Unione europea: la lobby pro-gay all’attacco…

«Omosessuali discriminati nei Paesi della Ue»

L’Agenzia europea per i diritti fondamentali attacca: le coppie gay siano equiparate alle unioni eterosessuali…

 

Bruxelles. In Spagna ci si «sposa». Nel Regno Unito le unioni civili sono equiparate al matrimonio; in Austria esiste la «coabitazione di fatto»; in altri Stati invece nulla. La mappa dei diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (Lgtb) è molto varia e diversificata nell’Unione europea.
Così varia che, a detta dell’Agenzia europea dei diritti fondamentali di Vienna, risulterebbe «discriminatoria» perché agli omosessuali non sono garantiti gli stessi diritti degli eterosessuali. L’Agenzia, che ha solo un potere consultivo, ha diffuso ieri un rapporto sull’omofobia. «L’uguaglianza di trattamento – ha affermato il direttore dell’agenzia Morten Kjaerum – è un diritto fondamentale ed il fatto che lesbiche, gay, bisessuali e transessuali non siano trattati in maniera uguale in Europa è una ragione di inquietudine». I matrimoni omosessuali sono legge in Olanda, Belgio e Spagna. Nel Regno Unito esistono unioni equiparate al matrimonio mentre sull’altro versante Italia, Grecia, Irlanda, Polonia, Malta, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Bulgaria e Romania non prevedono alcuno strumento legale per le coppie dello stesso sesso. In Austria, Portogallo ed Ungheria esiste la coabitazione di fatto anche per gli omosessuali e i transessuali mentre forme di unioni civili sono previste in Francia, Danimarca, Svezia, Germania, Finlandia, Lussemburgo, Slovenia e Repubblica ceca. «I diritti ed i vantaggi delle coppie sposate – si legge nel rapporto – devono essere estese ai partner dello stesso sesso, anche per il ricongiungimento familiare ed i diritti in materia di libera circolazione». Su quest’ultimo aspetto, il rapporto cita il caso di due omosessuali italiani sposatisi in Olanda e che si sono poi visti negare in patria il riconoscimento del loro matrimonio. Tuttavia l’Unione europea non può imporre ai 27 Paesi membri il riconoscimento delle unioni o dei matrimoni; né può imporre una legislazione in materia. Attualmente undici Paesi Ue non riconoscono i matrimoni gay contratti in un altro Stato membro. In autunno l’Agenzia presenterà un secondo rapporto sugli aspetti sociali dell’omofobia.

Avvenire 1 luglio 2008