Corea del Sud: si dimette pioniere della clonazione umana

Travolto dagli scandali, si dimette il “pioniere” della clonazione umana


Il professor Hwang confessa di aver usato per le sue ricerche ovociti prelevati da donatrici “non volontarie”. “Le dimissioni sono il mio modo di mostrare pentimento per quanto accaduto”.

Seoul (AsiaNews) – Il professor Hwang Woo Suk, “pioniere” della clonazione terapeutica, ha annunciato questa mattina le sue dimissioni “irrevocabili” da direttore della prima banca dati mondiale di cellule staminali. Il ricercatore ha precisato di dimettersi anche “da tutte le altre cariche ricoperte in seno a organismi governativi e privati”.
Le dimissioni seguono le accuse mosse a Hwang dal professore americano Gerald Shatten, suo ex collaboratore dell’Università di Pittsburgh, secondo cui il medico ha utilizzato “consapevolmente” ovociti “donati con la costrizione” da 2 ricercatrici del suo gruppo e non da volontarie, come dichiarato in precedenza. Altri 16 ovuli utilizzati nel corso della ricerca erano stati invece acquistati per 11,5 mila dollari americani da un ospedale sudcoreano, che li aveva donati al professore.
“Presento le mie più profonde scuse per l’imbarazzante e tragica notizia di aver utilizzato ovociti prelevati da due ricercatrici del mio gruppo – ha detto Hwang, 53 anni, in una conferenza stampa all’Università statale di Seoul – le dimissioni sono il mio modo di mostrare il pentimento per quanto accaduto”. Hwang non ha dato alcuna indicazione se intende anche interrompere le sue ricerche.
Prima della conferenza stampa il ministero sudcoreano della Sanità aveva difeso il ricercatore dalle accuse. “Il professore – ha detto un portavoce ufficiale del ministero – non ha infranto alcun codice etico. Tutto e’ avvenuto a sua insaputa”.
La ricerca di Hwang aveva prodotto, il 19 maggio scorso, la prima clonazione “su misura” di cellule staminali embrionali. AsiaNews aveva intervistato il professor Koo Young-moo, dell’Università di Ulsan, che in quell’occasione aveva denunciato i problemi etici correlati non alla questione dell’embrione ma a quello delle donatrici.
Per Koo, infatti, “Hwang potrebbe avere dei problemi, perché alle 18 donatrici non ha parlato dei rischi collegati all’operazione di estrazione degli ovuli e nell’accordo scritto che le donne hanno firmato, non ha specificato che gli ovuli donati sarebbero stati uccisi”.
“Lasciatemi immaginare lo scenario peggiore – aveva aggiunto – perché se una qualunque fra le donatrici, di cui non siamo molto sicuri, dovesse soffrire di sindrome da iperstimolazione delle ovaie, molto pericolosa per la capacità riproduttiva femminile, potrebbe portare Hwang in tribunale. Qui il dottore sarebbe nei guai”.


AsiaNews 24 Novembre 2005