Quando comunisti e nazisti erano più alleati che nemici
Nel novembre del ’32 i comunisti del KPD e i nazisti del NSDAP si ritrovarono per la prima volta a collaborare in una comune azione militante: entrambi gli avversari della repubblica weimeriana non dimostrarono scrupoli di sorta nell’architettare una convergenza finalizzata all’abbattimento dell’ordine democratico costituito…
Prima di affrontare i temi di un suo studio appena ripubblicato in Germania (Die letzten Tage der Republik von Weimar. Kommunisten und Nazionalsozialisten im Berliner BVG-Streik von 1932, Universitas Verlag, München 2008, p. 318), merita ricordare come Klaus Rainer Röhl, nato a Danzica nel 1928 e diventato storico apprezzato solo in tarda età, abbia alle spalle una lunga militanza nella sinistra postbellica tedesco-occidentale, fino al 1968, anno nel quale si separò da Ulrike Meinhof (che aveva sposato nel 1961), la futura terrorista della Rote Armee Fraktion. Negli anni seguenti è rivelato uno dei critici più duri al dogmatismo dei sessantottini e alle conseguenze da loro provocate, fino a diventare oggi uno degli esponenti più lucidi dell’ala nazional-liberale della FDP (il Partito Liberale Tedesco).
Era il 1993 quando Röhl conseguì con Ernst Nolte la “Promotion” alla Freie Universität di Berlino con questo studio dedicato allo sciopero dei lavoratori dei trasporti, indetto a Berlino dal 3 al 7 novembre 1932, che vide l’apparentemente imprevedibile collaborazione tra comunisti e nazionalsocialisti. Nonostante l’impressione che si tratti di un evento circoscritto nel tempo e nello spazio, in realtà quei fatti ed il tema sono di grande rilevanza: il tutto accadde appena prima e durante quelle che si sarebbero rivelate le ultime elezioni democratiche prima dell’ascesa al potere di Hitler. Ernst Nolte, autore di un’introduzione alla nuova edizione, ricorda da parte sua come pochi altri fatti siano stati citati così spesso in ambienti scientifici (almeno nel contesto tedesco) e tuttavia risultino essere stati così poco indagati. Se per dodici anni fu il regime nazista a non voler gettare luce su quello sciopero, dopo il 1945 la situazione si rovesciò: il regime comunista della DDR non poteva apprezzare il ricordo di quell’evento paradossale. Per ricchezza di documenti e fonti consultate, questo di Röhl è senz’altro lo studio più esaustivo e autorevole al proposito. Con grande rigore vengono ricostruiti gli avvenimenti di quei giorni, ora per ora, giorno per giorno, fin nei minimi dettagli, senza che per questo venga meno uno sguardo sul contesto generale tedesco ed europeo. “Chi vuol farsi un quadro dei conflitti, della confusione e delle minacce presenti nell’ultimo periodo della Repubblica di Weimar”, ha scritto Nolte, “vedrà il proprio desiderio soddisfatto in maniera convincente dalla presente ricerca.”
In quel novembre del ’32, dunque, i comunisti del KPD e i nazisti del NSDAP si ritrovarono per la prima volta a collaborare in una comune azione militante, dalla quale derivò un preciso segnale politico: entrambi gli avversari della repubblica weimeriana, nonostante l’insuperabile contrapposizione ideologica, non dimostrarono scrupoli di sorta nell’architettare una convergenza finalizzata all’abbattimento dell’ordine democratico costituito. Di non minore importanza per entrambi era l’aspirazione a “sfondare” la resistenza dei sindacati (vicini ai socialdemocratici) e ad acquisire consenso tra i proletari e i disoccupati berlinesi. Del resto, sebbene una convergenza sembrasse a tutti impensabile, dalle elezioni del luglio 1932, nel Reichstag sedeva una maggioranza rosso-bruna. Quei cinque giorni di sciopero, di conflitto radicalizzato e di diffuso terrore (ci furono complessivamente 4 morti, 47 feriti e 583 arresti), segnarono un breve periodo di tregua tra quelli che fino a quel momento era stati duri avversari e insieme dimostrarono come in Germania l’ipotesi di scoppio di una guerra civile non fosse così peregrina.
Quella strana convergenza tra le due ali radicali della politica tedesca si rivelò immediatamente una “fata morgana”. “La breve convergenza d’interessi di coloro che erano alla guida di KPD e NSDAP e la sorprendente unità dei loro membri”, osserva in conclusione Röhl. “scomparve rapidamente dalla memoria e tornò ad essere realtà sul piano internazionale solo nel 1939, con il patto tra Hitler tra Stalin.”
di Vito Punzi
L’Occidentale8 Giugno 2008