Zapatero e gli sconti di pena ai terroristi dell’Eta

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Spagna, supersconti di pena ai più feroci terroristi dell’Eta
Presto libero il terrorista dell’Eta autore di 26 omicidi, condannato a 5.000 anni di carcere.

Era l’uomo senza futuro, Henry Parot, uno degli uomini più sanguinari dell’Eta. Nella sua carriera di terrorista ha premuto il grilletto 26 volte. Ventisei omicidi. Ventisei morti. Che gli sono valsi una condanna a 5.000 anni di carcere. Una pena che assomiglia molto all’idea d’infinito. Eppure tra pochi mesi potrebbe essere un uomo libero. Niente più carcere. È lui il simbolo dello strano «colpo di spugna» che fa piazza pulita delle pene inflitte ai terroristi baschi detenuti nelle prigioni spagnole. Ed è scontro aperto tra il Partito socialista di Zapatero e il Partito popolare all’opposizione.
Ancora una volta la Spagna si trova a dover fare i conti con la sua piaga peggiore: il terrorismo. La scarcerazione di terroristi dell’Eta, in corso da diversi anni nel Paese, sta provocando uno scontro arrivato ormai ai massimi livelli, e ha riacutizzato i contrasti in materia di politica antiterrorista tra i due grandi partiti, il Psoe di Zapatero e il Pp all’opposizione. La tensione è altissima, e tra i due schieramenti volano accuse pesanti. Al centro delle polemiche il Codice penale del 1973, in base al quale venti terroristi quest’anno usciranno dal carcere. L’applicazione di quel codice, in base al quale furono giudicati i terroristi che commisero attentati prima del 1995 – anno in cui entrò in vigore il codice riformato – permetterà ai terroristi condannati a 30 anni o più di tornare liberi nei prossimi mesi dopo avere scontato 20 anni di pena.
Tra i terroristi che beneficiano della riduzione di pena contemplata dal vecchio codice figura anche Domingo Troitino, condannato a 794 anni di prigione per 21 omicidi in un ipermercato di Barcellona, e che uscirà dopo avere scontato 19 anni di prigione. Sono i vantaggi di una legge che risale al periodo franchista e a cui sembra arrivato il momento di porre rimedio. Tra il 1998 e il 2004 altri 59 terroristi dell’Eta hanno lasciato il carcere molto prima del compimento effettivo della condanna. Tra i beneficiari di quel periodo anche Eugenio Etxebeste, uno dei massimi ideologi del gruppo, che scontò solo sette dei dieci anni a cui era stato condannato.
L’opposizione dice no alle future scarcerazioni di terroristi e accusa: «Siamo di fronte a un accomodamento in piena regola, in modo che la giustizia non ostacoli i piani di riavvicinamento con l’Eta attuati dal governo di Zapatero». Per tutta risposta il ministro della Giustizia, Juan Fernando Lopez Aguilar, ha affermato che si tratta di un tentativo dell’opposizione di distruggere i frutti di quel processo di dialogo portato avanti con fatica dal partito socialista.
Il ministro Aguilar contrattacca, e ricorda che «in otto anni di governo del partito popolare 311 membri dell’Eta sono usciti dal carcere senza che nessuno dicesse una parola».


di Manila Alfano
Il Giornale 10 febbraio 2006