Roberto Marchisini
Cristianità n. 327 (2005)
I. La Rivoluzione sessuale ha contribuito, con altre concause, alla crisi dell’istituzione familiare, e questa crisi non è a sua volta estranea all’emergere di problemi connessi con l’omosessualità, definita come una preferenza sessuale predominante e persistente per persone dello stesso sesso.
Una componente tanto chiassosa quanto minoritaria del mondo omosessuale è costituita dagli attivisti gay, che si prefiggono l’accettazione, da parte della società, dell’omosessualità come variante “naturale” dell’orientamento sessuale umano.
È importante distinguere fra omosessuali e gay: il termine “omosessualità” indica una tendenza o inclinazione sessuale, mentre il termine gay indica un’identità socio-politica. Non tutte le persone con inclinazione omosessuale s’identificano nello stile di vita gay, anzi: la maggioranza di loro non è orgogliosa di tale inclinazione, non considera “normale” la propria omosessualità e non teorizza il riconoscimento dello stile di vita gay come positivo per sé e per la società (1).
II. Gli attivisti gay si prefiggono una vera e propria Rivoluzione omosessualista della società? Essi lo negano, bollando questa ipotesi come espressione di complottismo paranoico. Un interessante saggio, scritto ormai poco più di quindici anni fa ma ancora attuale, sembra però confermare questa ipotesi. L’opera, intitolata After the ball. How America will conquer its fear & hatred of Gays in the 90’s, “Dopo il ballo. Come l’America sconfiggerà la sua paura e il suo odio verso i gay negli anni 1990” (2), è stata pubblicata nel 1989 da Marshall Kirk, “ricercatore in neuropsichiatria, logico-matematico e poeta” (p. I), e da Hunter Madsen, “esperto di tattiche di persuasione pubblica e social marketing” (ibidem). Il “ballo” a cui gli autori fanno riferimento è il baccanale provocatorio e oppositivo innescato dalla Rivoluzione gay degli anni 1970 e 1980.
Si tratta di una lettura decisamente sorprendente: nel caso non si voglia credere al complotto o a un’efficacia magica della strategia di “persuasione pubblica” e di “social marketing” esposta nell’opera, bisogna riconoscere agli autori un’incredibile capacità previsionale; vi si trova infatti un’accurata descrizione degli obiettivi e dei metodi dell’attuale movimento gay.