Le sparate del candidato della sinistra al Comune di Genova

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Il candidato sindaco
super-pensionato (marxista)
contro don Bosco


Un volto, un programma.
Povera Genova…


Ieri l’Espresso  ha pubblicato un elenco con le pensioni che i deputati si sono assegnati e delle quali godono. Non si chiama pensione, pardon, ma vitalizio, e non rientra nel dibattito. Il vitalizio non si riforma, figuriamoci. Che la vita sia intoccabile lo sostiene ormai solo Ratzinger, quanto al vitalizio vige la Grosse Koalition. La prebenda (che va dai tremila ai diecimila euro) si somma comunque ad eventuali pensioni maturate altrove: anche senza lavorare. Queste ultime infatti sono calcolate come se, mentre uno era parlamentare, avesse sudato alla scrivania, in tribunale, in aula o in redazione. A prescindere dall’aver timbrato il cartellino. Ad esempio, Oscar Luigi Scalfaro fruisce anche della pensione di magistrato, oltre all’assegno di senatore a vita, pur avendo abbandonato la toga quando non aveva ancora compiuto trent’anni: una lunga aspettativa. Questo privilegio riguarda anche i giornalisti, tipo Eugenio Scalari, Ettore Masina, Raniero La Valle, Rossana Rossanda. C’è un caso che ci colpisce particolarmente. Quello di un autentico rivoluzionario: Edoardo Sanguineti. Egli ha di recente esposto il suo pensiero politico presentandosi candidato sindaco a Genova. Il programma è noto: «Bisogna restaurare l’odio di classe».
Ora apprendiamo che i proletari dovrebbero, in coerenza alla sua predicazione, odiare anche lui. Ha maturato da bravo deputato comunista il vitalizio di 3108 euro mensili. Cinque anni e via. Un operaio ne prende la metà dopo aver lavorato 35 anni. La cifra si somma poi alla pensione di professore universitario.
Perché Sanguineti non chiama i devoti alla furia contro lui stesso, o almeno non raccoglie firme tra i proletari per levarsi questo privilegio odioso?
«GARBATA IRONIA»
Chi lo tocca però questo qua? Può dire tutto con la sua bocca: ha l’immunità del poeta di sinistra, Gruppo 1963, un vitalizio di gloria che dura più del benefico dentifricio Signal per Virna Lisi. Di Sanguineti si ricorda la reiterata protesta contro gli studenti di Tien Am Men. Non se l’è presa con la repressione che ne ha ammazzati quasi diecimila, ma con i ribelli magri e scalcinati che affrontavano i carri armati a mani nude. Ha detto di loro: «Quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e della CocaCola». Tiè. Ha ribadito più volte il concetto. Bel poeta. Ma che spiritoso.
Di lui, anche dopo queste uscite, uno come Michele Serra ha scritto: «Uno degli intellettuali più rispettabili e raffinati del Paese».
E quelli stronzi allora cosa devono dire?
Non è stata l’unica pugnalata tirata a dei morti da parte di Sanguineti.
Se l’è presa anche con San Giovanni Bosco. E lo ha fatto sul quotidiano di Torino, la Stampa. Venendo per giunta gratificato dall’intervistatore con questo salamelecco: «Nelle sue parole c’è un mucchio di garbata, argutissima ironia».
Ecco l’insulto al fondatore degli oratori salesiani. «Umberto Eco mi voleva tessere l’elogio di don Bosco, come emancipatore dei lavoratori. Gli dissi che quelli come don Bosco non facevano altro che fornire la materia bruta per il mondo sorgente dell’industria». Magnifico. Voler bene a quei ragazzi sperduti, sempre in viaggio dentro e fuori dalle carceri, comunicargli con «amorevolezza» una possibilità di vita buona, è guardata malissimo dal comunista à la page. Diventargli amico, insegnargli un mestiere, sperimentare un cristianesimo vissuto, tutto questo è visto come la trasformazione dell’uomo in «materia bruta».
IL VERO PROLETARIO
Essi, secondo la dottrina marxistoide del tanto peggio tanto meglio, avrebbero dovuto essere lasciati nel marcio, essendo feriti dall’orrore del male, in questo modo avrebbero imparato ad odiare, e avrebbero servito la rivoluzione guidata dai Sanguineti del tempo. È pazzesco come sia possibile dire queste oscenità su uno degli uomini più grandi di questi ultimi secoli, sul quotidiano della città dove l’opera fondata da don Bosco (i salesiani) ha la sua base, senza che nessuno abbia protestato, alzato un mignolo per dirgli: vergogna, fermati.
Se – per rimanere a Torino un candidato sindaco avesse detto le stesse frasi per un Norberto Bobbio accusandolo di aver fornito, con le sue lezioni universitarie, «materia bruta» per i disegni delle multinazionali, sarebbe venuta giù Torino e l’Italia intera.
Povero grande don Bosco. Il 31 gennaio si è celebrata la sua festa in tutte le scuole salesiane. Quanti ragazzi sono stati educati grazie a lui. Mi viene in mente qui una sua formula: «L’educazione è cosa del cuore». Il cuore, non come quel disegnino idiota sulle magliette per dire «love», ma le domande profonde di ogni adolescente. Il desiderio di essere felici e di realizzare il bene. Don Bosco fece la fame per questo. Letteralmente. Era un proletario vero.
Questi che aizzano all’odio invece si tengono strette due pensioni, e poi danno lezioni ai santi. Ma quello che angoscia è che nessuno, ma proprio nessuno gli abbia strappato, metaforicamente, la giacchetta.


