Lo spirito di Monaco aleggia e soffia in Europa

Trattato costituzionale e lo «spirito di Monaco»

“Non si tagliano le radici dalle quali si è nati”, ha esclamato, da parte sua, Giovanni Paolo II durante l’Angelus del 20 giugno, stigmatizzando, con profonda tristezza, la decisione dei capi di Stato e di governo di cancellare dal Trattato un riferimento all’identità cristiana europea.

Nella tarda serata di venerdì 18 giugno i 25 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno trovato l’accordo sulla Costituzione europea, che è in realtà un Trattato costituzionale tra Stati sovrani, con il quale i Paesi membri conferiscono all’Unione una serie di competenze per conseguire obiettivi comuni. Il documento varato a Bruxelles “guarda al futuro, ma ha scelto di ignorare la sua storia passata”, ha scritto l'”Osservatore Romano” del 19 giugno, esprimendo la delusione dei cattolici per il mancato inserimento nel preambolo del riferimento alle radici cristiane dell’Europa. “Non si tagliano le radici dalle quali si è nati”, ha esclamato, da parte sua, Giovanni Paolo II durante l'”Angelus” del 20 giugno, stigmatizzando, con profonda tristezza, la decisione dei capi di Stato e di governo di cancellare dal Trattato un riferimento all’identità cristiana europea.
E’ assai significativo che il Trattato costituzionale veda la luce appena una settimana dopo le elezioni del Parlamento europeo, che hanno dimostrato ancora una volta come l’Unione Europea sia sempre più distante dal cuore e dagli interessi delle popolazioni che la costituiscono. Quella che viene definita erroneamente la nuova Costituzione europea non nasce, quindi, sotto i migliori auspici.


Ci si chiede quali possano essere le ragioni che hanno spinto i membri del Consiglio Europeo a negare questo dato storico incontrovertibile. Tra essi, si è distinto in modo particolare, per l’acrimonia che l’ha guidato lungo tutto il percorso di elaborazione del Trattato costituzionale, il presidente francese Jacques Chirac. Quando il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, la sera del 18, ha terminato il suo accalorato discorso in cui chiedeva, per l’ennesima volta, l’inserimento delle radici cristiane nel preambolo costituzionale, si è sentito apostrofare sarcasticamente dal presidente francese con un “Grazie, Padre” (“Merci, mon Père”). Chirac è quindi subito intervenuto per smontare “la questione religiosa” in nome del laicismo dello Stato, “un fatto acquisito da cent’anni”.
Contro le radici cristiane si sono coalizzate le tesi di un laicismo vetero-massonico, espresse dal capo di Stato francese, e le esigenze ideologiche della nuova sinistra. Il problema della Francia, ha osservato don Leonardo Zega su “La Stampa” del 22 giugno è che “in quel Paese, da un secolo a questa parte, con la separazione tra Chiesa e Stato, s’è affermata un’altra religione, con i suoi dogmi e le sue idiosincrasie, che si chiama laicismo. Menzionare le radici cristiane nella Carta europea è ritenuto un delitto di lesa laicità, perché di fatto lo Stato francese da laico s’è fatto laicista, insofferente di ogni scambio tra religione e politica. Chi lo guida si sente vincolato dal dogma laicista, che vuole religione e Chiesa confinate nella sfera privata, senza rilevanza alcuna sulle leggi che regolano la vita delle nazioni”.


Parlando, durante un convegno organizzato dal quotidiano “Riformista” il 18 giugno sul “Nuovo spirito di Monaco”, il presidente del Senato Marcello Pera ha detto che questo spirito “aleggia e soffia sull’Europa”. Oggi l’Europa, secondo il Presidente del Senato, è “impreparata” ad affrontare la sfida del terrorismo islamico, perché ha paura di dire che la propria cultura e le proprie istituzioni “sono migliori” e si limita a dire che, al più, sono “diverse” in omaggio al relativismo e al multiculturalismo cari al pensiero debole.


Il mancato inserimento delle radici cristiane nella costituzione europea, aggiungiamo noi, fa parte di quello “spirito di Monaco” che portò l’Europa a dilaniarsi in una lunga e sanguinosa guerra fratricida nella metà del secolo appena trascorso. E’ paradossale che questo spirito mini ora una costruzione politica nata proprio con lo scopo dichiarato di evitare il ripetersi di quella tragedia.

(CORRISPONDENZA ROMANA 861/01 del 19/06/04)