Ruini indica i criteri per votare: rispetto della vita e sostegno alla famiglia

Dalla prolusione del Cardinal Ruini al Consiglio Permanente della CEI (20-22 marzo 2006)


[…] 4. In quest’ultimo periodo il confronto politico, nel nostro Paese, è comprensibilmente monopolizzato dall’ormai imminente appuntamento elettorale, con toni accesi e molteplici terreni di polemica. Nella sessione di gennaio di questo Consiglio Permanente abbiamo già precisato il nostro atteggiamento, che è quello di non coinvolgerci, come Chiesa e quindi come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito, e allo stesso tempo di riproporre agli elettori e ai futuri eletti quei contenuti irrinunciabili, fondati sul primato e sulla centralità della persona umana, da articolare nel concreto dei rapporti sociali, e sul perseguimento del bene comune prima di pur legittimi interessi particolari, che costituiscono parte essenziale della dottrina sociale della Chiesa, ma non sono “norme peculiari della morale cattolica”, bensì “verità elementari che riguardano la nostra comune umanità” (cfr il discorso del Santo Padre ai pubblici amministratori di Roma e del Lazio, 12 gennaio 2006).

Nella situazione attuale meritano inoltre speciale attenzione alcune fondamentali tematiche antropologiche ed etiche, come quelle del rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale e del sostegno concreto alla famiglia legittima fondata sul matrimonio, in particolare nei suoi compiti di generazione ed educazione dei figli, evitando invece di introdurre normative che ne comprometterebbero gravemente il valore e la funzione e non corrispondono ad effettive esigenze sociali.


Una più completa e approfondita esposizione e motivazione di questi criteri di orientamento, da porre soprattutto in rapporto con i programmi delle diverse forze politiche, è contenuta nella Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede del 24 novembre 2002 “circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”, in particolare al n. 4: assumendola come riferimento concreto delle proprie scelte sarà possibile evitare la “diaspora culturale dei cattolici” e una loro “facile adesione a forze politiche e sociali che si oppongano, o non prestino sufficiente attenzione, ai principi della dottrina sociale della Chiesa” (cfr il discorso di Giovanni Paolo II al Convegno ecclesiale di Palermo, 23 novembre 1995).


Segnali senza dubbio preoccupanti giungono da vari Consigli regionali, dove sono state presentate, e in qualche caso approvate, proposte riguardanti le unioni di fatto che equiparano in larga misura i loro diritti a quelli delle famiglie legittime: alcune di queste proposte puntano inoltre ad essere trasferite al Parlamento nazionale, per diventare legge dell’intero Paese.


Tra le leggi approvate nell’ultimo scorcio della legislatura, quella sull’affido condiviso dei figli minori in caso di separazione o divorzio dei genitori ha raccolto un ampio consenso parlamentare. Assai più controversa e discussa è stata l’approvazione delle nuove norme sul contrasto delle tossicodipendenze, che pure riguardano una gravissima piaga sociale. La legge sul processo penale, che era stata rinviata alle Camere dal Presidente della Repubblica, è stata approvata in via definitiva con modifiche che accolgono alcuni rilievi del Capo dello Stato.


[…]


Vorrei far mie, infine, le parole pronunciate dal Santo Padre venerdì 17 marzo, rivolgendosi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, a proposito della “urgente necessità di sostenere e supportare il matrimonio e la vita familiare” da parte delle comunicazioni sociali e dell’industria dell’intrattenimento, presentando, specialmente ai giovani, “modelli edificanti di vita e di amore”, e non invece “espressioni d’amore false o infondate, che ridicolizzano la dignità della persona umana … e minano gli interessi della famiglia”. Sono parole, queste, che interpretano un’ansia diffusa tra gli uomini e le donne di buona volontà, al di là delle differenti convinzioni religiose.