Casini (Carlo) combina guai

Altra “bacchettata” al confuso esponente democristiano del MpV: stavolta tocca alla Dott.ssa Marisa Orecchia, già Vice Presidente del MpV.

Caro Carlo,

vedo che nell’editoriale del Sì alla Vita di questo mese, riprendi quanto già avevi affermato nella riunione dell’ultimo direttivo del Movimento per la Vita tenutosi a Roma lo scorso mese di giugno, circa il dilemma, la scelta, a proposito della legge 194, tra due posizioni che si trovano, a parer tuo, all’interno del popolo della vita: quella dei “duri e puri” che pur di “non rischiare di contaminare le proprie coscienze” sono pronti “a salire sull’Aventino” e quindi a rinchiudersi evidentemente in una forma di totale disimpegno, e quella di coloro che invece ”senza tradire i principi accettano di sporcarsi le mani” per salvare vite concrete.

Anch’io ripropongo quanto replicai nel mio intervento: non aut aut, ma et et. Non scelta tra una posizione e l’altra, quella cioè di chi soltanto grida contro la legge 194 e quella di chi si adopera per strappare bimbi all’aborto, ma entrambe, come dall’inizio il Movimento ha fatto con l’opera dei Centri di Aiuto alla Vita e dei Movimenti per la vita.

Oggi tuttavia in molti sentiamo il bisogno di riaffermare con forza la duplice valenza dell’opera del Movimento per la Vita, sottolineando che non basta l’opera dei CAV per far emergere quella cultura della vita che è terreno imprescindibile al cambiamento della legge abortista.

Non basta strappare quotidianamente bambini all’aborto – e tu sai che lo facciamo con un immutato impegno- occorre, assieme al salvataggio dei bimbi, affermare opportune ed importune che questa legge è ingiusta, disumana e che non potremo dirci paghi se non quando sarà stata cancellata dall’ ordinamento giuridico del nostro Paese.
Il clamoroso scivolone della tua dichiarazione al quotidiano il Foglio del 24 maggio scorso, secondo la quale” la legge 194 non è sbagliata”, ma “in molti casi solo disattesa o valutata in modo banale da alcuni medici”, smentita solo dopo cinque giorni, a seguito di un intervento del Comitato Verità e Vita, evidenzia chiaramente la linea che tu hai da tempo imposto al Movimento per la Vita, ribadita per altro ancora dall’editoriale del Sì alla Vita in questione.

Altri casi di questa deriva si potrebbero citare, come feci nel mio intervento al Direttivo, non ultimo quello di accettare, come Movimento per la Vita, di accodarsi a formazioni che prendono a portavoce personaggi che fanno dell’autodeterminazione della donna in tema di aborto un principio irrinunciabile, inducendo la convinzione che solo una corretta applicazione della 194 basti.

Certamente “un’applicazione meno selvaggia della legge potrebbe salvare molte vite umane”.
E, nella logica della gradualità, anche una sua modifica sarebbe già un passo avanti, ma senza dimenticare quanto afferma l’Evangelium vitae al n. 73, senza omettere cioè di proclamare sempre e in modo chiaro l’assoluta contrarietà ad una legge che sancisce l’uccisione dell’innocente.

Faccio parte evidentemente di coloro che chiami “ i duri e puri” da quando, non condividendo la tua linea a proposito della legge sulla fecondazione artificiale, allora ancora in fieri, rassegnai le dimissioni da vice presidente del Movimento per la Vita. Voglio però tranquillizzarti: i duri e puri non sono sull’Aventino, non si limitano alla semplice proclamazione di principi.
Sia riguardo la legge 194, sia riguardo la legge 40 sulla fecondazione assistita.

Ho letto le tue dichiarazioni successive alla relazione Turco riguardante l’applicazione della legge 40 e sono rimasta sconcertata dalle omissioni: se, come si evince dai dati, nel 2005 per 27.254 donne che hanno fatto ricorso alla fivet, sono iniziate 6200 gravidanze, significa che più di 21.000 donne hanno visto fallire il loro tentativo di maternità e che almeno 70.000 (calcolo per difetto) embrioni, appositamente “prodotti” hanno trovato la morte. Mancano dati che ci dicano quante gravidanze siano poi giunte a termine , ma sappiamo dalla relazione del Ministro che 39 dei bambini che erano riusciti a sopravvivere alla tecnica e ad annidarsi, sono stati in seguito eliminati con il cosiddetto aborto terapeutico ai sensi della 194.
Forse il presidente del Movimento per la Vita alcune considerazione su tutto questo avrebbe potuto farle.

Il Comitato Verità e Vita, al quale mi onoro di appartenere dall’inizio, costituitosi proprio in seguito all’approvazione della legge 40 per non tacere queste verità, non ha esitato a “sporcarsi le mani”, pur ribadendo la propria radicale contrarietà alla legge 40 di cui sempre ha denunciato l’ingiustizia, e si è adoperato in questi mesi per impedire che la revisione delle linee guida in materia di procreazione medicalmente assistita, in atto allo scadere del primo triennio di applicazione della legge, peggiori la situazione. Ha presentato infatti al Ministro della Salute una proposta di modifica delle stesse, per rendere più efficaci i limiti e i divieti che attualmente sono solo apparenti.
Il tutto è stato illustrato in una Conferenza stampa che ha avuto luogo in una sala di Montecitorio il 12 luglio.
Certamente le speranze che questa iniziativa sortisca qualche effetto sono ben poche, stante l’attuale situazione politica del nostro Paese, ma ciò non ci esime tuttavia dal tentare ogni azione che possa anche solo scalfire da un lato l’arrogante certezza della cultura di morte e dall’altro l’”arrocco” che in questo frangente caratterizza la posizione di molti che si dicono pro life.
Ti saluto molto cordialmente.

Marisa Orecchia