Bashir Gemayel, il 14 settembre di 25 anni fa

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7° presidente della Repubblica
Fondatore del Partito delle Forze Libanesi
Bashir Gemayel 1947-1982

Un Presidente cristianissimo
Un modello d’azione per le democrazie pluraliste

Alcuni lo hanno adorato, ad altri non piaceva. Per molti è stato un leader, per altri un nemico da eliminare. Ma soprattutto è stato un uomo che ha sostenuto un sogno e che ha avuto la convinzione, la forza ed il supporto popolare per fare di quel sogno la realtà. Aveva già iniziato a tessere la trama di una nuova struttura per il suo paese quando la sua vita è stata interrotta da coloro che si opponevano ai cambiamenti da lui proposti.
Ma il suo spirito vive ancora in coloro che lo hanno conosciuto e amato. E’ emerso dalle ferite sanguinanti dei nostri cuori, dalle lacrime negli occhi dei nostri bambini, dal forte attaccamento alla nostra terra e ha fatto luce nel cielo dandoci speranza e un sogno meraviglioso, quello di 10452km² di Libano libero.

Libero da qualunque occupazione straniera e presenza fraterna. Ci ha dato il sogno di un Libano forte e unito nel quale tutti i suoi diversi gruppi etnici e religiosi potessero coesistere in pace ed armonia.

Dopo l’accordo del Cairo, la situazione in Libano è andata velocemente peggiorando, con continui e violenti scontri tra le armate Palestinesi e l’esercito Libanese. Gli attacchi dei palestinesi armati contro obiettivi israeliani lungo il confine Libanese-Israeliano sono divenuti più numerosi e mortali.

Dopo l’inizio della guerra Libanese – PLO nell’Aprile del 1975, Bashir ha unito i membri della sua milizia a quelli del partito del Kataeb in difesa delle aree cristiane dagli attacchi del PLO.

Quando William Hawi, Comandante del Consiglio militare del Kataeb, è stato ucciso durante l’assedio delle Forze Libanesi alla roccaforte del PLO presso Tell Zaatar nel Luglio del 1976, Bashir è stato scelto per succedergli. Il 30 Agosto è stato nominato Capo del Commando unificato delle Forze Libanesi, una coalizione di milizie cristiane del partito del Kataeb, del Partito Nazionale Liberale, del Tanzim e dei Guardiani dei Cedri.

Il 7 Luglio 1980, queste milizie cristiane sono state unificate in una, quale le Forze Libanesi, con Bashir Gemayel come loro Comandante Capo. Nel Gennaio del 1981 Gemayel ha inoltre assunto la posizione di Capo del Consiglio di Sicurezza del Kataeb ed è divenuto membro dell’Ufficio Politico del Kataeb.

Come Comandante Capo Bashir ha continuato a rinforzare il ramo militare delle Forze Libanesi, istituendo addestramenti militari nelle scuole del settore cristiano per sviluppare le riserve. Ha inoltre dato alle Forze Libanesi una dimensione politica più vasta e basi popolari. Ha organizzato servizi pubblici nelle aree liberate (regione orientale) per supplire alla mancanza di servizi forniti dal governo. Questo ha compreso un sistema di pubblico trasporto; un comitato popolare per provvedere ai bisogni quotidiani della popolazione quali acqua, elettricità, manutenzione stradale, raccolta della spazzatura, dei liquami, servizi di assistenza sociali, etc; due stazioni radio, una stazione televisiva ed un piccolo aeroporto.

Sotto il Presidente Elias Sarkis, è stato creato un Consiglio di Salvezza Nazionale nel Giugno del 1982 che ha riunito le milizie più grandi e i leader politici in uno sforzo per elaborare misure per porre fine ai sette anni di guerra che avevano sconvolto il Libano.

Come Comandante Capo delle Forze Libanesi, Bashir ha avuto molte opportunità di incontrare funzionari stranieri sia all’estero che in Libano per discutere la sua visione del paese. Di maggiore interesse i viaggi compiuti negli Stati Uniti, dove si è consultato con funzionari del Dipartimento di Stato, della Casa Bianca, con Senatori e membri del Congresso; nel Luglio del 1982 è stato in visita in Arabia Saudita per consultarsi con il Re Fahd; ha incontrato gruppi parlamentari della Democrazia Cristiana Europea; si è incontrato con inviati degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite e Arabi che stavano lavorando per trovare soluzioni alla crisi libanese.

Bashir ha annunciato ufficialmente la sua candidatura a Presidente della Repubblica del Libano il 24 luglio del 1982.
Il 23 Agosto del 1982, Gemayel è stato eletto Presidente della Repubblica al secondo ballottaggio con 57 voti e 5 astensioni.

Durante le settimane successive ha tenuto incontri con i capi Cristiani e Musulmani preparando piani per la rinascita del Libano.
Ha iniziato a radunare il popolo libanese, musulmano e cristiano, intorno a sé come nessun altro leader in Libano era stato capace di fare sin dalla sua indipendenza.

Nove giorni prima che venisse inaugurato presidente, Bashir ha presenziato la sua usuale sessione di discussione presso l’ufficio del Kataeb in Ashrafieh.
Una potente esplosione al secondo piano dell’edificio ha ucciso Bashir insieme ad altre 26 persone.
L’eroe e la speranza del Libano erano morti e tutto il Libano era in lutto.

