La Chiesa al re

 

SPAGNA


La Chiesa al re “Non ratifichi le nozze gay”


La Chiesa spagnola ritiene che re Juan Carlos dovrebbe fare obiezione di coscienza e non ratificare “in quanto cattolico” la nuova legge sui matrimoni gay, varata dal governo Zapatero.


“Il re di Spagna è cattolico


Non firmi la legge sui gay”


La richiesta dei vescovi: Juan Carlos deve fare obiezione di coscienza


Il governo: si è sempre adeguato alla Costituzione, continuerà a farlo


Corriere della Sera, 12 maggio 2005



SPAGNA


La Chiesa al re “Non ratifichi le nozze gay”


La Chiesa spagnola ritiene che re Juan Carlos dovrebbe fare obiezione di coscienza e non ratificare “in quanto cattolico” la nuova legge sui matrimoni gay, varata dal governo Zapatero.


“Il re di Spagna è cattolico


Non firmi la legge sui gay”


La richiesta dei vescovi: Juan Carlos deve fare obiezione di coscienza


Il governo: si è sempre adeguato alla Costituzione, continuerà a farlo


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE


MADRID — Re Juan Carlos è cattolico e, come cattolico, non dovrebbe promulgare la legge sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, una volta approvata definitivamente dal parlamento. L’esplicito, e potenzialmente imbarazzante, invito al sovrano viene rivolto dai vescovi spagnoli che estendono a tutti i cattolici, nessuno escluso, l’appello alla obiezione di coscienza contro i matrimoni gay.


Già approvato dal Congresso dei deputati e in procinto di passare al Senato, in una nota della Conferenza Episcopale, venerdì scorso, il progetto di legge viene definito “un grave pregiudizio ai valori fondamentali del matrimonio, della famiglia, dei giovani, degli educatori” e contrario “alla morale e alla civiltà”.


“Il sillogismo è perfetto – ha detto una fonte ufficiale e anonima della Chiesa spagnola citata da El Mundo. La nota dell’episcopato riguarda tutti i cattolici. Il re è cattolico, quindi lo riguarda. I cattolici, qualunque sia la carica occupata, devono opporsi alla legge“.


E perché non vi sia dubbio la stessa fonte ha aggiunto: “Si tratta di una interpretazione non aperta ad ulteriori discussioni”.


I parlamentari e i funzionari pubblici di fede cattolica avevano capito. Il sovrano forse si sentiva al di fuori della disputa. Se è così, si sbagliava perché la Chiesa sui matrimoni gay, con diritto di adozione incorporato, non transige. Il portavoce dei vescovi Martinez Camino ha sottolineato come il principio generale della obiezione di coscienza, che per primo era stato avanzato dal Vaticano per bocca del presidente del Consiglio Pontificio per la famiglia, cardinale Lopez Trujillo, vale “non soltanto per i cattolici ma per tutte le persone con una retta formazione morale”.


A Re Juan Carlos i vescovi spagnoli e la gerarchia vaticana chiedono di seguire l’esempio di re Baldovino del Belgio che aveva abdicato temporaneamente per 36 ore, nell’aprile del 1990, per non promulgare una legge che depenalizzava in parte l’aborto, una legge che urtava profondamente la sua profonda fede cattolica.


Sembra improbabile che il desiderio della Chiesa possa venire soddisfatto. Re Juan Carlos, che ha recuperato protagonismo negli ultimi tempi e che si trova benissimo a lavorare con il premier socialista Zapatero dopo il periodo di oscuramento pressoché totale vissuto con il precedente capo del governo Aznar, difficilmente potrà sottrarsi alla firma della legge, approvata il 22 aprile dal Congresso dei deputati e sottoposta ora ad un passaggio di pura forma fra Congresso e Senato.


La Costituzione dispone che il monarca promulghi le leggi approvate dal parlamento ma non prevede che esprima la sua opinione o che abbia la possibilità di scegliere fra firmare o non firmare. Il ministro della Giustizia Lopez Aguilar non ha lasciato spazio a fraintendimenti. Ha affermato che il Re “ha sempre compiuto scrupolosamente le sue funzioni, adeguandosi in modo impeccabile a quanto dispone la Costituzione”. In altre parole, non si opporrà.


“Gli si farebbe un pessimo servizio – ha aggiunto il ministro – coinvolgendolo in un dibattito che non ha nessun rapporto con l’esercizio adeguato delle sue competenze”.


Ha ricordato che il progetto di legge prevedibilmente ritornerà al Congresso dopo il passaggio al Senato in cui i socialisti e i loro alleati non dispongono della maggioranza. Il partito popolare di Aznar e Rajoy si oppone alla legge ed è il primo partito come seggi.


Con pochi voti in più riuscirebbe a porre il veto al progetto di legge che però in seguito tornerebbe al Congresso e sarebbe approvato definitivamente. I popolari non porranno il veto al Senato, di valore più che altro simbolico, se il governo Zapatero modificherà il progetto di legge, abolendo il diritto di adozione per le coppie omosessuali, cambiando il nome “matrimonio”, permettendo l’obiezione di coscienza a tutti coloro che lo desiderano.


Ma sono condizioni che non verranno accolte.


Mino Vignolo