Episcopato francese chiede chiarimenti su ambiguità legge “fine della vita”


Perché non diventi una giustificazione dell’abbandono dei malati

Di fronte all’approvazione della legge sui diritti dei malati e la fine della vita, che instaura il diritto “di lasciar morire”, l’episcopato francese ha chiesto questo mercoledì alle autorità di chiarire le “ambiguità” del testo legislativo.

(da Zenit.org)

Un comunicato firmato dall’Arcivescovo Jean-Pierre Ricard, Presidente della Conferenza Episcopale Francese, spiega che “il testo votato prevede il riconoscimento giuridico da un lato del diritto di ogni malato di rifiutare le cure e l’assistenza che gli vengono proposte, se questa è realmente la sua volontà, dall’altro della legittimità di porre fine a cure che siano diventate inappropriate”.

“Anche se questi obiettivi sono accettabili, permangono, tuttavia, ambiguità che è necessario eliminare”, afferma il testo dell’Arcivescovo di Bordeaux.

“Molto dipenderà dal modo in cui questa legge verrà interpretata e applicata dai medici – ha riconosciuto –. E’ auspicabile, pertanto, che le autorità competenti veglino per stabilire, in materie così delicate, le regole di una pratica medica adeguata”.

“Per quanto riguarda le cure che vanno mantenute”, il Presidente dell’episcopato ha affermato che “non sarebbe certamente ragionevole né umano cercare di prolungare l’agonia”.

“Quando la morte è inevitabile a breve termine, si potrà dare una priorità totale alla lotta contro la sofferenza e all’accompagnamento del malato”, ha spiegato.

“In altre situazioni, però, la sospensione delle cure è compatibile con una vita più o meno lunga a condizione che venga garantita l’assistenza necessaria”, ha affermato.

“Può accadere che a quel punto un malato rifiuti ogni intervento sul suo corpo, con l’eccezione delle ‘cure per il suo conforto’”, ha spiegato l’Arcivescovo riferendosi a quanto affermato dalla legge.

“Quanti assistono i malati potranno accettarlo solo dopo aver esaurito le risorse del dialogo – ha proseguito –. Nelle altre situazioni, sarà il caso di portare avanti le cure normali e soprattutto cercare il modo più adeguato di alimentare il malato”.

“Agire in modo diverso costituirebbe una prova di disinteresse e, in alcuni casi, anche di autentico abbandono nei confronti del malato”, ha sottolineato.

Il 20 settembre 2004 la Conferenza Episcopale aveva pubblicato una lunga dichiarazione sulla legge in questione dal titolo “Accettare la morte, portare avanti le cure e il malato”.

Presentando la legge questo mercoledì, il ministro della Salute Philippe Douste-Blazy ha affermato: “Finché sarò ministro rifiuterò l’eutanasia”. Al momento della votazione della legge, i senatori socialisti e comunisti hanno abandonato l’emiciclo in segno di protesta.

Da Zenit.org, codice: ZI05041512 del 15 aprile 2005

http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=4273