Violante contro Ferrara

Violante a Ferrara: sei schiavo di Ruini

Il botta e risposta di Ferrara e Violante sul
referendum sulla procreazione assistita.

ROMA – «Qui stiamo parlando di una legge, non di un principio morale», proclama Luciano Violante. «Beh, allora scusa, togliamo anche il reato di omicidio punibile dalla legge», ribatte Giuliano Ferrara. «Questa è una stupidaggine a chi neppure vale la pena di rispondere».   Il botta e risposta è quasi inevitabile, se si riuniscono intorno ad un tavolo, per discutere di procreazione assistita e referendum, due “campioni” delle fazioni opposte come Ferrara e Violante. Anche se la cornice è tra le più compassate e quasi istituzionale. Vale a dire la presentazione del libro “Le mani sull’uomo. Quali frontiere per la biotecnologia?”, incontro promosso dal Meic, il movimento ecclesiale di impegno culturale. Oltre agli autori del saggio – Renato Balduzzi, Carlo Cirotto e Ignazio Sanna – ha partecipato al dibattito anche monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia accademia per la vita. Non sono praticamente d’accordo su niente, il presidente dei deputati dei Ds e il direttore del “Foglio”. Per Ferrara, su questi temi, sul referendum, «c’è da dire un sì o un no», bisogna schierarsi, bisogna arrivare alla consapevolezza che «in materia di vita umana l’uomo non deve fare patti con la coscienza, con la libertà, con il sapere, che lo portino a desiderare il potere della creazione». Secondo Violante, bisogna sfuggire « agli approcci puramente ideologici della questione» e domandarsi per esempio «che cosa deve e può fare una coppia sterile per accedere alla fecondazione assistita» . Schierarsi, scegliere. Le gerarchie ecclesiastiche già lo hanno fatto e continuano a farlo: «Qui si pongono al voto questioni non sottoponibili e ammissibili al referendum» , dichiara monsignor Sgreccia. «Farlo fallire, giovandosi dello strumento costituzionale del quorum, è una presa di posizione schierata». Secondo monsignor Sgreccia, concordando con Giuliano Ferrara, «è giunto il momento in cui è necessario schierarsi su tematiche come quelle della bioetica. Occorre, cioè, dire se l’uomo è là dove inizia o dove lo vorremmo mettere noi» . «Comunque finisca il referendum sulla procreazione assistita occorrerà rimettere le mani sulla contestata legge 40, invece ribatte Violante. E poi bacchetta quanti sono contrari all’astenzionismo criticando, la posizione dei vertici della Cei. «Non mi è sembrato giusto l’invito del cardinal Ruini di non andare al voto perché mi è sembrato, più che altro, un invito da dirigente politico. Chi è un laico come me aspettava, invece, un pur legittimo ed importante confronto». Secondo il presidente dei parlamentari Ds, la bozza Amato, presentata in questi giorni, «ha indicato, comunque, un possibile approccio. Certo è» , ha poi aggiunto, «che nella prossima legislatura, se vincerà il centrosinistra, si dovrà fare quello che abbiamo sempre chiesto al centrodestra e mai ottenuto: arrivare ad una forma di mediazione tra le diverse posizioni». Senza mediazioni è invece l’opinione di Ferrara sui limiti che devono controllare l’azione della scienza, perché alla fine «non si può consegnare nelle mani degli scienziati il destino e la felicità dell’uomo» . Sì, no, mi astengo. Il mondo politico continua comunque a dividersi sulle tre possibilità di esprimersi sulla consultazione referendaria dei prossimi 12 e 13 giugno. I cattolici continuano a mostrarsi divisi, soprattutto i centristi dell’Unione. Se Dario Franceschini (Margherit) dice che andrà a votare e dirà un no (sull’eterologa), il segretario organizzativo dei Dl, Franco Marini opterà per l’astensione. L’ex- ministro Rosy Bindi si recherà alle urne, ma per dire quattro no. Ancora non è noto, invece, quel che farà Francesco Rutelli.

Libero 17 maggio 2005