Elezioni, i «pro Life» puntano sul Parlamento di Strasburgo

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Le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, che in Italia si terrano domenica 13 giugno, sono state il tema della conferenza dei Movimenti per la vita europei che si è svolta a Londra, il 26 e il 27 marzo scorsi, nella “Regent Hall” dell’Esercito della Salvezza.
L’iniziativa è stata della locale Spuc (Society for the Protection of Unborn Children), l’associazione britannica per la protezione del bambino non ancora nato.
Ai lavori hanno partecipato delegazioni provenienti da 22 Paesi (numerose quelle di Malta e della Polonia).


È stato un week end intenso di relazioni e di workshop.
Al microfono si sono succeduti l’eurodeputato conservatore Jonathan Evans, il direttore nazionale della Spuc John Smeaton, il laburista Lord Brennan, l’eurodeputata irlandese Dana Rosemary Scallon, il vicepresidente del Mpv italiano Lucio Romano in rappresentanza del presidente nazionale Carlo Casini e il costituzionalista statunitense Richard Wilkins.
Quest’ultimo ha fatto un’analisi comparata della Costituzione Usa e di quella , ancora solo in bozza, dell’Unione Europea.
Wilkins è stato particolarmente critico, ritenendo pericolosa la proposta fatta dalla Convenzione europea.
Da Wilkins è venuto quindi un invito ai pro Life ad attivarsi per cercare di ottenere una Costituzione che tuteli senza ambiguità il Diritto alla vita.


Che cosa allora è possibile fare per affermare concretamente la «cultura della vita» nell’Unione europea?
[…] «Le occasioni non mancano, ma occorrono gli strumenti. Il disegno che fa leva sul diritto alla vita di tutti e di ciascuno […] ha bisogno dell’ampio respiro della società, della quale in definitiva, i politici sono i rappresentanti. Prima di tutto, dunque, è nella società europea che c’è tanto da lavorare culturalmente e organizzativamente. Se le donne e gli uomini delle istituzioni non hanno la convinzione che il valore della vita umana non è soltanto materia per episodiche omelie religiose, ma è argomento che determina simpatie e consensi, che sposta i voti popolari, è difficile immaginare un solido cambiamento della situazione presente. Ma se il politico non ha la prova che si guadagnano voti quando si difende il diritto alla vita e si perdono quando li si nega, difficilmente ha il coraggio di andare contro corrente».
Proprio per questo – come ha annunciato Smeaton – le campagne elettorali nei vari Paesi vedranno tra i protagonisti anche i movimenti per la vita con il loro «pressing» sui candidati di tutti i partiti.


Durante la conferenza si è svolto anche una breve cerimonia: la premiazione di Dana Rosemary Scallon per il suo tenace e attento impegno pro Life nel Parlamento Europeo.
Il riconoscimento è stato consegnato alla dinamica eurodeputata dallo statunitense Jack Wilke presidente della “International Right to Life Federation”.


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Di Piero Pirovano
(C) Avvenire, 1 aprile 2004