Il prof. Gattinoni denuncia: ”Eluana morirà tra sofferenze atroci”

UCCIDONO ELUANA NEL MODO PIU’ ATROCE
DUE SETTIMANE DI AGONIA

Milano – In questi giorni ha ripensato spesso ai versi di Dante il professor Luciano Gattinoni, primario di anestesia al Policlinico di Milano. Guardava le foto di Eluana, così bella e sorridente, ripercorreva le tappe di «questa brutta storia» e la mente ritornava ai banchi di scuola, «a quei versi, così dolci ma insieme strazianti, al XXXIII canto dell’Inferno, quando Dante descrive la morte dei figli del conte Ugolino».

Ce lo ricordi dottore, come morirono quei bambini?
«Proprio come morirà Eluana, di fame e di sete».

Una morte dolorosa?
«Tra le più atroci. Non si fa morire così neanche un cane. Le sfido queste persone, a provare a non bere niente per due giorni interi: la lingua inizia a gonfiarsi e piano piano la mancanza di idratazione provoca dolori atroci».

Dicono che la ragazza però non soffrirà, che non sentirà né dolore, né fame, né sete perché è in stato vegetativo, il suo cervello è troppo danneggiato…
«Chiunque dice queste cose mente».

Quindi lei è certo: Eluana sta andando incontro ad atroci sofferenze.
«La risposta sensata è una sola».

Quale?
«Nessuno lo sa davvero. Per certo sappiamo che Eluana non ha una percezione del dolore come la nostra, ma da qui a dire che morirà senza provare alcuna sensazione ne corre di strada».

Quindi lei è d’accordo con l’utilizzo di antidolorifici?
«Sì. Precauzionalmente o intenzionalmente poco importa, in questo caso l’uso di ipnotici e antidolorifici è obbligatorio. Non farlo sarebbe crudele, anche per chi crede che Eluana non soffrirà, perché nessuno può avere certezze a riguardo».

Proviamo a immaginare di entrare in quella stanza del primo piano, prima la terapia verrà ridotta del 50 cento, poi sempre di più, fino al quarto giorno, quando l’alimentazione e l’idratazione saranno sospese completamente e il medicinale somministrato attraverso il sondino sarà sostituito con un altro per via muscolare, insieme ai sedativi. Ma a tutto questo, come reagirà il corpo di Eluana?
«Guardi, è molto semplice: il corpo umano riesce a resistere circa due mesi senza mangiare, non più di otto giorni senza bere, quindi quella povera ragazza vivrà ancora per circa dodici giorni, perché saranno comunque costretti a sciogliere i farmaci in acqua».

Pare che le verranno somministrati anche prodotti come saliva artificiale, spray di soluzione fisiologica e gel. Dicono che serviranno per evitare eventuali disagi.
«Ma cosa vuol dire? Queste pratiche mi sembrano solo un modo per mettersi al sicuro esteticamente, un palliativo per l’opinione pubblica e per i medici che entreranno in quella stanza».

Per lei allora, quale sarebbe stato l’epilogo migliore?
«Continuare a garantirle idratazione e alimentazione, proprio come è stato fatto finora».

E poi?
«Aspettare che la natura facesse il suo corso, semplicemente. Senza intervenire di fronte ad ulteriori complicazioni. E invece…».

Continui.
«E invece così l’umanità ne esce sconfitta».

In che senso?
«Guardi ce l’ha insegnato più volte la storia: quando si ingaggiano guerre di religione si finisce sempre male».

Però un vincitore c’è: il signor Englaro è riuscito a ottenere quello che voleva da anni.
«Certo, ha vinto la sua battaglia ideologica, ma è proprio sicura che si possa definire un vincitore?».

Me lo dica lei.
«No. E le spiego il motivo: Eluana ha smesso di essere una persona da molto tempo».

Mi scusi, ma se non è una persona allora cos’è?
«Una bandiera. Purtroppo ormai è diventata solo un vessillo che le persone fanno a gara per poter sventolare».

Dopo la morte è già stato stabilito che Eluana sarà sottoposta anche ad autopsia. Dicono che servirà per studiare il cervello delle persone in stato vegetativo come lei.
«Vuole che le dica davvero quello che penso?».

Certo.
«Mi pare solo un ulteriore oltraggio. Cosa dobbiamo ancora imparare da questa brutta storia?».

Rita Balestriero, Il Giornale, 4 febbraio 2009