Più tardi è stato scoperto che due membri del partito Socialista Nazionale Siriano, uno dei quali era collegato ai proprietari dell’edificio in cui si trovavano gli uffici del Kataeb ad Ashrafieh, erano gli istigatori dell’attentato e che la Siria era dietro l’assassinio.

Bashir è stato franco e diretto nei suoi rapporti con la gente. Il suo zelo per la causa libanese, un Libano indipendente e libero da qualunque occupazione straniera, ha ispirato molte persone. Questo obiettivo lo ha portato in tutto il mondo ad incontrarsi con leader arabi e occidentali in cerca di soluzioni e supporto.

Era un uomo carismatico, deciso.
Ha mantenuto un chiaro corso politico, attirando giovani, dinamici e individui specializzati alla sua causa.
Era onesto e realistico, un uomo che ha rifiutato compromessi e soluzioni parziali.
Era aperto al dialogo e non intimorito dalle critiche.
Bashir ha creduto che gli emigranti libanesi potessero avere un grande ruolo nel sostegno della causa libanese. Ha istituito sedi in molti paesi d’oltremare, inclusi gli Stati Uniti, la Francia, il Brasile, la Germania orientale e l’Italia, per mantenere quei governi informati riguardo le comunità libanesi lì presenti con lo scopo di lavorare per la liberazione della loro madre patria, il Libano.

Gemayel ha costantemente lavorato per un Libano libero, a guida cristiana ed indipendente, pluralista per natura e di condizione forte e sicura.
Ha creduto che cristiani e musulmani potessero vivere insieme in pace e che il Libano dovesse mantenere buone relazioni sia con il mondo occidentale che con quello arabo.
Ha sostenuto il ritiro delle forze siriane che occupavano il Libano sin dal 1975, quello delle forze israeliane che lo occupavano dal giugno del 1982 e il disarmo dei palestinesi sul suolo libanese.

Quando Bashir Gemayel ha annunciato la sua candidatura per la Presidenza, è andato oltre i conflitti di confessione e i contrasti di carattere personale. Ha perseguito l’obiettivo sublime di unire tutti i Libanesi, difendere la sovranità del paese e battersi per un Libano moderno e a guida cristiana.
Esaurito da così tanti anni di guerra e di terrore sotto l’occupazione straniera, il Libanese ha desiderato l’indipendenza, la libertà e la pace. Questo è possibile realizzarlo solo in un paese che sia in pace con se stesso.
Per questo proposito, Gemayel ha ordinato alle Forze Libanesi che si preparavano a rientrare nei loro villaggi, di astenersi da qualunque ingiustizia nei confronti del loro fratello libanese.
Ha impedito fermamente ogni inadempimento della disciplina.

“Coloro contro i quali combattete; quelli che hanno demolito le vostre case, dissacrato le tombe dei nostri nonni… dobbiamo avere rispetto della loro morte senza alcuno spirito di vendetta. Essi hanno distrutto le nostre case ma noi dovremo proteggere le loro… Noi dobbiamo assicurare libertà e protezione a tutti i libanesi senza discriminazione. ” ( 17 Giugno,1982 ).

In Medio Oriente, dove esiste la tirannia, il fanatismo, il disordine e l’intolleranza, il Libano è stato l’unico ad aver tentato di essere il paese della stabilità, libertà e tolleranza, pacifico per vocazione, cristiano per tradizione e liberale per civilizzazione.
Bashir Gemayel è stato visto come l’uomo che potesse riportare questa libertà e pace nel suo paese. La sua candidatura non era solo una scommessa sul futuro del Libano, ma anche sugli interessi del mondo libero e soprattutto degli Stati Uniti.

Il solo scopo di Bashir Gemayel nel fondare le Forze Libanesi era di volere una organizzazione, un partito che fosse sempre pronto, capace e disposto a porsi in difesa del Libano.
Ha voluto un partito politico e un potere militare forte ogni volta che l’esercito libanese ha fallito nel difendere il paese, come nel caso del 1975.
Le Forze Libanesi sono state create affinché quanto accaduto nel 1975 non accadesse ancora e i motivi che avevano indotto a iniziare la guerra venissero risolti in modo definitivo e permanente.

Quando l’esercito libanese è stato diviso si è sentito un forte bisogno di proteggere i libanesi liberi dai combattenti palestinesi che rivendicavano la loro Palestina attraverso il nostro Libano.

Le Forze Libanesi hanno combattuto ovunque sul suolo libanese cercando di resistere agli oppositori stranieri e locali del Libano e della sua indipendenza, in molti casi la nostra resistenza è stata un successo e abbiamo liberato la nostra terra perché la gente di alcune zone ci ha sostenuto e appoggiato, sfortunatamente in altre zone non siamo stati vittoriosi perché molti hanno affiancato il nemico contro il loro fratello libanese.

Nell’estate del 1978 Bashir Gemayel insieme alle Forze Libanesi ha dato inizio alla guerra che sarebbe poi stata conosciuta come la guerra dei cento giorni, che finì in una grande vittoria per le Forze Libanesi da lui comandate.
Le forze Siriane e Palestinesi furono cacciate da est di Beirut e da lì in poi è iniziata la sua tutela.

Bashir ha resistito ai siriani e ai palestinesi ovunque esistessero e ovunque potessero attaccarlo, a cominciare dal nord, passando attraverso Beirut per tutto il sud sino alle montagne.

Bashir Gemayel ha dato la sua vita per il suo ed il nostro sogno, ha dato la vita di sua figlia e si è posto da esempio.
Ha aperto la strada e ha creduto che noi potessimo portare a termine la missione.

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