SOCCI: movimenti cattolici silenziati

Il cerotto sulla bocca dei cattolici


di Antonio Socci

Oggetto della discussione è  la legge 40…  Atto d’accusa ferrariano: “i movimenti cattolici sono silenti o underground”. No, Ferrara, non sono silenti: sono silenziati.

Giuliano Ferrara ha scoperto che in Italia – su certi temi – si crea un clima da regime, ma, curiosamente, anziché prendersela con chi elimina ogni possibilità di dibattito paritario, si scaglia contro chi viene imbavagliato e privato del diritto di esprimersi (in particolare i cattolici). Riassumiamo. Oggetto della discussione è  la legge 40 sulla fecondazione assistita, materia dei quattro prossimi referendum. Atto d’accusa ferrariano: “i movimenti cattolici sono silenti o underground”.


No, Ferrara, non sono silenti: sono silenziati. E’ un po’ diverso. Dove e come potrebbero parlare se tutti i maggiori quotidiani e settimanali del paese, anziché assumere una posizione laica, super partes, hanno deciso di diventare giornali militanti, giornali partito, con una linea ufficialmente dichiarata da parte dei direttori? Ha ragione il cardinal Ruini a temere che questa scelta produca informazione a senso unico. Abbiamo già esempi clamorosi. Basta vedere la copertina di Magazine del Corriere della sera uscito ieri: “Luca Coscioni. L’uomo della libertà di ricerca scientifica”.


Il messaggio (a senso unico) è come una fucilata: da una parte il bene e la pietà umana (i radicali e i loro referendum) dall’altra i mostri (coloro che vorrebbero condannare senza pietà i malati). Ma all’altra parte, quella dei “mostri”, quando si dedicherà una copertina? Quando Magazine dedicherà una copertina ai malati che non si fanno illusioni sulle staminali embrionali (su cui la scienza non promette nulla), ai malati che hanno orrore degli esperimenti su quelle piccole vite umane e che sperano semmai nelle staminali adulte (su queste sì che la medicina lavora), anche perché non vogliono sacrificare vite umane? Quando si dedicherà una copertina a tutte le ricerche scientifiche che lanciano allarmi medici sulla fecondazione assistita? Quando si dedicherà una copertina alla gravità delle aggressioni alla vita umana, massacrata e mercificata, e soprattutto alle vite più piccole e indifese soppresse a milioni nel mondo?


Mai. Ripeto: mai. Non vedremo mai queste copertine di Magazine. Perché, a quanto pare, solo loro, gli altri, hanno diritto di parlare. Non è neanche prevista la possibilità di avere un diverso parere. Emblematico il sondaggio telematico lanciato dall’Espresso. Si chiede ai lettori di pronunciarsi sui referendum e vengono date tre opzioni possibili. Ma curiosamente tutte e tre le opzioni sono dello stesso tipo: non è contemplata la posizione di chi intende mantenere la legge 40 così com’è (che è già al limite). E’ straordinario. Come se andassimo a votare per le elezioni e sulla scheda trovassimo solo i tre simboli diversi di uno stesso partito. Bella democrazia! Bella par condicio!


Eppure è la maggioranza degli italiani a riconoscersi nella legge 40. Non lo dico io, lo ha certificato il sondaggio pubblicato da Repubblica due mesi fa: la maggioranza degli italiani è contraria alla sperimentazione sugli embrioni umani (il 44 per cento contro il 38,2). Ed è contraria anche alla fecondazione eterologa (50,1 per cento contro 38, 5). Ancora più numerosi sono i contrari alla fecondazione eterologa al di fuori della coppia, cioè per donne single o per coppie omosessuali (64 per cento contro 23,4). Ci sono di mezzo i diritti dei figli. Ancora più sorprendente – perché rivela il cambiamento profondo della società italiana dagli anni Settanta – è la domanda sull’aborto. Solo il 29,7 per cento lo giudica “moralmente accettabile”, mentre il 44,4 lo ritiene “moralmente sbagliato”. E che non siano risultati episodici lo ha documentato il voluminoso studio di Loredana Sciolla, La sfida dei valori, appena uscito dal Mulino (ambiente culturale davvero insospettabile).


Eppure questa maggioranza di italiani è pressoché inesistente sui giornali (in televisione poi se provi appena a difendere le ragioni della vita ponendo semplicemente dei “perché”, ti vedi piombare addosso la condanna degli “organi competenti”, con relativa punizione – sì, la punizione, ne so qualcosa – e il marchio d’infamia).


Parlare difforme è proibito. E’ dunque ovvio e naturale che – stante questa situazione – i cattolici (rimasti, come sempre, quasi soli a difendere la dignità umana e i diritti di chi non ha voce) pensino di far saltare i referendum ricorrendo all’astensione (io personalmente aderisco anche ai pellegrinaggi nei santuari mariani in difesa della vita nel giorno del referendum, idea lanciata da padre Livio di Radio Maria). A differenza di Ferrara, penso che non andare a votare sia oggi la scelta migliore, a meno che non si ristabiliscano condizioni di par condicio. Credo che l’occasione dei referendum sarebbe propizia per tutti, per porsi seri interrogativi, anche per i tanti laici che citano Kant ogni due minuti e lo dimenticano quando servirebbe davvero (il Kant che proclama come imperativo categorico il dovere di considerare ogni essere umano un fine e mai un mezzo). Giorni fa ho sentito un tale, non so se kantiano distratto (anche ritenuto autorevole), che ragionava così: alla gente interessano le tre “s”, cioè sesso soldi e salute. Per questo i referendum vinceranno.


Se davvero questa fosse la radiografia dell’Italia sarebbe disperante: nessun posto ci sarebbe per la dignità della persona umana, specialmente le più deboli. Nella Germania degli anni Trenta (o nella Cina attuale) i valori accettati erano “sesso, soldi e salute”, ed era una situazione mostruosa e disumana. Ma, come abbiamo visto, il nostro Paese, grazie al Cielo, è diverso dalle sue élite intellettuali che pretendono di “guidarlo” e indottrinarlo. Anzi, il Paese si trova a doversi difendere come può proprio da queste élite nichiliste.


Il Giornale 21.1.2005