Ciclone Condi, così Rice ha spiegato in Egitto


“la libertà di dormire senza essere svegliati dalla polizia segreta”



 


Pubblichiamo il discorso quasi integrale che il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha tenuto il 20 giugno all’American University of Cairo.



Condoleezza Rice
(traduzione di Aldo Piccato)
Il Foglio 26 giugno 2005


Gli Stati Uniti assegnano grande importanza alla relazione strategica e ai rapporti economici con l’Egitto. Dai tempi di Ronald Reagan, i presidenti americani hanno contato sulla saggezza e i consigli del presidente Mubarak. I popoli dell’America e dell’Egitto hanno sempre desiderato conoscersi e imparare l’uno dall’altro. E i più alti ideali della nostra alleanza sono incarnati proprio qui, nella American University of Cairo. Questo grande centro di cultura ha continuato a vivere e prosperare dai giorni in cui la nostra amicizia non era ancora solida fino ad oggi, in cui le nostre relazioni sono molto strette.


L’Egitto si è sempre messo alla guida di questa regione nei momenti in cui si dovevano prendere grandi decisioni. All’inizio del XIX secolo, la dinastia riformista di Muhammad Ali staccò l’Egitto dall’impero ottomano e cominciò a trasformarlo nella prima nazione moderna della regione. All’inizio del XX secolo, il partito Wafd, sorto all’indomani della Prima guerra mondiale, fece del Cairo il cuore liberale del “risveglio arabo”. Trent’anni dopo, Anwar Sadat mostrò la via che tutto il medio oriente doveva seguire, dando inizio a difficili riforme economiche e stabilendo la pace con Israele. In tutti questi momenti, la leadership egiziana ha avuto grande lungimiranza e ha contribuito in modo essenziale al progresso.


Ora, nel nostro tempo, dobbiamo nuovamente prendere delle decisioni di fondamentale importanza, che avranno conseguenze dirette per le future generazioni. In queste ore di grandi decisioni, sono giunta al Cairo non per parlare del passato ma per guardare al futuro; un futuro che gli egiziani possono guidare e definire. Oggi, nel nostro mondo, un numero sempre maggiore di donne e di uomini stanno raggiungendo e garantendosi la propria libertà. E quando queste persone conquistano il potere di scegliere, creano governi democratici per proteggere i propri diritti naturali. Dobbiamo tutti impegnarci per un futuro in cui ogni governo rispetta la volontà dei propri cittadini, un futuro in cui l’ideale della democrazia sia diventato universale.


La lungimiranza del Cairo nella regione In questa regione, per sessant’anni il mio paese, gli Stati Uniti, ha cercato di garantire la stabilità a spese della democrazia e non ha ottenuto né l’una né l’altra. Ora abbiamo deciso di seguire una strada diversa e di appoggiare le aspirazioni democratiche di tutti i popoli. Come ha detto il presidente Bush nel suo secondo discorso inaugurale: “L’America non imporrà il proprio stile di governo a chi non lo vuole. Il nostro obiettivo, al contrario, è quello di aiutare gli altri ad esprimere la propria voce, a raggiungere la libertà e a determinare il proprio destino”. Sappiamo perfettamente che questi risultati non si otterranno facilmente o in un colpo solo. Sappiamo che ogni società troverà la forma di democrazia che le sarà più consona. Quando parliamo di democrazia, tuttavia, ci riferiamo a governi che garantiscono a tutti i loro cittadini determinati diritti fondamentali, tra i quali il diritto alla libertà di parola, il diritto di libera associazione, il diritto di praticare la propria religione e il diritto di istruire i propri figli. E infine la libertà di dormire senza essere svegliati nel pieno della notte dalla polizia segreta. La garanzia di questi diritti è la speranza di ogni cittadino e il dovere di ogni governo.


Nel mio paese, il progresso verso la democrazia è stato lungo e difficile. E tenendo conto della nostra storia, gli Stati Uniti non hanno alcun motivo di falso orgoglio e tutte le ragioni per mostrarsi umili. Dopo tutto, l’America è stata fondata da persone che sapevano che tutti gli esseri umani (e i governi da loro creati) sono per natura imperfetti. E gli Stati Uniti sono nati con una divisione della popolazione tra liberi e schiavi. Il mio governo ha concesso il diritto di voto a tutti i suoi cittadini soltanto qualche decina d’anni fa. Ciononostante, i principi stabiliti nella nostra costituzione permettono ai cittadini onesti e impegnati di spingere l’America sempre più vicino all’ideale della democrazia.


