«RIPARARE» un’offesa fatta alla Madre di Dio

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LA MADONNA INSULTATA AVRÀ PIETÀ DEI CRETINI


Il Cardinale di Bologna e mons. Maggiolini sulla mostra blasfema: «Cara Madonna, abbi pietà dei cretini»…

LA MADONNA INSULTATA AVRÀ PIETÀ DEI CRETINI


di mons. Alessandro Maggiolini*

*Vescovo emerito di Como


Sabato scorso, a Roma, un gruppo di sedicenti intellettuali ha messo alla berlina il Papa, che avrebbe una colpa irrimediabile da espiare: aver condannato moralmente l’omosessualità. Sui giornali ogni giorno si trovano pezzi di cronaca che esprimono disprezzo nei confronti della religione cattolica. Qualcuno ricorda la presenza della defunta pornostar Moana Pozzi tra i personaggi del presepio nell’ultimo Natale. Un giornalista si preoccupa di spiegare quanti orgasmi possono essere raggiunti in un rapporto sessuale. Un altro misura il tempo del coito. Cose che si possono meglio conoscere in giornaletti pornografici o in testi di sessuologia, con maggiore dignità. Che barba questo ritorno ossessivo sulla sessualità, e per di più su una sessualità deviata.

Ma la schifezza più recente avviene a Bologna dove si presenta la mostra dal titolo La Madonna piange sperma. È difficile raggiungere il fondo del malgusto in fatto di bestemmie e di profanazioni. Comunque, la Chiesa non perde la calma nemmeno davanti a delle oscenità: il Cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, ieri nel Santuario della Madonna di San Luca, ha celebrato una messa di riparazione. «Padre, perdona loro perché non sanno ciò che fanno». E però, se il Padre perdona, i fedeli non debbono chinare la testa in segno di vergogna o di qualcosa che assomiglia al pentimento. Anzi, deve alzare la testa e con dignità continuare a credere.

Dopo le sciocchezze venute alla luce e riconosciute come tali, si sono infilate le proteste. «Cancellate lo spettacolo», come aveva chiesto con durezza il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Altri ministri e autorità laiche si sono ritratti, assicurando di non essere stati informati e di non aver sovvenzionato simili bestemmie sconsiderate. Adesso ogni autorità ne accusa un’altra per non essere intervenuta prima. «Dovevo vigilare», afferma uno dei responsabili del capolavoro, dopo aver ammesso: «Ci sono dei filtri che non hanno funzionato. Quel titolo è una provocazione sbagliata». L’opera «artistica» comunque è arte, è allegra, è colorata. Tante scuse ai credenti.

Cofferati si sforza di spegnere altre tensioni verso il mondo cattolico, pur sapendo di dover fare i conti con la sinistra radicale. Non a caso Lidia Menapace, storica voce contro il cristianesimo – e anche contro il buon senso – rilancia: «Gli scandali sono altri. Il Papa e i politici bigotti pretendono di attraversare le nostre vite con divieti e anatemi». Povera Lidia che passa sopra la fede di generazioni di gente onesta e santa. Arriva l’inedito stravecchio. Cara Madonna, abbi pietà dei cretini.

Il Giornale n. 144 del 2007-06-20



Omelia tenuta dal Card. Carlo Caffarra durante la Concelebrazione Eucaristica e preghiera di riparazione per gli oltraggi di cui è stata recentemente oggetto la Vergine Maria Madre di Dio


Santuario della Madonna di San Luca, 19 giugno 2007


1. “Conoscete … la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per noi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà”. Miei cari fedeli, le parole dell’apostolo narrano l’avvenimento della nostra salvezza come discesa di Dio nella condizione della nostra povertà ed elevazione dell’uomo alla condizione della divina ricchezza. È uno scambio mirabile che l’apostolo descrive: l’uomo ha dato al Signore la sua povertà e riceve in cambio la ricchezza dell’Essere divino. Ed il “punto” in cui è avvenuto questo incontro fra povertà umana e ricchezza divina è stato l’umanità del Verbo fattosi carne. In essa lo splendore divino si è velato e la gloria dell’uomo si è manifestata: nella luce del Volto divino l’uomo ha potuto vedere anche il suo volto.

Miei cari fedeli, ciò che stupisce e riempie di commozione, ciò che ha profondamente commosso ogni cuore umano, è che l’evento narrato dall’Apostolo è accaduto nel grembo di una donna. Il luogo del “mirabile scambio” è stato il corpo di Maria. È per questo che ella è chiamata Madre di Dio e lo è veramente; che ella è venerata come tempio vero del Signore, arca dell’alleanza, “dimora di Colui che non ha confini”.

2. Miei cari fedeli, siamo venuti questa sera al santuario mariano – al nostro santuario – non principalmente per commuoverci di fronte alla bellezza della nostra Madre celeste, ma piuttosto portando nel cuore il peso di un insulto grave e pubblico fattole in questa città. Siamo venuti per chiedere perdono e per riparare una bestemmia che ha rivestito la particolare gravità dell’avvallo oggettivo [la responsabilità e le intenzioni le giudichi il Signore] anche di istituzioni pubbliche.

Ho parlato di “riparazione”, e noi siamo qui per “riparare” un’offesa fatta alla Madre di Dio.

Per questo è un atto che richiede prima di tutto il riconoscimento dell’ingiustizia insita nel gesto che vogliamo riparare.

È stata un’ingiustizia commessa nei confronti della Madre di Dio, e quindi nei confronti di ogni credente, poiché la maternità di Maria si estende ad ogni discepolo del Signore: ogni insulto fatto alla Madre è fatto al figlio.

Ma è stata anche un’ingiustizia commessa nei confronti della nostra città. Fino a quando si continuerà a degradarne la bellezza? fino a quando si continuerà a sfregiarne la grandezza? fino a quanto si continuerà ad umiliarne l’onore? Il nostro trovarci nel luogo più caro ai fedeli bolognesi in un’occasione tanto triste, risvegli in tutti ed in ciascuno quell’energia morale che nei momenti di maggior travaglio della sua storia ha fatto grande la nostra città.

In questo vespro di così suggestiva intimità dei figli colla Madre, non posso non elevare la mia voce perché nessuno più eviti di porre alla propria coscienza grandi domande: quale città vogliamo lasciare in eredità alle giovani generazioni? quale immagine di uomo vogliamo lasciare come loro ideale? quale misura di libertà vogliamo loro trasmettere? Riparare significa anche riedificare: su quali fondamenta? si può forse edificare sul nulla?

Miei cari fedeli, facciamo nostra la preghiera del Salmo: Signore, libera i prigionieri; Signore ridona la vista ai ciechi; Signore, rialza chi è caduto.