Benedetto XVI in difesa del diritto alla vita in Brasile

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Aborto, il Vaticano prova a fermare la nuova legge brasiliana


Benedetto XVI ha chiesto alla leadership dei vescovi brasiliani un impegno concreto nella difesa della vita. Da qualche settimana infatti il Congresso Nazionale brasiliano sta discutendo un disegno di legge che depenalizza l’aborto in qualsiasi circostanza, trasformandolo da crimine in diritto

Giovedì scorso Benedetto XVI ha ricevuto in udienza la Presidenza della CNBB (Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile). L’incontro è passato un po’ in secondo piano sui media a causa della contemporanea chiusura ad Assisi della Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana e dei preparativi per la visita in Vaticano – avvenuta poi sabato scorso – del presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi. Eppure, le parole rivolte dal Papa alla leadership dei vescovi brasiliani sono state degne di nota. Benedetto XVI, infatti, ha chiesto loro un impegno concreto nella difesa della vita in Brasile. È qualche settimana che il Congresso Nazionale brasiliano sta discutendo, non senza critiche da parte dei cattolici del Paese, un disegno di legge che depenalizza l’aborto in qualsiasi circostanza, trasformandolo da crimine in diritto, a meno che esso non venga compiuto contro la volontà della donna. L’ultima notizia in merito è del 19 ottobre scorso quando il deputato Jandira Feghali ha presentato un documento nel quale ha incorporato buona parte dei suggerimenti contenuti nei 15 progetti sull’aborto esistenti alla Camera. In particolare, secondo il progetto della Feghali, “ogni donna ha il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, compiuta dal medico e condizionata al consenso libero e informato della gestante”. Il progetto revoca l’articolo 124 del Codice Penale brasiliano, che prevede la detenzione da uno a tre anni per le donne che tentano di abortire da sole o permettono ad altri di farlo. Il testo del disegno di legge liberalizza l’aborto “fino a dodici settimane di gestazione” e “fino a venti settimane di gestazione” in caso di gravidanza derivante da stupro. Lo liberalizza anche “nel caso di diagnosi di grave rischio per la salute della gestante” e “nel caso di diagnosi di malformazione congenita incompatibile con la vita o di malattia fetale grave e incurabile”. Questo martedì si è svolta a Brasilia, presso la Commissione per la Sicurezza Sociale e la Famiglia della Camera dei Deputati, un’udienza pubblica con esperti per dibattere il tema insieme ai parlamentari. In un’intervista ad un collaboratore della “Radio Vaticana” dopo l’udienza con il Papa, monsignor Odilo Pedro Scherer, segretario generale della CNBB, ha affermato che Benedetto XVI ha dimostrato una conoscenza profonda dei progetti di legalizzazione dell’aborto in Brasile. “Papa Benedetto XVI – ha detto Scherer secondo quanto si legge sulla pagina web del quotidiano “Correio Brasiliense” – ci ha chiesto particolari dei progetti in analisi ed ha trovato grave la liberalizzazione generale, soprattutto dietro il pretesto che sia un diritto della donna”.


di Paolo Luigi Rodari
Il Velino 23 novembre 2005