Un osservatorio pro gender cancellerà dei libri di scuola: il PD ci porta ai Soviet

L’idea è contenuta in una proposta di legge firmata dai deputati di Pd, M5S, Leu e +Europa.
E’ il DDL n° 2634/2020 (vedi qui), firmato anche dalla “democratica” Laura Boldrini.

Sarà una logica conseguenza del DDL Zan: istituzione di un osservatorio per controllare che i libri di testo rispettino le “diversità”,
con tanto di certificato di qualità e “liste di proscrizione” sul web.

Forse il DDL non sarà approvato subito, ma è rivelatore del giro mentale di chi ci governa:
sempre più vicina la democrazia socialista, dove gli illuminati che detengono il potere, operano per rendere il popolo schiavo e produttore.

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(articolo di Alessandra Benignetti apparso su Il Giornale del 10/10/20, con correzione degli errori di prospettiva)

Lo scopo della proposta di legge è quello di “adeguare l’ordinamento italiano ai principali standard internazionali in materia di diversità e di inclusione nel settore dei libri di testo scolastici, attraverso un’efficace azione di prevenzione e di contrasto dei pregiudizi e degli stereotipi di genere, nonché di quelli relativi alla cultura, all’etnia e all’abilità, valorizzando la diversità”.

Con l’idea di istituire un osservatorio che su queste basi assegni una “patente” di legittimità ai libri scolastici, che rimanda subito ad un clima sovietico.

La proposta di legge 2634 dello scorso agosto, sottoscritta dai deputati di Pd, M5S, Leu e Più Europa e dall’ex presidente della Camera, Laura Boldrini è perfettamente logica.
Perché con la scusa di promuovere “diversità” ed “inclusione” all’interno delle aule scolastiche, si crea una vera e propria dittatura gender.

Per rendere “più rappresentativi e inclusivi i curricula delle varie discipline, in particolar modo con una prospettiva attenta al genere”, infatti, i parlamentari di sinistra hanno pensato ad un osservatorio nazionale che si occuperà di “redigere le linee guida sulla diversità e sull’inclusione nei libri di testo scolastici”. E, cosa più importante, “di effettuare una ricognizione dei libri utilizzati nelle scuole di ogni ordine e grado”.
Poi, come in ogni “regime” che si rispetti, l’osservatorio esprimerà “un parere sui libri esaminati, motu proprio o su segnalazione di un editore o di una scuola” e darà il suo giudizio.

Se il testo passa la revisione di quella che sembra una riedizione del “Narkompros” (vedi QUI), allora riceverà un “riconoscimento positivo che l’editore appone sul libro stesso”.
“In caso di parere negativo o di mancato esame – viceversa – l’osservatorio si rende disponibile a collaborare con l’editore ai fini della revisione del testo”.
Tutto verrà reso pubblico e consultabile via internet, “in appositi elenchi pubblici telematici”.

Insomma, sarà una sorta di sito web del Dipartimento Centrale di Propaganda di Xi Jinping, su cui si potranno reperire i testi con il bollino di legittimità e quelli che, invece, non hanno passato l’esame, considerati, di conseguenza, “razzisti” o “omofobi”.
Per gli editori che si allineeranno agli standard e agli obiettivi perseguiti dal governo sono previsti anche “premi e riconoscimenti” oltre alla possibilità di frequentare “corsi di formazione sul tema”.

Che dire della Divina Commedia? Il capolavoro di Dante Alighieri, la pietra angolare della letteratura italiana, è già stato bollato in passato di antisemitismo, razzismo, islamofobia e omofobia. Chissà se riceverà l’approvazione del nuovo osservatorio che vorrebbe farsi garante dell’irreprensibilità della cultura.

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