movimenti, così come della società in generale. Cerchiamo inoltre di esercitare il difficile compito di evangelizzare i politici, molti dei quali si rivelano totalmente disinformati riguardo le molte assurde proposte che girano nel parlamento brasiliano; proposte contrarie alle legge naturale e che attentano alla dignità della persona umana.

Ci sembra che con una informazione più precisa si può vincere nell’ambito legislativo la battaglia in favore della vita. Mi ricordo del caso del deputato Jorge Tadeu Mudallen, relatore l’anno scorso del progetto che mirava alla depenalizzazione dell’aborto. Egli ci disse che aveva bisogno di sussidi informativi per capire bene la complessità del problema ma che avrebbe deciso in conformità all’oggettività dei dati. Dopodiché gli abbiamo fornito molta documentazione fino al punto che si è sentito sicuro di poter rigettare la proposta di quel progetto di legge. È stata questa una grande vittoria nel 2007 dei gruppi pro-vita, che dimostrò l’importanza di lavorare insieme, in maniera organizzata e con buona informazione.

Cosa ritiene prioritario il movimento Legislação e Vida?

Abbiamo promosso incontri con specialisti in bioetica, dal livello parrocchiale a quello diocesano e nazionale, e ora abbiamo promosso questo congresso internazionale. Realizziamo nelle diocesi regolari seminari di bioetica, con una buona partecipazione, il che dimostra che esiste interesse fra la gente per questi argomenti. Poi ci dedichiamo anche a un lavoro personale con i formatori di opinione, con gli impresari e i parlamentari, presentando loro il valore e il senso della vita umana da una prospettiva cristiana. Ci interessiamo anche di appoggiare le associazioni che lavorano con la gente svantaggiata, che si trovano in situazioni difficili e che sono vulnerabili. Cito ad esempio il lavoro assieme alla Associação Nacional Mulheres pela Vida. Il movimento Legislação e Vida lavora assieme alla Commissione diocesana di Taubaté, di cui lei è il coordinatore.

Che cosa può rilevare di questo lavoro?

Innanzitutto ci è molto caro lavorare in spirito di comunione ecclesiale. Abbiamo un gruppo di laici realmente impegnati nel servizio della Chiesa, che conta con un sacerdote assessore il quale presenzia regolarmente le nostre riunioni. Lo stimolo pastorale del nostro vescovo mons. Carmo João Rhoden è continuo, ci accoglie molto bene e ci dà buoni consigli per proseguire sulla nostra strada. Noi vogliamo lavorare come un fermento nella Chiesa, come una comunità di fede, anziché come una associazione civile o un ONG, e vogliamo affermare Gesù Cristo “via, verità e vita”. Dialoghiamo con tutti ma affermiamo con gioia la nostra identità cattolica, e lo facciamo persino quando svolgiamo il nostro lavoro presso i parlamentari.

Che bilancio si sente di fare del I Congresso Internazionale di Difesa della Vita, realizzato nel Santuario nazionale di Santuario Nazionale di Nostra Signora della Concezione di Aparecida dal 6 al 10 febbraio scorso?

L’incontro ha radunato importanti specialisti di bioetica a attivisti pro-life brasiliani e stranieri. Una cosa mai fatta prima in Brasile e che di sicuro ha arricchito il dibattito sul testo base proposto dalla Campagna della Fraternità di quest’anno (una iniziativa annuale dei vescovi brasiliani, ndr.) che ha avuto come tema “Fraternità e difesa della vita” e come motto “Scegliamo dunque la vita”. Sono convenuti personalità da tutti gli Stati brasiliani, in questo santuario nazionale della Madonna Aparecida, patrona del Paese, animati dal proposito di capire le innumerevoli sfide che abbiamo davanti e di proporre valide azioni concrete. La maggiore sfida è la difesa della famiglia nella sua struttura naturale; si tratta infatti della prima e principale istituzione umana senza la quale non è possibile lo sviluppo della persona umana. E che risultati sono stati raggiunti? Dalle relazioni tenute nel congresso sono emerse, in modo chiaro, le minacce che aleggiano sulla famiglia. Come, per esempio, gli innumerevoli progetti di legge che girano a diversi livelli legislativi e che sono contrari alla legge naturale. Essi vogliono privarci di questo istituto necessario per una vita degna da ogni punto di vista. La cultura della vita inizia oggi con la promozione della struttura naturale della famiglia. In questo senso, fra le molte proposte della Dichiarazione finale del Congresso di Aparecida in difesa della Vita, approvata per acclamazione da più di 300 partecipanti nell’auditorio del santuario, voglio rilevare la chiamata urgente a stabilire un gruppo di lavoro permanente presso i due rami del Congresso Nazionale per accompagnare l’iter di questi progetti e per rendere agevole i contatti con i leader politici, ma senza trascurare contemporaneamente la sensibilizzazione della gente comune al fine di affermare la cultura della vita in tutti gli ambienti. Nel frattempo stiamo costruendo una grande rete di solidarietà realmente impegnata nella difesa della famiglia e della vita umana nel nostro Paese. Abbiamo parallelamente ampliato la nostra banca dati e informazioni su tutti i disegni di legge riguardanti la vita e la famiglia e fatto una mappa di tutti i gruppi che lavorano alla difesa della vita umana in Brasile e in America Latina, allo scopo di unire le forze con loro. Così rispondiamo all’appello che ci viene dalla Chiesa, dalla Evangelium Vitae alla presente Campagna della Fraternità.

Cosa si attende d’ora in poi da quanto è stato iniziato ad Aparecida?

Da questo congresso ci attendiamo molti frutti. Speriamo per esempio che esso susciti iniziative nuove fra gli uomini e le donne di buona volontà, affinché intraprendano questo “buon combattimento” in favore dei “valori non negoziabili” della difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e della struttura naturale della famiglia. Che siano così autentici “ambasciatori di Cristo” nella società in cui viviamo, convinti che il Vangelo, ieri, oggi e sempre, è un fermento fecondissimo di vita. Aparecida ci ha reso evidente il bisogno di fare un’opzione decisiva per la vita umana, per la sacralità della vita umana, per la dignità della persona umana, in coerenza con la vocazione che tutti abbiamo alla autentica felicità e alla santità che Dio vuole per tutti noi. (RC n. 35 – Giugno 2008)