Eutanasia? No, grazie

La Città dell’amore di Mangalore dove gli anziani sconfiggono l’eutanasia

Sfido chiunque a dire che i nostri anziani sono un peso. La loro esistenza è piena di significato, sono persone vive che ci comunicano una gioia profonda”. Suor Auxilia lavora alla Premnagar, la Città dell’amore, una casa di accoglienza per anziani poveri a Bajjodi, nei pressi di Mangalore, nel Karantaka. Dice ad AsiaNews: “L’eutanasia è il più grande diavolo nel mondo. I nostri anziani sono un grande tesoro, la loro esperienza di vita è una ricchezza per la società e per tutti noi; gli anziani sono una benedizione”.

Il centro Premnagar ha 80 posti, divisi equamente tra uomini e donne, dove “anziani poveri di tutte le religioni e caste vivono come in una famiglia”. Lo hanno costruito del Piccole sorelle dei poveri, la congregazione fondata nell’800 da suor Jeanne Jugan, canonizzata da Benedetto XVI l’11 ottobre di quest’anno.

Suor Auxilia è entrata nella congregazione 19 anni fa e spiega che “accogliere il primo santo del nostro ordine” è un invito a “continuare a riceve la grazia del Signore e a servirlo attraverso i poveri”.

La casa di Premnagar è una delle 13 aperte dallo Piccole sorelle lungo gli oltre 120 anni di presenza della congregazione in India. Arrivate a Calcutta nel 1882 hanno poi raggiunto anche Bangalore nel 1900 e quindi Mangalore nel 1978. Hospice come quello di Premnagar sono “un luogo benedetto, una casa di preghiera” dice suor Auxilia. “Tutti i nostri anziani sono poveri e sono la nostra gioia. Siamo noi ad imparare da loro: le sofferenze e le gioie della vita hanno dato loro una saggezza immensa”.

L’ospite più anziana della Città dell’amore è Cecilia D’Souza “una vecchietta di 104 anni che vive nella casa da 16 anni”, racconta la religiosa. “Si muove per la casa su una sedia a rotelle e infonde felicità e gioia in noi, negli altri ospiti ed anche nelle tante persone che vengono a visitarci” .

Suor Auxilia spiega che Premnagar ospita molte persone che hanno più di 90 anni “sono tutti felici di essere qui e il loro amore per la vita è istruttivo”. Affermala piccola sorella: “Questi anziani poveri partecipano ad ogni attività della Casa, si insegnano a vicenda mestieri, come fare oggetti di artigianato, cestini che poi vengono venduti e molte altre cose”. La Città dell’amore è una grande famiglia in cui le giornate sono scandite dalla vita comune e da attività quotidiane di ogni tipo.

Racconta suor Auxilia: “Il loro entusiasmo per le opere teatrali e gli spettacoli che organizziamo è incredibile. Anche se per alcuni la mobilità è una problema serio, questo non diminuisce il loro interesse a partecipare in modo attivo alle rappresentazioni teatrali o gli altri spettacoli”.

Il momento della morte a Premnagar è speciale e commovente. A rotazione le Piccole sorelle sono accanto al letto del morente, non lo lasciano mai solo per accompagnarlo a morire circondato dall’amore. Suor Virginia, la madre superiora, racconta: “È un momento segnato dalla grazia, i nostri poveri anziani muoiono con dignità e amore, soprattutto pieni di gratitudine”.

Suor Virginia spiega che “il carisma delle Piccole sorelle è prendersi cura dei poveri. Chiediamo elemosina nelle strade, nei mercati, facciamo il giro della città, bussando alla porte per chiedere cibo, vestiti, qualunque cosa ci possa essere donata. Delle volte veniamo derise, altre volte insultate, ma rispondiamo al disprezzo con una benedizione”.

La madre superiora racconta: “Non ci manca nulla, ogni giorno dipendiamo dalla provvidenza e ci sono anche molte persone che sono davvero generose con noi. Oggi il mondo sta elemosinando l’amore e questo è ciò per cui pregano i nostri anziani poveri: che il mondo possa essere riempito di amore, l’amore vicendevole delle persone”.

(Nirmala Carvalho)

(12/10/09 – (C) AsiaNews.it)