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Emma Bonino ad Affari: sono ambiziosa, io ministro con Prodi


Cari Amici, mi domando due cose:


1) come può Romano Prodi che si definisce “cattolico”, e che andò a votare ai referendum contro il consiglio del Magistero, accettare una anti-anti-cristiana come la Bonino tra le sue file… anche se lei si proposta e al momento Prodi non ha detto nulla;


2) se veramente diventasse ministro una persona che ha combattuto contro laChiesa, a favore del divorzio al punto da divenire una piaga sociale, per l’aborto (uccidendo la vita al suo nascere), cos’altro non proporrà?


Riflettiamo tutti, Cristiani e non Cristiani.

E’ lei la grande figura emersa in questi giorni. Emma Bonino. Quella che ha il prestigio e la stima a livello internazionale necessari per ricoprire l’incarico di ministro. Ha tenuto le redini del congresso radicale appena concluso e finiti gli interventi ha spiegato ad Affari la sua politica.


Facciamo un bilancio di questo congresso.
“C’era un’atmosfera di grande entusiasmo. Dopo tanti anni di assoluta solitudine, allontanati come la peste dall’uno e dall’altro, questo cammino di rigore molto duro e pesante si è rotto, perché l’iniziativa referendaria ha creato tutta una serie di ripercussioni, come l’intervento diretto della gerarchia vaticana per farla fallire e l’accodamento di tutta una serie di leader politici che scambiano sempre i credenti con i votanti”.


La vostra battaglia di laicità ha trovato una nuova cittadinanza?
“La nostra battaglia su certi temi ha dimostrato di essere la cartina di tornasole di una serie di problemi di questo paese, che trova difficoltà a mettersi al passo coi tempi sia in termini culturali che in termini economici. L’individuo sembra ancora un elemento di serie B. Prima arrivano gli interessi della burocrazia, poi quelli del clero…”.


Che cosa chiedete allora ai vostri futuri alleati dell’Unione?
“Noi non abbiamo particolari richieste. Al di là della congiuntura di questi tempi, in realtà il valore della laicità dello stato credo sia uguale per la destra e la sinistra. Se l’unione si apre – e a marzo non si è aperta – vuol dire che questa area, per tutta una serie di motivazioni, deve dare pari dignità alla tradizione di origine marxiana, a quella cattolica e pure a quella laica, socialista e libertaria”.


Capezzone però è stato molto duro con Mastella.
“Sì. Io credo che si cerchi di dire al paese che noi siamo antireligiosi. Non è in discussione la libertà religiosa di nessuno. Semmai sono in discussione interessi molto più terreni, come l’Ici, l’otto per mille. Se si è duri è per reagire a un messaggio che viene mandato all’opinione pubblica manco fossimo i mangiapreti. Siamo al massimo i mangia – Ici. Ma non mangiapreti”.


Dicono i giornali in questi giorni che lei parla da ministro.
“Mi fa piacere che se ne accorgano. Ma io parlo così da sempre. Ogni tanto se ne accorgono (ride)”.


Quindi nulla in contrario se le fosse data davvero la possibilità di parlare in qualità di ministro.
 “Assolutamente. Sono sempre stata una persona di grande ambizione, non lo ritengo una nota negativa. Poi non ho mai avuto la visione del potere che corrompe. Rimpiango solo che noi Radicali ne abbiamo avuto troppo poco. Credo che quando l’abbiamo strappato, con la presenza in commissione, penso che le qualità siano state riconosciute. L’unico problema col potere è che ne abbiamo avuto troppo poco”.


Francesco Borgonovo – Libero.it