Un Dizionario mondiale di storia anti-mistificazione

La storia non mistificata


Il “Dizionario mondiale di Storia” (Rizzoli Larousse) racconta con chiarezza la storia dei popoli e della politica dalle origini fino ai giorni nostri, ma non è solo una utile opera di consultazione…

In che mondo viviamo? Come dobbiamo interpretare i fatti che influenzano le nostre azioni quotidiane? Libero, a partire da martedì 15 novembre, regala ai suoi lettori uno strumento fondamentale per orientarsi: il Dizionario mondiale di StoriaRizzoli Larousse (in 24 fascicoli, da martedì a venerdì).
Il volume racconta con chiarezza la storia dei popoli e della politica dalle origini fino ai giorni nostri, ma non è solo una utile opera di consultazione. Sfogliare le pagine del Dizionario (6 mila articoli: biografie, imperi, Regni, Stati, luoghi) aiuta a liberarsi dalle mistificazioni, dalle versioni ufficiali dei fatti. Alla voce “Francia“, troviamo la sintesi degli eventi che sconvolsero quel Paese alla fine del XVIII secolo. Ricordate Michele Santoro a Rockpolitik, microfono in mano, mentre si appella ai valori di Libertà, Uguaglianza e Fraternità della Rivoluzione francese? La lettura del Rizzoli Larousse mostra che tali parole d’ordine rimasero sulla carta e furono utilizzate per giustificare ogni sopruso. Marzo 1793: coscrizione obbligatoria di massa. Arruolamento forzato di 300 mila uomini e conseguente sollevazione della Vandea, soffocata nella Loira. Migliaia di vandeani furono annegati a Nantes. Per non sprecare pallottole, uomini, donne e bambini vennero trasportati con vecchi battelli fino al centro del fiume. Poi furono gettati nelle acque. Maggio 1793: eliminazione politica e fisica dei Girondini, cioè dei deputati legati alla borghesia benestante. Giugno 1793: la Costituzione repubblicana che affermava la sovranità popolare? Sospesa subito dopo il voto. Settembre 1793: approvazione della legge sui sospetti e inizio del Terrore. In pochi mesi, il tribunale rivoluzionario manda al patibolo 20 mila cittadini. Libertà, Uguaglianza e Fraternità? O un bagno di sangue? Facciamo un salto in avanti e consultiamo la voce “Spagna“. Nel 2006, si celebrano i settant’anni dallo scoppio della Guerra civile, l’antipasto della Seconda guerra mondiale. Solitamente, quella tragedia è considerata la inevitabile conseguenza dell’insurrezione militare (guidata dal generale Francisco Franco) contro il governo del Fronte popolare. Possiamo azzardare una facile previsione: le commemorazioni presenteranno lo scontro fratricida come una battaglia tra sinceri democratici e usurpatori fascisti. Questa è solo una parte della verità. Ottobre 1931: sale al potere il socialista Azaña. Si diffonde un clima di intimidazione nei confronti di borghesia e clero. Febbraio 1936: dopo due anni di governo di centro, i partiti di sinistra, uniti nel Fronte popolare vincono le elezioni. La Spagna è attraversata da un’ondata di violenza senza precedenti: incendi di chiese, confische sommarie, saccheggi, chiusura dei giornali d’opposizione, schermaglie tra anarchici e socialisti. Totale: 300 morti in cinque mesi. Stalin allunga la sua ombra sulla penisola iberica. Dopo il pronunciamiento di Franco, l’Urss prende in mano la situazione e fornisce materiale bellico ai repubblicani. I comunisti non esitano a massacrare tutte le forze politiche “concorrenti” nel campo della sinistra. George Orwell, militante nelle Brigate internazionali e quindi anti-franchista, aveva già scritto nel 1937 che «la guerra di Spagna è l’evento che ha probabilmente prodotto la più grande messe di menzogne dalla Grande Guerra a oggi». Poi, naturalmente, ci sono l’Italia e i personaggi che ne hanno deciso le sorti. Ci sono Berlusconi e Prodi. Non manca la ricostruzione delle vicende di tutti i partiti dell’arco costituzionale. C’è anche qualche curiosità che merita una segnalazione. Ad esempio, la voce dedicata ai “Populisti“. L’attuale premier è spesso tacciato di “populismo” perché cerca di conquistare con ogni mezzo il consenso delle masse. È un’accusa azzardata. Il populismo, infatti, era il movimento russo che pose le basi della Rivoluzione d’ottobre. Programma politico: il socialismo reale.
Ci sono due possibilità. La prima è che questo Dizionario farebbe comodo anche alla intellighenzia progressista. La seconda è che Silvio Berlusconi sia comunista. Voi cosa ne dite?

di Alessandro Gnocchi
Libero 10 novembre 2005