di DREYFUS
LIBERO 3 febbraio 2007



EDOARDO SANGUINETI è uno scrittore, poeta, critico e traduttore (nato a Genova il 9 dicembre 1930). È cresciuto a Torino, dove si trasferì all’età di quattro anni. Si è laureato con Giovanni Getto con una tesi su Dante, più tardi pubblicata con il titolo Interpretazione di Malebolge (Olschki 1961). Dal 1968 ha insegnato letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Salerno e dal 1974 è passato all’università di Genova.
La sua attività di scrittore copre molti generi e ambiti. Presente nell’antologia dei Novissimi, è stato un esponente di punta del Gruppo ’63, portando ai convegni del gruppo una originale teoria dell’avanguardia in chiave marxista (basata sul rapporto di ideologia e linguaggio).
Il Gruppo 63 era un gruppo di neoavanguardia costituito a Palermo nel 1963 da alcuni giovani intellettuali fortemente critici nei confronti delle opere letterarie ancora legate a modelli tradizionali tipici degli anni Cinquanta. Del gruppo facevano parte poeti, scrittori, critici e studiosi animati dal desiderio di sperimentare nuove forme di espressione, rompendo con gli schemi tradizionali. Richiamandosi alle avanguardie degli inizi del secolo, il Gruppo 63 si richiamava alle idee del marxismo e alla teoria dello strutturalismo. Il Gruppo 63 si sciolse nel 1968.
Nel 1976 Sanguineti inizia a collaborare con il quotidiano ”L’UNITÀ. Sono questi anni di grande impegno politico: viene infatti eletto consigliere comunale a Genova (1976 – 1981) e deputato della Camera (1979 – 1983), come indipendente nelle liste del PCI.
Nel 1996 viene nominato dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di gran merito della Repubblica Italiana.
Nel 2000 lascia l’Università.
L’ironia sul massacro di Piazza Tienanmen.
Nel 2006, nel corso di un suo intervento al Festival dei Saperi di Pavia, ebbe a dire che «quaranta ragazzetti innamorati del mito occidentale e della Coca-Cola hanno fatto più rumore di migliaia di operai massacrati in Cile». Non si sa esattamente quanta gente sia stata uccisa dalle forze del governo e dei militari durante i 17 anni durante i quali Pinochet rimase al potere, ma la Commissione Rettig elencò 2.095 morti e 1.102 “scomparsi”. Per ciò che riguarda la strage di piazza Tienanmen, ancora oggi le stime dei morti variano. La Croce Rossa riferì 2600 morti e 30.000 feriti. Le testimonianze di stranieri affermarono invece che 3000 persone vennero uccise. La stessa cifra fu data da un sito inglese di Pechino. Le stime più alte furono date dagli studenti, che parlarono di 7.000-12.000 morti. Organizzazioni non governative come Amnesty International hanno denunciato che, ai morti per l’intervento, vanno aggiunti i giustiziati per “ribellione”, “incendio di veicoli militari”, ferimento o uccisione di soldati e reati simili. Amnesty International ha stimato che il loro numero è superiore a 400. Il governo, infine condusse moltissimi arresti tra i rimanenti sostenitori della protesta e del movimento. Limitò inoltre l’accesso da parte dei media internazionali, dando la possibilità di coprire l’evento alla sola stampa cinese.
Ultimamente è diventato presidente onorario dell’associazione politica Unione a Sinistra ed è attualmente candidato sindaco di Genova nelle prossime primarie dell’Unione, che si terranno il 4 febbraio 2007, sostenuto da: Partito dei Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista, Unione a Sinistra e svariati comitati cittadini.