Pannella e cattolici:“patto” impossibile!

Nessun patto con i radicali


Per un cattolico – che sia tale non solo per etichetta – quali che siano i vantaggi che ne potrebbero derivare, non è accettabile una alleanza, o anche una semplice intesa elettorale, con coloro che ispirano il proprio impegno politico al rigetto sprezzante dei valori, della dottrina, della morale, della tradizione e delle istituzioni che sono a fondamento dell’essere e dell’operare da cattolici nella società e nelle istituzioni…

I discorsi di Marco Pannella sono sempre chilometrici, nonché impastati di megalomania e di paranoia, quando il primo «tavolinaro» d’Italia si impegna a spiegare ai governanti, agli scienziati e ai teologi che cosa dovrebbero fare per meritare il suo consenso, e quando attacca la Chiesa, il Papa, i vescovi, e i valori che essi rappresentano. Ma si é superato nei sermoni rivolti allo Stato maggiore radicale il 19 e il 20 marzo in vista dei referendum sulla procreazione assistita. La mania di Pannella di insegnare il mestiere a tutti fa ridere. Come fa ridere la sua ossessiva affermazione che almeno l’80 per cento degli italiani la pensa come i radicali, anche se le loro percentuali elettorali sono quasi sempre irrisorie. I suoi conati anticattolici, invece, suscitano pena e indignazione; ma portano anche a una conclusione obbligata sul piano politico.
Nei discorsi del 19 e del 20 marzo, infatti, Pannella ha riproposto gli insulti, le bugie, le leggende, il sarcasmo e l’invettiva rabbiosa di stampo illuministico e paleo-massonico, contra la dottrina, la tradizione e la morale del cattolicesimo; contro gli indirizzi e l’operato del Papa e dei vescovi, e contro i fedeli decisi a battersi per far fallire gli obiettivi dei referendum sulla legge 40/2004. Per dare idea di quello che è uscito dalla bocca di Pannella basta dire che ha irriso i contenuti del libro-intervista Memoria e identità di Giovanni Paolo II, insinuando, inoltre, che non sarebbe opera sua; ha affermato che la prossima battaglia della Chiesa sarà in difesa della vita degli stafilococchi, e che quello del Vaticano è un potere assassino, che trama nel mondo contro la libertà degli uomini e della scienza, a favore dei ricchi e contro i poveri.
Crediamo quindi che per un cattolico – che sia tale non solo per etichetta – la conclusione obbligata sul piano politico sia questa: quali che siano i vantaggi che ne potrebbero derivare, non è accettabile una alleanza, o anche una semplice intesa elettorale, con coloro che ispirano il proprio impegno politico al rigetto sprezzante dei valori, della dottrina, della morale, della tradizione e delle istituzioni che sono a fondamento dell’essere e dell’operare da cattolici nella società e nelle istituzioni. La presunzione e i deliri ricattatori di Pannella hanno impedito alleanze e accordi elettorali dei radicali con il centro-destra e con il centro-sinistra in vista delle elezioni regionali. Ma per le politiche del 2006 sarà bene che i leader dei due schieramenti – i quali non perdono occasione per proclamare la propria fedeltà ai principi del cattolicesimo o il rispetto per essi – abbiano chiara che il voto di tanti cattolici per le loro liste sarebbe impedito da qualsiasi «pastetta» che volessero cucinare con i radicali. Per ragioni di coscienza, di dignità e di ragione, contro le quali non avrebbero valore le prospettive politiche apparentemente piú seducenti. Che sarebbero infatti ingannevoli, considerati i veri obiettivi che si propongono i radicali tentando di tornare in Parlamento.


di Nicola Guiso


Studi Cattolici n. 530, Aprile 2005, pag.307