Nel medio oriente sta cominciando ad avviarsi lo stesso lungo processo di trasformazione democratica. Milioni di persone chiedono la libertà per se stessi e la democrazia per il proprio paese. Ecco cosa voglio dire oggi a questi coraggiosi uomini e donne: tutte le nazioni libere staranno al vostro fianco per aiutarvi a ottenere il beneficio della vostra libertà (…) Il governo giordano sta attuando riforme politiche che realizzeranno una decentralizzazione del potere e daranno ai cittadini maggiore voce in capitolo sul proprio futuro. In Iraq milioni di cittadini stanno rifiutandosi di arrendersi al terrorismo e rinunciare al loro sogno di libertà e democrazia. Quando fu progettata, più di1.200 anni fa, la città di Baghdad fu concepita come la “Città Rotonda”, in modo che nessun cittadino si trovasse più vicino di un altro al centro della giustizia. Oggi – dopo decenni di assassini, di tirannia e di ingiustizia– i cittadini dell’Iraq possono di nuovo impegnarsi a realizzare gli ideali della Città Rotonda. Malgrado gli attacchi di uomini violenti e malvagi, gli iracheni stanno dando prova di un grande coraggio e di una straordinaria fermezza. E ad ogni nuovo passo compiuto – dalla riconquista della sovranità, allo svolgimento delle elezioni e ora alla stesura di una costituzione – il popolo iracheno ha superato tutte le aspettative.



Quando una “primavera a Damasco”?


Anche il popolo palestinese ha fatto sentire la sua voce. Il governo che è stato liberamente eletto sta cercando di cogliere la migliore opportunità che si sia presentata da molti anni a questa parte per raggiungere il proprio sogno di uno Stato indipendente. Leader coraggiosi, sia in Palestina sia in Israele, si sono impegnati nella ricerca della pace. E si stanno sforzando di creare un reciproco sentimento di fiducia. L’Autorità Palestinese assumerà presto il controllo di Gaza: un primo passo verso la realizzazione del progetto di due Stati democratici che convivono in pace e sicurezza. Se i palestinesi combattono il terrorismo e gli israeliani rispettano i loro doveri e le loro responsabilità per la creazione di un solido Stato palestinese, tutto il mondo – e in particolare l’Egitto e gli Stati Uniti – offriranno il proprio appoggio. In Libano i sostenitori della democrazia pretendono l’indipendenza dai padroni stranieri. Dopo l’assassinio di Rafiq Hariri, migliaia di libanesi hanno chiesto un cambiamento. E quando l’assassinio del giornalista Samir Qaseer ha ricordato a tutti la forza e la brutalità del terrorismo, il popolo libanese è rimasto fermo e non si è lasciato intimidire. Hanno pianto per la morte del loro compatriota, ma si sono uniti proclamando inequivocabilmente la loro volontà. Ma non è soltanto il popolo libanese a desiderare la libertà dal giogo siriano.


Gli stessi siriani condividono questo desiderio. Centosettantanove intellettuali e attivisti dei diritti civili siriani hanno chiesto al proprio governo di “lasciare che fiorisca la primavera di Damasco, facendo sbocciare i suoi fiori”. I leader della Siria dovrebbero accogliere questa richiesta e imparare a fidarsi del proprio popolo. La questione della Siria è particolarmente grave perché, mentre i paesi vicini accolgono la democrazia e le riforme politiche, la Siria continua a ospitare e ad appoggiare gruppi terroristici in Libano, in Israele, in Iraq e nei territori palestinesi. E’ giunto il momento che la Siria prenda la decisione strategica di unirsi all’ondata di progresso che si sta propagando intorno a lei. In Iran, il popolo sta cominciando a perdere la pazienza nei confronti di un regime oppressivo che gli nega ogni diritto e libertà. Il ricorso a elezioni non serva a mascherare la crudeltà dello Stato teocratico iraniano. Il popolo iraniano, signore e signori, è in grado di avere la libertà. Desidera la libertà, e si merita la libertà. E’ giunto il momento che i pochi non eletti cessino di tenere il paese stretto in una morsa e accolgano le aspirazioni del suo orgoglioso popolo. In Arabia Saudita, coraggiosi cittadini chiedono di avere un governo responsabile di fronte al popolo. Nelle recenti elezioni municipali si sono compiuti alcuni passi concreti verso una maggiore apertura. Tuttavia, molti pagano ancora un prezzo ingiusto per avere semplicemente esercitato i propri fondamentali diritti. In particolare, tre persone si trovano attualmente in carcere per avere pacificamente criticato il proprio governo. Questo non deve essere considerato un crimine in nessun paese del mondo.



Mubarak deve mantenere le sue promesse


Il presidente Mubarak ha aperto le porte al cambiamento. Ora il governo egiziano deve dare fiducia al proprio popolo. Siamo tutti ansiosi per il futuro delle riforme in Egitto, visto che molti pacifici sostenitori della democrazia subiscono ancora violenze. Deve presto arrivare il giorno in cui lo stato di diritto sostituirà i decreti di emergenza e in cui un ramo giudiziario indipendente rimpiazzerà la giustizia arbitraria. Il governo egiziano deve mantenere le promesse che ha fatto al proprio popolo, e al mondo intero, concedendo ai suoi cittadini la libertà di scelta. Le elezioni egiziane, comprese quelle per il Parlamento, devono rispettare gli standard imprescindibili di una libera elezione.


