DROGA: l’eversione si allea nel narcotraffico con la criminalità organizzata

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(Corrispondenza romana) Pochi osservatori di politica internazionale hanno prestato la dovuta attenzione ad un evento che possiede un carattere “rivoluzionario” nel significato più profondo del termine. In Colombia, la guerriglia di sinistra, le Forze Armate Rivoluzionarie-FARC, e i gruppi paramilitari di estrema destra, le Unità di Autodifesa della Colombia-AUC, organizzazioni da sempre in guerra le une contro le altre, si sono alleate con la criminalità organizzata per dare vita a cartelli specializzati nel narco-traffico diretto verso gli Stati Uniti e l’Europa.
“Queste organizzazioni di trasporto sono specializzate nello stoccare la droga, inviarla in alto mare con battelli veloci per poi trasportarla su navi capienti verso il Messico per il successivo inoltro negli Stati Uniti”, racconta il capo della polizia giudiziaria, il Col. Oscar Naranjo, che spiega come questo sia il “punto di unione” più evidente tra i tre gruppi (“Associated Press”, 14 maggio 2005).

      Secondo le indagini di polizia, che hanno portato alla scoperta del più grosso singolo quantitativo di cocaina sequestrato del valore di oltre 400 milioni di dollari, i gruppi coinvolti hanno designato per l’inedita “jont venture”, il “29 fronte” (per le Farc) ed il “Libertadores bloc” (per le AUC). Il primo gruppo criminale di raccordo è stato quello fondato dal boss Wenceslao Caicedo, noto come “W”, arrestato nel marzo scorso. L’impegno, rivela in un dossier il periodico “Semana” (24 maggio 2005), si basa su un patto di non aggressione in alcune zone del Paese, dove i due “nemici” diventano “soci” con i narcotrafficanti colombiani, e i loro corrispondenti messicani, che fino ad ora invece potevano fare affari esclusivamente o con le FARC o con le AUC.

      Jorge Noguera, capo della polizia segreta colombiana, sostiene che le FARC hanno stretto legami di collaborazione con altri cartelli criminali in tutto il Sud America, esportando la propria esperienza nel campo dei rapimenti a scopo di estorsione e nel baratto di armi in cambio di droga. Le FARC, per Noguera, oggi “sono diventate un sindacato del crimine multinazionale” (“AP”, 18 maggio 2005). Raul Reyes, il comandante delle FARC, ha negato però ogni coinvolgimento nel crimine transnazionale, precisando che la presenza delle FARC nelle varie nazioni dell’America Latina e dell’Europa è solo di carattere politico-diplomatico, mentere il resto sarebbe “una nefasta campagna internazionale orchestrata per discreditare le FARC” (“AP”, cit.).

      Diverse le risultanze delle indagini delle polizie dell’Honduras, Venezuela e dell’Ecuador, che hanno portato a sequestri di armi e droga oltre a numerosi arresti. “Ci sono cellule guerrigliere delle FARC in numerose nazioni del Centro America” (“AP”, cit.), sostiene il Ministro della Sicurezza honduregno Oscar Alvarez, preoccupato, a ragione, per la stabilità della regione. (CR 904/03 del 25/06/05)