Mons. Fisichella sulla legge 40: ogni modifica sarebbe peggiore!

«Ogni modifica sarebbe peggiore. Meglio affrontare i referendum» – Il vescovo Rino Fisichella: sfida di civiltà, non un conflitto tra laici e cattolici


di Accattoli Luigi – (C) Corriere della Sera – 14 gennaio 2005 – pagina 5


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ROMA – «Non vedo come si possa arrivare a modificare la legge in un modo realmente migliorativo. D’ altra parte tentare una modifica a ogni costo, per evitare i referendum, mi sembrerebbe poco corretto o quantomeno poco coerente nei confronti dei cittadini a cui viene chiesto di esprimersi»: è l’ opinione personale del vescovo Rino Fisichella, ausiliare di Roma e rettore dell’ Università Lateranense.

D. Eccellenza, chi cerca una soluzione legislativa invoca l’ opportunità di non dilaniare il Paese…

R. «Perché garantisca di evitare i referendum, una nuova legge deve muoversi verso l’ accoglimento almeno parziale delle esigenze di chi li ha proposti. Un tale accoglimento dal mio punto di vista sarebbe comunque peggiorativo. Tanto vale, dunque, che a questo punto si esprimano i cittadini».


D. Un compromesso forse può convenire a tutti…


R. «Si tratterebbe di un compromesso per modificare una legge in una direzione predeterminata, senza che sia stata ancora verificata l’ efficacia di quella legge. Non c’ è stato il tempo per quella verifica».


D. Dunque lei si arrende alla tenuta dei referendum…


R. «La loro possibilità è ormai evidente. Vedremo come i cittadini parteciperanno e le risposte che daranno».


D. Che cosa suggerirebbe agli elettori cattolici: di non votare per rendere nulli i referendum o di votare «no»?


R. «Lei vuol sapere troppe cose e troppo presto! Inoltre ciò che mi sta a cuore non è il solo atteggiamento dei cattolici, ma quello di tutti i cittadini, a partire da quanti sono consapevoli che ci troviamo di fronte a una questione di grande civiltà. Bisogna fare di tutto per evitare che il problema venga posto come un conflitto tra cattolici e laici».


D. Come la definirebbe quella questione di grande civiltà?


R. «Come una sfida, che riguarda tutti, a ritrovare insieme le ragioni fondamentali attraverso le quali esprimere al meglio il concetto di vita umana e le forme di libertà che ne conseguono».


D. Ha qualche preoccupazione prioritaria?


R. «Ne ho due, che riguardano l’ informazione e la conflittualità. Avendo a che fare con una questione di massimo rilievo, su tutti grava la duplice responsabilità a garantire un’ informazione corretta e coerente della posta in gioco e a evitare che si creino situazioni conflittuali smodate e artificiose».


D. Lei è critico dell’ informazione che è stata fornita ai cittadini?


R. «Molto critico. Fino a oggi abbiamo avuto un’ informazione parziale e tendenziosa, che non ha permesso al comune cittadino di cogliere in maniera giusta e completa le ragioni che hanno dettato quella legge. Ragioni che attengono al valore fondamentale che la vita possiede e ai principi naturali che hanno una validità universale».


D. Ha notato anche dell’aggressività contro i sostenitori della legge?


R. «Se ne è avuta in sovrabbondanza, nei mesi della raccolta delle firme e fino a oggi».


D. Può citare dei casi?


«Non voglio personalizzare la questione, ma dico che ciò è avvenuto ogni volta che si è giunti all’ offesa dell’interlocutore motivata unicamente dalla diversa opinione da lui sostenuta».


D. Che danno potrebbe venire da uno scatenamento del conflitto?


R. «Esso non avrebbe senso né giustificazione. Potrebbe solo ed esclusivamente servire ad allontanare quelle espressioni efficaci e ricche di dialogo tra cattolici e laici che si sono espresse in questi decenni».


D. Dunque lei condivide il timore della spaccatura del Paese che esprimono quelli che vorrebbero evitare i referendum…


R. «A mio parere i referendum si possono tenere senza lacerazioni, purché si abbia da parte di tutti l’impegno a un civile confronto, quale si impone su un tema di tanta gravità».