In tutto il medio oriente il timore della libera scelta non può più giustificare il rifiuto della libertà. E’ giunto il momento di abbandonare tutte le giustificazioni accampate per evitare di svolgere il duro lavoro della democrazia. Qualcuno sostiene che si stia imponendo dall’alto la democrazia. Ma è vero esattamente il contrario: la democrazia non viene mai imposta. E’ il frutto di una scelta, non il risultato di una coercizione. Secondo alcuni la democrazia conduce al caos, al conflitto e al terrorismo. Ma è vero esattamente il contrario: la libertà e la democrazia sono le sole idee capaci di superare l’odio, la divisione e la violenza. Per le popolazioni di diverse razze e religioni, la natura inclusiva della democrazia può neutralizzare quella paura della differenza che per alcuni si trasforma in una licenza di uccidere(…) Il sistema democratico non può funzionare se alcuni gruppi tengono un piede nel campo della politica e l’altro in quello del terrorismo.


Qualcuno sostiene che la democrazia distrugge le istituzioni sociali ed erode i principi morali. Ma è vero esattamente l’opposto. Il successo della democrazia dipende dal carattere pubblico e dalla virtù privata. Perché la democrazia prosperi, è necessario che i liberi cittadini lavorino ogni giorno per rafforzare le proprie famiglie, preoccuparsi dei propri vicini e sostenere la propria comunità. Qualcuno dice che si può ottenere un progresso economico e sociale di lungo termine senza libere menti e liberi mercati. In realtà, il potenziale e la creatività degli uomini si esprime pienamente soltanto quando i governi si fidano delle decisioni del proprio popolo e investono nel suo futuro. E l’investimento più fondamentale è quello per l’istruzione dei suoi cittadini. Perché l’istruzione – per tutti gli uomini e le donne – trasforma i loro sogni in realtà e gli consente di sollevarsi dalla povertà.


Alcuni dicono che la democrazia è una cosa esclusivamente da uomini. Ma è vero esattamente l’opposto: una democrazia a metà non è una democrazia. Come ha detto una leader musulmana: “La società è come un uccello. Ha due ali. E non può volare se una delle due è rotta”. In tutto il medio oriente, le donne sono fonte di ispirazione per tutti noi. In Kuwait le donne hanno protestato per ottenere il diritto di voto, mostrando striscioni con questa scritta: “Anche le donne sono kuwaitiane”. Il mese scorso, il governo kuwaitiano ha dato il proprio assenso. In Arabia Saudita, la promessa di dignità si sta risvegliando in alcune giovani donne. Nelle recenti elezioni municipali, ho visto il video di un padre che andava a votare insieme a sua figlia. Dopo avere votato ha dato la scheda in mano alla figlia, per fargliela inserire nel raccoglitore.


Lo schiavismo non ha resistito alla libertà In tutto il medio oriente milioni di cittadini stanno dando voce alle loro aspirazioni di libertà e democrazia. Stanno dando la prova che tutti le grandi impresse morali prendono avvio da individui non disposti ad accettare che la realtà di oggi sia anche la realtà di domani. C’è stato un tempo, non molto lontano, dopo tutto, in cui la libertà era minacciata dalla schiavitù. La dignità morale dei miei antenati, si pensava, deve essere valutata in base alla richiesta del mercato e non in base alla dignità delle loro anime. Questa pratica era realizzata per mezzo della violenza. Ma il crimine dello schiavismo non ha potuto resistere al potere della libertà.


C’è stato un tempo, ancora più vicino, in cui la libertà era minacciata dal colonialismo. Si credeva che certi popoli avessero bisogno di padroni stranieri per governare le proprie terre e per amministrare la propria vita. Come lo schiavismo, quest’ideologia di ingiustizia era messa in pratica con l’oppressione. Ma quando persone coraggiose hanno cominciato a chiedere il riconoscimento dei propri diritti, in tutto il mondo è risuonata come verità che la libertà è il destino di ogni nazione. Ciò che un decennio prima sembrava impossibile è diventato inevitabile il decennio successivo.


Oggi la libertà è minacciata da governi non democratici. Alcuni ritengono che ciò sia un fenomeno permanente della storia. Ma altri la pensano molto diversamente. Questi appassionati patrioti si trovano a Baghdad e Beirut, a Riad e Ramallah, ad Amman, a Teheran e qui al Cairo. Insieme, stanno contribuendo a definire un nuovo parametro di giustizia per la nostra èra; un parametro assolutamente chiaro, potente e ispiratore: la libertà è il desiderio universale di ogni anima, e la democrazia è la strada ideale per ogni nazione. Verrà il giorno in cui anche la promessa di un mondo completamente libero e democratico, una volta ritenuta impossibile, sembrerà inevitabile. Il popolo egiziano dovrebbe mettersi alla testa di questa regione in questo grande viaggio, proprio come ha fatto negli altri grandi viaggi del passato. Un futuro pieno di speranze è alla portata di ogni cittadino egiziano, e di ogni uomo e ogni donna del medio oriente. Sta a voi fare la scelta. Ma non siete soli. Tutte le nazioni libere sono vostre alleate. Così, insieme, scegliamo la libertà e la democrazia: per le nostre nazioni, per i nostri figli e per il nostro comune futuro.



 


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