Non si arresta la battaglia laicista della sinistra radicale

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Cose da Turco: abolire il Concordato


È guerra aperta: la sinistra radicale – per bocca del Prc – ha invitato Benedetto XVI a mettersi il cuore in pace perché «la legge sulle unioni civili si farà». A duettare con i comunisti è stata la Rosa nel pugno che, cavalcando l’anticlericalismo, ha proposto l’abolizione del Concordato. Le carte sono scoperte: il centrosinistra vuole instaurare il laicismo di Stato, avvelenando i valori della tradizione…

Roma – Per i radicali la storia è una giostra che gira. Gira e rigira, i seguaci di Marco Pannella finiscono per cavalcare l’anticlericalismo giacobino. Partiamo da ieri per arrivare all’altroieri, al 1977. Maurizio Turco, deputato della Rosa nel Pugno e segretario della commissione Affari costituzionali di Montecitorio, chiede l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul rispetto degli accordi tra lo Stato e la Chiesa. L’obiettivo dichiarato? Far saltare per aria l’accordo di revisione del Concordato, siglato dall’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi e dall’allora segretario di Stato del Vaticano Agostino Casaroli.
I CONTENUTI DEL CONCORDATO
Era, appunto, il 18 febbraio 1984: una firma storica, quella, che decretò la cessazione della religione cattolica come religione di Stato. Allora, a votare a favore dell’accordo di modificazione dei Patti lateranensi del 1929 furono la Dc, il Pci, il Psi, il Pri e il Psdi; contro, appunto, si espressero i radicali assieme ai demoproletari e a una parte della sinistra indipendente. Il dente dei radicali, da oltre vent’anni, è avvelenato. Ed è veleno quello che esce dalla bocca della Rnp. L’occasione è la legge sulla libertà religiosa il cui obiettivo principale (quello di chiudere il rubinetto e mettere ordine alle intese tra lo Stato e le confessioni non cattoliche) sta per essere stravolto per aprire le porte a tutti i culti e alle pratiche, a partire dalle associazioni islamiche.
BATTAGLIA PERSA PER I RADICALI
La storia – si diceva – è un anello: era il 1977 quando i radicali provarono a decapitare i Patti lateranensi del 1929 firmati da Benito Mussolini e dal segretario di Stato Pietro Gasparri. Fu allora che l’Italia sancì la creazione della città Stato del Vaticano e promise il pagamento di un’ingente somma quale compenso per la rinuncia al potere temporale esercitato dalla Chiesa nel proprio Stato, situato nell’Italia centrale, dal 756 al 1870. Le cose – si sa – andarono come andarono: il 2 febbraio 1978 la Corte Costituzionale dichiarò inammissibile il referendum dei radicali sui Patti lateranensi, in quanto «trattato» con uno Stato estero.
LO STATO LAICO È UNA REALTÀ
Poi, appunto, ci fu la revisione del Concordato e, di nuovo (era il 1984), i radicali marciarono contro la Chiesa. L’accordo degli anni Ottanta stabilisce regole chiare, quali ad esempio il fatto che – in nome del principio evangelico di separazione fra Stato e Chiesa – la religione cattolica non è la religione di Stato oppure, ancora, che l’insegnamento della religione cattolica nella scuola statale ha carattere facoltativo.
Sono norme che rispecchiano la Costituzione che, appunto, sancisce il principio di eguale libertà di tutte le confessioni religiose, lasciando al Parlamento il compito di stipulare intese particolari (quelle, per intenderci, a cui mirano le associazioni islamiche in Italia).
IL LAICISMO DELLA SINISTRA
Ciò che chiedono i radicali, allora, non è uno Stato laico (che già esiste grazie al nuovo Concordato), bensì l’instaurazione del laicismo di Stato, ossia il tentativo di affermare lo scientismo che altro non è che la concezione totalitaria della scienza. Ciò a cui mirano i radicali è uno Stato senza corpo né coda, uno Stato che separi totalmente la vita pubblica da ogni valore della tradizione. Uno Stato, appunto, neutro, senza valori condivisi. Per questo l’attacco di ieri di Turco è grave ed è gravido di conseguenze.
LA MAGGIORANZA È SPACCATA
Lo si è visto dalle reazioni a sinistra. Se Luciano Violante, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, spiega su Panorama che «la revisione del Concordato non è nei programmi del Governo» e che «mettere tutte le religioni sullo stesso piano è sbagliato», Franco Russo del Prc ricorda «l’impegno che abbiamo assunto per il superamento del Concordato». Il Concordato – risponde la Sir, l’agenzia di stampa della Chiesa – «resta uno strumento duttile e flessibile che conserva la sua funzione anche nell’Italia democratica e pluralista di oggi, in quanto conserva la funzione di regolare bilateralmente la relazione tra Stato e Chiesa e dotare le materie regolate dal Concordato stesso di una protezione specifica che non può essere modificata dalla semplice maggioranza di un dato momento storico».
L’ODIO ANTICATTOLICO
Abbiamo riportato qui, al centro della pagina, cosa dice il nuovo Concordato del 1984 affinché sia chiaro il suo impianto laico. E l’abbiamo fatto perché sia manifesta l’intenzione laicista della sinistra massimalista. Con la scusa della legge sulla libertà religiosa vogliono tagliare le gambe al nostro dna di laici e cattolici. Un dna di matrice giudaico-cristiana – si rifletta – che non solo è il frutto del nostro passato ma che, in quanto coscienza unitaria, può garantire un futuro al nostro Paese. Tempo fa, sul Corriere della Sera, Ernesto Galli della Loggia notava la moltiplicazione negli ultimi anni «dei libri che manifestano un atteggiamento polemico nei confronti della sfera religiosa e della Chiesa Cattolica in particolare» (esemplare, a questo proposito, il Trattato di ateologia di Michel Onfray che, senza mezzi termini, auspica una «scristianizzazione radicale della società»). È il segno di quell’odio anticatticolo che, se guardato con il senno della ragione, si rivela per quello che è, e cioè un vuoto abissale. Per questo fa paura. E per questo Benedetto XVI continua a battere il tasto della «sana laicità»: una laicità, appunto, che sia condizione di libertà vera e non – al contrario – indifferenza ai principi costitutivi della persona e della convivenza. La nostra Costituzione, sotto questo aspetto, è chiara: lo Stato veramente laico non è quello confessionale («Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» dice Gesù ai farisei) ma nemmeno quello che vorrebbero i radicali, e cioé uno Stato né carne né pesce, neutrale rispetto alla vita e ai valori della sua gente.


di Filippo Poletti
La Padania [Data pubblicazione: 12/01/2007]